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Il rapporto tra gli italiani e il digitale: spariscono i complottismi, rimane qualche paura

Andrea Trapani

Le fake news e le fandonie sul 5G sembrano non aver attecchito e la fiducia sulle nuove tecnologie è alta. La sicurezza informatica però ancora preoccupa. I dati dello studio del Censis “Vivere e valutare la digital life”

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Il giudizio positivo degli italiani sulla democratizzazione digitale dei contenuti non è inficiato da paure relative all’eccesso di potere oligopolistico delle piattaforme o allo scadimento della qualità dell’offerta. Libri, film, serie tv, canzoni, musiche, corsi di formazione sono solo alcuni dei contenuti che, grazie alle piattaforme digitali, sono disponibili ovunque: a tutto ciò viene riconosciuto un grande valore di opportunità per le persone e per la società. A dirlo l’inedito studio del Censis “Vivere e valutare la digital life”, realizzato in collaborazione con WindTre, che ha voluto fotografare il rapporto tra italiani e digitale.

 

Le nuove paure sociali degli italiani online

Non è tutto oro quello che luccica, anzi. L’anno trascorso ha reso evidente come il web possa essere anche fonte di rischi, insidie e minacce alla sicurezza digitale.

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Nelle cronache si sono moltiplicati i casi di attacchi informatici che hanno colpito aziende e istituzioni, generando rallentamenti, danni sociali ed economici che hanno toccato direttamente anche clienti o utenti delle strutture colpite. Senza considerare poi i furti di identità digitale, fino ai casi di incitamento all’odio sui social. Il web quindi, come nuovo luogo della vita, è anche un contenitore di pericoli e forme originali di piccola e grande criminalità.

Che fare? Da questo punto di vista, il mondo digitale impone di verificare la percezione che ne hanno i cittadini, la propensione a tutelarsi, ad adottare comportamenti adeguati di prevenzione e salvaguardia dalle minacce. Esiste anche una dimensione psicologica sulle nuove paure sociali che si aggiungono e sovrappongono a quelle più tradizionali. A questo proposito, dai dati del rapporto, emerge che la maggioranza degli italiani (56,6 per cento) teme i rischi per la sicurezza informatica (per esempio mentre si fanno certe operazioni per lavoro, banca, acquisti online), mentre un terzo degli italiani è preoccupata per i minori nel libero accesso alla rete.

 

La fine di una fake news, nessuno (o quasi) teme più il 5G

Al contrario, trasversalmente, arriva una buona notizia. Si è consolidato il consenso sociale al 5G che è tanto più significativo in questa fase storica, in cui persino tecnologie essenziali come i vaccini sono state bersaglio di fake news e fandonie che si volevano screditanti. Infatti, nonostante l’attivismo online dei No5G (seppur in calo, come i sindaci che hanno sostenuto questa battaglia), tra gli italiani (oltre il 57 per cento) prevale l’apprezzamento verso la nuova rete 5G che, nell’immaginario collettivo, è in grado di garantire un salto di qualità nelle connessioni. Specie tra i giovani (68,4 per cento) e i laureati (62,5 per cento) che sono le due categorie che ne comprendono di più i benefici. Evidentemente, dicono gli esperti, l’esperienza concreta dei limiti tecnici delle connettività di fronte ad una crescita della sua domanda legata alla cosiddetta “digital life” hanno abbattuto le basi delle tesi complottiste. Finalmente.

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