Terrazzo

Minuscolo milanese. Da Renato Pozzetto ai meme

La febbre immobiliare e il trionfo del monolocale lombardo diventano un libro di Alvar Aaltissimo che sfotte il (serissimo) problema delle case di Milano

Milano ha da sempre un’enorme tradizione di architerrorismo per quanto riguarda la miniaturizzazione dell’abitare. Conseguenza dei boom che si succedono incessanti, la domanda di casa e la conseguente restrizione della stessa vanno di pari passo con i cicli ascendenti e discendenti della capitalina lombarda.

 

Poche altre città italiane possiedono una narrazione del real estate miniaturizzato. Certo, a Firenze c’era il conte Mascetti e il suo “monolocale alla giapponese”, tragica finzione per un seminterrato con bagno alla turca, ed era prima che questa e le altre città d’arte si riempissero di Airbnb (a proposito, a Venezia è ambientato  l’ultimo romanzo di David Leavitt, “Il decoro”, che parla di guai immobiliari, usufrutti e diritti di passaggio della solita coppia americana jamesiana che prende casa in laguna). Ma sono sempre ampie metrature. Anche a Roma, città disarticolata e a bassa intensità dove da sempre vige l'abbondanza del metroquadro e l'offerta supera la domanda.  Quindi dai Parioli con lo stigma fascista e la palazzina alla borgata, da Pasolini a Fantozzi a Walter Siti, ci sarà degrado ma non mancano i doppi servizi (a proposito, una casa del Poeta a Torpignattara, dove in realtà abitò solo qualche mese, è andata all'asta ma non la vuole nessuno). 

 

Sarebbe impensabile a Milano, dove da sempre vige una narrativa a parte, quella della scarsità del metroquadro. Certo, anche lì c'è una tradizione della grandeur (la Torre Velasca del "Vedovo" e di “Sotto il Vestito Niente”), e poi la Citylife dei Ferragnez, ma il vero canone milanese è  quello della scarsità. Così, una delle scene più topiche e naturalmente iconiche del cinema italiano è quella di renato Pozzetto che, nel “Ragazzo di campagna”, anno 1984, va a visionare un monolocale (la scena leggendaria del “taac”). E oggi che quell’interno con “angolo ricreativo”, “angolo televisione”, “angolo telefono”, tutto retrattile, andrebbe forse esposto in Triennale accanto alla Casa Lana di Sottsass, si sa che le cose non sono molto cambiate: le schiere di agenti immobiliari che battono centro e periferie in coppia tipo Carabinieri di Pinocchio, attaccandosi ai campanelli, mostrano che il raffreddamento dei valori dovuto al primo Covid è solo un ricordo.

  

 

In tanti stanno andando ad abitare fuori perché i valori continuano a salire. Per chi rimane, se da una parte c’è un chiaro ritorno alla coabitazione modello Silicon Valley, dall’altra ecco, di nuovo, la miniaturizzazione. La sfotte oggi bonariamente Alvar Altissimo, al secolo Fabrizio Esposito, giovane architetto napoletano del 1993, che da qualche anno mette a segno una particolare forma di satira, quella immobiliare-urbanistica. Altissimo-Esposito già si era segnalato per la creazione di pregiati meme architettonici: ecco Pradate, una periferia tra la Milano della moda e la provincia lombarda profonda; o Vaccinia, città sanitaria che strizza l’occhio alle urbanizzazioni del Duce (Sabaudia, Pontinia ecc.); o Trullhattan, città di grattacieli dal tetto a forma di trullo “alti dodici caparezzi”, perfetti per le folle che d'estate prendono d'assalto la Puglia, e pronta per l’innalzamento dei mari. O ancora il supermercato per single, in un’unica corsia, progetto satirico ma non troppo, quando, all’epoca del primo lockdown, il supermarket era considerato il luogo infettante principale.

  

 

Altissimo/Esposito è una specie di Tommaso Labranca dell'architettura, la sua critica pungente e assurda colpisce grazie anche al senso di surrealtà. È, ci raccontò, fan del Superstudio e dei loro "Italia vostra",  verso cui questi meme hanno chiaramente un debito. Quelle specie di fotomontaggi immaginifici che il gruppo radicale fiorentino usava per criticare i luoghi comuni urbanistici italiani (si proponeva per esempio una Venezia finalmente prosciugata della scomoda acqua ma con canali di vetro e sotto autostrade e metropolitane) e il suo progetto instagrammatico ha preso vita col primo Covid, anche per sfotticchiare le sparate spesso bizzarre di grandi e piccole archistar (era l’epoca degli armadi auto-sanificanti e del plexiglass in spiaggia, ricordate? Gli albori del Covid fanno tenerezza anche per come si pensava a livello progettuale).

  

Ma adesso Altissimo/Esposito si concentra sulle “case milanesissime”, e sono piante di appartamenti minuscoli, piante surreali (o iperreali?) di appartamenti immaginari offerti in affitto o in vendita a Milano, come quello con “tapis roulant continuo che non si ferma mai (appunto TAAC”), o la “camera ricavata in intercapedine di facciata”,  o la "casa per due ex fidanzati che però vogliono dividersi comunque l'affitto". O ancora la “camera zona Loreto”, che è proprio dentro la metropolitana, “Linea M1, banchina direzione Bisceglie-Rho Fiera, 590 euro al mese più abbonamento Atm”.

  

Una satira serissima sul mondo della progettazione contemporanea e un elemento di riflessione sulla dimensione abitativa della metropoli, subito apprezzato da architetti seri come Stefano Boeri, o Cino Zucchi, secondo cui “Alvar Aaltissimo manomette i valori sacri della disciplina. Combattere il sistema dall’interno sembrerebbe il suo slogan. L’adesione apparentemente ingenua al linguaggio semplice degli annunci immobiliari contiene un potere deflagrante proprio in virtù del suo preteso realismo, un’apparente normalità che fa da paravento ad attentati dinamitardi”, scrive Zucchi nell'introduzione al volume che si chiama appunto "Case milanesissime. Piante dell’abitare del XXI secolo". Perché l'Instagram è diventato libro, persino  pubblicato dal pregiato Corraini di Modena, quello di Munari, e strizza l'occhio ai vari volumi sulle case milanesi e gli ingressi milanesi e i giardini milanesi e i garage milanesi che impazzano. Insomma, è chiaro, ci voleva un meme per sfottere tutto ciò. E ci voleva un napoletano. Speriamo che adesso con tutta questa consacrazione non si disunisca. 

 

Di più su questi argomenti: