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uffa!

“Come d’autunno”, la raccolta-capolavoro di Lodovico Isolabella sulla Grande Guerra

Giampiero Mughini

L’esperienza alla quale da studioso e da collezionista ha dedicato la sua intera vita l’ultranovantenne avvocato milanese è vividamente raffigurata in tre sontuosi cataloghi. Non potevano non avere per titolo la citazione di Ungaretti. Verranno celebrati domani in Senato

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"Si sta / come d’autunno / sugli alberi / le foglie", in tutto e per tutto sono quattro le righe della poesia dal titolo “Soldati” che il fante Giuseppe Ungaretti (nato nel 1888 ad Alessandria d’Egitto) aveva vergato sul retro di un qualche ritaglio di giornale nel luglio 1918, mentre se ne stava rintanato in una trincea durante gli intervalli tra un combattimento e un altro della Prima guerra mondiale. La poesia figura alla pagina 16 del terzo libro di poesie di Ungaretti, l’Allegria di naufragi pubblicato a Firenze nel 1919 da Vallecchi e questo dopo le due sue leggendarie plaquettes in poche copie dal titolo Il porto sepolto e La guerre. Tre libri su cui è sovrastante l’esperienza vissuta dalle generazioni europee nate negli ultimi decenni dell’Ottocento, le trincee, gli assalti alla baionetta, i compagni che ti cadevano accanto colpiti. L’esperienza alla quale da studioso e da collezionista inesausto ha dedicato la sua intera vita l’ultranovantenne avvocato milanese Lodovico Isolabella, la cui eccezionale raccolta di materiali d’arte attinenti alla Prima guerra mondiale – quadri libri volantini autografi disegni manifesti pubblicitari – è vividamente raffigurata voce per voce nei tre sontuosi cataloghi apprestati da Luca Cadioli (affiancato da Camilla Lietti) e dall’équipe della milanese libreria Pontremoli. Tre volumoni che non potevano non avere per titolo il Come d’autunno della poesia di Ungaretti, e che verranno celebrati domani 15 giugno nella Sala capitolare del Senato. Tre monumenti di carta di 400 pagine a volta, ciascuno eretto in onore di un comparto della collezione, l’Arte, i Libri, i Documenti. E siccome ho un tantino di esperienza in questo genere di cose, non esito a dire che quella dell’avvocato Isolabella è la più bella collezione italiana mai catalogata ed esposta su carta. Speriamo che qualcuno vorrà comprarla tutta intera a conservarne l’integrità. La volta che ero stato a casa dell’avvocato, molti anni fa, ne ricordo le pareti tappezzate all’inverosimile di quadri che avevano per argomento la Prima guerra mondiale.

Abbiamo cominciato da Ungaretti, restiamoci. Nel volume dedicato ai Libri, c’è ovviamente un intero e palpitante paragrafo che lo riguarda. Da come vi racconto i particolari delle opere segnalate una per una in questo paragrafo, sarà più facile per voi risalire al tutto di questa collezione/capolavoro. Ovviamente al primo posto troneggia l’esemplare numero 72 della prima edizione in 80 copie de Il porto sepolto, il primissimo libro di Ungaretti, quello che sta alla vetta della poesia italiana del Novecento, una copia che viene direttamente dalle mani degli eredi Ungaretti. Dopo di che ecco comparire alcune leccornie lunari, ossia il testo autografo di una poesia in francese dedicata da Ungaretti a una ragazza parigina quindicenne di nome Marthe e di cui si erano invaghiti contemporaneamente tanto lui che Guillaume Apollinaire, una lettera del nostro eroe alla suddetta e piuttosto reticente Marthe, e infine – commoventissima – una lettera di Ungaretti del 1958 in cui ringrazia Marthe delle condoglianze che gli aveva appena inviato per la morte di Jeanne Dupoix, la moglie del poeta. C’è poi un esemplare dell’altra leggendaria plaquette anch’essa in 80 copie, La Guerre, che Ungaretti si era autoedita in francese a Parigi nel 1919 e che per forza di cose è ancor più rara da trovare in Italia che in Francia, una copia dell’Allegria di naufragi in prima edizione, né poteva mancare una copia de Il Porto sepolto nell’edizione del 1923 arricchita dalle pregevoli incisioni di Francesco Gamba nonché dalla prefazione di Benito Mussolini, al cui quotidiano Il Popolo d’Italia Ungaretti aveva collaborato nel 1915 da Parigi.

Nel mettere in risalto le meraviglie della collezione è inevitabile che partissi dal territorio a me più naturale, i libri. Ma forse ancor più fantasmagorico è il tomone riservato all’Arte, quello dove gli occhi di chi guarda non smettono di trasecolare innanzi a tanta grazia, a tanta ironia, a tanta disperazione del vissuto. Vittoria alata, il cartone preparatorio di Mario Sironi per l’affresco che nel 1935 gli era stato commissionato per l’Aula Magna dell’Università di Roma. Film di prigionia. Parole in libertà, le 28 pagine di una spettacolare opera parolibera del 1918 in cui il poeta futurista Angelo Rognoni racconta la sua cattura e la sua detenzione in un campo di prigionia tedesco. L’Alcova d’acciaio, la tempera su cartone che Enrico Prampolini aveva preparato per l’omonimo romanzo di Filippo Tommaso Marinetti e che poi non venne utilizzata. Gli orrori della guerra – L’esodo, l’olio su tela del 1918 di Gaetano Previati che passa come una delle opera maggiori nel rappresentare la Grande Guerra. I grandi ed elegantissimi manifesti pubblicitari di Marcello Dudovich e Achille Mauzan con i quali si chiedeva al popolo italiano di prestare soldi al governo in guerra. I disegni che il grande Antonio Rubino mandava a La Tradotta, il giornale della 3° Armata. Le superbe xilografie di Lorenzo Viani che raffigurano dei fanti in riposo. E se sì o no si possa “ridere della guerra”, ecco che Gabriele Galantara (presente nella raccolta Isolabella con ben 16 disegni) raffigura un coloratissimo Kaiser che ha un’aria niente arrosto e tutto fumo. 

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Direte che ce ne vogliono tanti di soldi per apprestare una tale collezione. Certo. Ma ci vuole molto di più, una passione che ti ha acceso e non ti molla; l’ostinazione nell’andare in giro dappertutto in Italia a trovare degli eredi che aprano armadi e cassetti; l’essere occhiutissimo nello sfogliare i cataloghi che ti arrivano ogni giorno a trovarvi primizie magari nascoste; l’essere accorto in una tornata d’asta nello scegliere il momento in cui fare l’ultimo rilancio con cui battere un rivale altrettanto appassionato di quello che stai bramando.

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