la rivoluzione mancata di Salini

Arriva Cattelan (per due serate) e cala il sipario sulla Rai gialloverde

Lorenzo Marini

Ultima presentazione dei palinsesti per i vertici di viale Mazzini nominati nel 2018, mentre tutti attendono le scelte di Draghi sulla tv pubblica. Sui teleschermi, tra molte conferme, arrivano pure alcune novità

Arriva Alessandro Cattelan (ma solo per due serate), si riapre la possibilità per Amadeus e Fiorello a Sanremo e nascerà una nuova app, Rai Play Sound, per ascoltare musica e programmi di Radio Rai sullo smartphone. E ci sarà da organizzare l’Eurofestival, altrimenti detto Eurovision Song Contest, ma con conduttori diversi da Festival. Queste le novità emerse dalla presentazione dei palinsesti Rai per la prossima stagione televisiva, andata in scena a Viale Mazzini via webex, con i giornalisti collegati da remoto. 

I palinsesti 2021/2022 sono così il canto del cigno di questa governance, nata nel 2018 sotto la stella del governo gialloverde. Cala dunque il sipario sulla Rai targata Lega-M5S e ora tutti attendono con ansia l’arrivo dei nuovi, benedetti da Mario Draghi. E nelle parole di commiato di Fabrizio Salini, ad scelto proprio dai pentastellati (mentre Foa è targato Salvini), si assapora il retrogusto di una rivoluzione mancata e del rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato.

Nemmeno la Rai è stata aperta come una scatoletta di tonno, non c’è stato alcun cambiamento epocale e la tv di stato è sempre più sotto il giogo dei partiti (e con questa legge non potrebbe essere altrimenti). Nulla, poi, si è più saputo della riforma presentata da Salini a inizio mandato che voleva i canali divisi in genere. Orizzontali e non più verticali. La divisione per genere si è limitata solo alla presentazione dei palinsesti. “Era però impensabile fino a qualche anno fa”, osserva Salini, ammettendo implicitamente il fallimento. “Voglio ringraziare tutti, dai direttori ai dipendenti, per aver condiviso una visione in questi tre anni. Abbiamo rimesso i contenuti al centro, con canali e direzioni che lavorano in maniera coesa e interdipendente”, ha aggiunto l’amministratore delegato nella sua penultima uscita pubblica. L’ultima sarà a Spoleto, i primi di luglio, per il festival di Rai per il sociale, una delle pochissime novità dell’anno che però ieri è stata clamorosamente dimenticata, citata in zona Cesarini solo grazie alla domanda di un giornalista. 

 

Dicevamo di Cattelan, una scelta che il direttore di Raiuno Stefano Coletta definisce “osè”. Tra le novità un nuovo programma musicale per Andrea Delogu con “Tonica”, nuovi documentari sui fatti italiani per RaiDoc di Duilio Gianmaria, Marco Bellocchio che esordirà nella serialità con Esterno notte, tornando sul caso Moro. Poi altri due anni di contratto a Fabio Fazio, mentre Unomattina, in crisi di ascolti, è ancora senza conduttori. “Abbiamo tenuto botta in un anno difficilissimo, in cui alcune trasmissioni, tipo Ballando, venivano falcidiate dai contagi e con programmi condotti da casa. Abbiamo dato un po’ d’evasione agli italiani durante la pandemia, ma la nuova parola d’ordine sarà relazione: tornare a incontrarci e a fare spettacoli col pubblico”, sostiene Coletta. Che si vanta di “essere 5 punti sopra il principale competitor (Canale 5, ndr) nel prime time”. E secondo cui il “Teatro Ariston vuoto è l’emblema di un anno complicato”. E siccome Sanremo è sempre centrale, si ritorna a parlare di Amadeus e Fiorello, anzi di “Ama” e “Fiore” come li chiama Coletta e pure i cronisti (ma perché?). “Col conduttore stiamo parlando, non escludo nulla”, rivela il direttore di Raiuno, per la gioia di chi fa il tifo per l’Amadeus-ter. La platea televisiva, col Covid, è aumentata di 1 milione e 200 mila telespettatori. E la semestrale di pubblicità registrerà un più 9 per cento rispetto al 2019, perché “il 2020 non fa testo”, spiega l’ad di RaiPubblicità, Gian Paolo Tagliavia.