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Vent'anni di Wikipedia, l'enciclopedia online che ci ha aiutati e omologati

Maurizio Stefanini

Tiene molto a sottolineare questo suo carattere libertario e dal basso, che le ha anche risparmiato di trovarsi in questo momento sui banchi degli accusati da parte degli antitrust

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“Hello, world”. Con questo saluto, lunedì 15 gennaio 2001 apparve su Internet Wikipedia. “L'enciclopedia online più grande, che ha aiutato lettori di tutto il mondo a consultare contenuti liberamente accessibili (e in continuo miglioramento) su innumerevoli campi dello scibile umano”, come oggi si celebra, tiene molto a sottolineare questo suo carattere libertario e dal basso. Proprio questa caratteristica le ha risparmiato di trovarsi in questo momento sui banchi degli accusati da parte degli Antitrust sia degli Stati Uniti che della Unione europea, come sta accadendo invece ad altri giganti iconici della epopea di Internet tipo Facebook, Twitter, Google, Microsoft o Amazon.

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“Hello, world”. Con questo saluto, lunedì 15 gennaio 2001 apparve su Internet Wikipedia. “L'enciclopedia online più grande, che ha aiutato lettori di tutto il mondo a consultare contenuti liberamente accessibili (e in continuo miglioramento) su innumerevoli campi dello scibile umano”, come oggi si celebra, tiene molto a sottolineare questo suo carattere libertario e dal basso. Proprio questa caratteristica le ha risparmiato di trovarsi in questo momento sui banchi degli accusati da parte degli Antitrust sia degli Stati Uniti che della Unione europea, come sta accadendo invece ad altri giganti iconici della epopea di Internet tipo Facebook, Twitter, Google, Microsoft o Amazon.

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Wikipedia è diversa perché, innanzitutto, dal 2003 è affidata a Wikimedia: una fondazione senza scopi di lucro che incoraggia la crescita di contenuti liberi cui tutti hanno accesso gratuito, e che s'impegna a trovare fondi attraverso le donazioni volontarie dei suoi numerosissimi sostenitori. E poi, effettivamente, chiunque può contribuire a cambiarla dal basso. E tuttavia, altri effetti di un monopolio la Wikipedia li ha avuti comunque. All’origine ci fu Jimmy Wales: un bimbo prodigio nato in Albama nel 1966. A tre anni sapeva legge, a 16 si diplomò, e poi divenne ricco come agente di Borsa a Chicago. Ma la sua passione era sempre stata quella di divorare enciclopedie, e dopo aver fondato all’inizio dell’era di Internet un portale di ricerca sulla musica pop nel marzo del 2000 si mise in testa di creare una enciclopedia definitiva, basata sul contenuto libero on line. Come caporedattore di questa Nupedia assunse un filosofo: Larry Sanger, nato nello stato di Washington nel 1968 e cresciuto in Alaska. Ma Sanger capì subito che una idea del genere affidata a esperti sarebbe stata ostica da far decollare e gestire. Il messaggio pubblicato sul frontespizio del primo messaggio invitava dunque tutti a spendere 5-10 minuti del proprio tempo per inserire una “voce”. L’interazione fu resa possibile da wiki: da un termine hawaiano che vuol dire “veloce”, è un software ideato nel 1995 da Ward Cunningham, il cui aspetto principale è quello di facilitare la creazione e la modifica di un pagina, consentendo collegamenti ipertestuali con altre pagine. Di ogni singolo contenuto, inoltre, è disponibile una cronologia delle versioni precedenti.

    

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Da progetto complementare di Nupedia, in breve Wikipedia la fagocitò. E, addirittura, arrivò a uccidere tutte le altre enciclopedie del mondo, o quasi. Sopravvivono, per ora, quelle che come la Britannica o la Treccani sono legate a fondazioni e progetti istituzionali. Ma è scomparso tutto il resto: a partire dai primi progetti online come la Encarta di Microsoft. Nessun altro può riuscire a offrire, gratis. la stessa vastità di voci, rapidità di aggiornamenti e anche varietà linguistica: gli ultimissimi dati danno 316 idiomi, compresi vari dialetti italiani, il latino e 8 lingue artificiali. Con 1.145 amministratori solo per la sua versione in inglese, ci sono 319.685 utenti attivi e 93.634.951 utenti registrati. Le voci sono oltre 6,6 milioni in inglese, e più di un milione e 600mila in italiano.

    

Da quando c’è Wikipedia la categoria professionale dei venditori di enciclopedie è scomparsa, le ricerche scolastiche si somigliano e quando, ad esempio, muore un vip anche gli articoli di giornale tendono a riportare dei copia incolla tutti uguali. Anzi, sui giornali sono ormai scomparsi proprio quegli approfondimenti che una volta accompagnavano i grandi fatti, e che i lettori ritagliavano per conservare. “Una scheda sugli impeachment negli Stati Uniti prima di Trump? Inutile. C'è già su Wikipedia”.

  

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