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“The Closer” di Dave Chappelle resta su Netflix. Tanto rumore per nulla

Mariarosa Mancuso

La serie finita nella bufera del pol. corr. per una battuta proseguirà senza intoppi (anche perché il comico ha un contratto di 20 milioni). Cospargersi il capo di cenere non costa nulla

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Tanto rumore per nulla (insomma, pubblicità). Una finta marcia indietro. “The Closer” di Dave Chappelle resta su Netflix, lo potete guardare anche adesso. E allora l’autodafé di Ted Sarandos? “I screwed up”, ha detto pubblicamente. “Ho combinato un gran casino”. Si riferiva alle dichiarazioni dei giorni precedenti, che liquidavano le proteste delle persone trans a libro paga nell’azienda (si dice così, o siamo anche noi colpevoli di qualcosa?). Aveva ferito la loro suscettibilità, non aveva ascoltato le loro opinioni, venendo meno alla politica di “radical candor” – sincerità e trasparenza. Le “persone offese” avevano dato pubblicità alla faccenda, rivelando anche segreti commerciali.

 

Ci voleva il Wall Street Journal per chiarire la faccenda, arricchita di dettagli concreti. Netflix ha da tempo deciso di conquistare il business della stand up comedy. I comici, per chi non ama abbastanza il genere da fare distinzioni. Da qui Louis C. K. e tutta la banda, estesa fino allo strepitoso francese Gad Elmaleh e a Hannah Gadsby, che a noi procura acute crisi depressive. Perché tutto questo? Perché sono “sticky”. Appiccicose: i fan vedono e rivedono gli spettacoli, cosa che con le serie non succede. Si passa da un comico all’altro, e le restanti piattaforme non offrono niente del genere.

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Dave Chappelle ha un contratto di 20 milioni di dollari a spettacolo, per più spettacoli. Gli impiegati ribelli dicono addirittura 24 milioni. Ecco perché resta e resterà. Cospargersi il capo di cenere non costa nulla, l’importante è far fruttare l’investimento.

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