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L’emergenza sanitaria rivela l’importanza delle reti (Rete compresa)

David Allegranti

Antonio Capone, preside di Ingegneria al Polimi: “Servono più investimenti nella ricerca e nella tecnologia”

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Roma. E’ durante le emergenze che vengono fuori i limiti delle infrastrutture e del sistema. Sanità, logistica, trasporti. Vale anche per la Rete e la trasmissione dati via cellulare. Secondo Italia Digitale 2020, il piano strategico varato dal governo nel 2015, l’obiettivo è la copertura ad almeno 100 mbps fino all’85 per cento della popolazione; la copertura ad almeno 30 Mbps della restante quota di popolazione; la copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole, ospedali), delle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, delle aree industriali, delle principali località turistiche e degli snodi logistici. Purtroppo, stando al sito di Italia Digitale, nel 2018 solo il 58 per cento delle unità immobiliari (case, uffici) è raggiunto da una velocità di connessione in download di almeno 30 Mbit al secondo, mentre solo il 12,1 è raggiunto da una velocità di connessione superiore a 100 Mbit al secondo in download. 

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Roma. E’ durante le emergenze che vengono fuori i limiti delle infrastrutture e del sistema. Sanità, logistica, trasporti. Vale anche per la Rete e la trasmissione dati via cellulare. Secondo Italia Digitale 2020, il piano strategico varato dal governo nel 2015, l’obiettivo è la copertura ad almeno 100 mbps fino all’85 per cento della popolazione; la copertura ad almeno 30 Mbps della restante quota di popolazione; la copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole, ospedali), delle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, delle aree industriali, delle principali località turistiche e degli snodi logistici. Purtroppo, stando al sito di Italia Digitale, nel 2018 solo il 58 per cento delle unità immobiliari (case, uffici) è raggiunto da una velocità di connessione in download di almeno 30 Mbit al secondo, mentre solo il 12,1 è raggiunto da una velocità di connessione superiore a 100 Mbit al secondo in download. 

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Questi giorni di emergenza, tra chiusura delle scuole e obblighi di permanenza quotidiana a casa, sta aumentando il carico di lavoro sulla rete e sui server. Qualcuno se ne sarà senz’altro accorto stando a casa. Non deve stupire: l’afflusso di persone che per lavoro, didattica o intrattenimento stanno usando di più la Rete è inevitabilmente aumentato. Ieri AgCom ha annunciato misure per il miglioramento delle condizioni di offerta dei servizi di rete da parte di Telecom Italia. AgCom chiederà anche agli operatori di fare uno sforzo per cercare di assicurare nel più breve tempo possibile un aumento della banda media per cliente, su rete fissa, di almeno il 30 per cento. Al contempo, l’Unione Europea ha chiesto a Netflix e YouTube – per bocca di Thierry Breton, commissario al Mercato Interno – di fermare i servizi ad alta definizione per evitare la congestione della rete. I problemi, insomma, sono molti.

 

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“Ma dobbiamo fare alcune distinzioni, perché la rete è fatta di varie componenti”, spiega al Foglio Antonio Capone, professore di telecomunicazioni e preside della Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione al Politecnico di Milano. “Ci sono ovviamente le infrastrutture di accesso che consentono alle comunicazioni di arrivare fino a noi, ci sono le reti degli operatori e ci sono i server dei fornitori di servizio, che forniscono le piattaforme per i vari servizi che usiamo, dalle videoconferenze ai videogiochi. Il problema è possiamo avere difficoltà in ciascuno di questi pezzi”. I gamer per esempio in questi giorni hanno riscontrato un pesante rallentamento del download dei videogiochi. “Ecco, la console per i videogiochi rallenta nel download per un concorso di colpa, tra cui c’è anche la rete sovraccarica, ma tenderei a dire che il problema principale è dei server che forniscono i videogiochi. In questo caso la rete è solo marginalmente responsabile, ma il rallentamento è probabilmente dovuto al fornitore del servizio che sta ricevendo molte richieste di download. Altri rallentamenti si notano nelle videoconferenze, con la voce che va e viene. Quello che vediamo è il sintomo ma la malattia può riguarda la rete come altri pezzi”.

 

Capone, che è preside di Ingegneria al Polimi, in questo momento deve gestire la videodidattica per 45 mila studenti e 1.500 professori e “le piattaforme per le videoconferenze sono ovviamente sovraccariche; anche qui il problema non è tanto la rete, che può avere una parte di colpa, quanto il server che fornisce il servizio”. Da Skype a Zoom. Queste piattaforme devono gestire oggi un carico superiore a quello normale. Il che naturalmente è una fortuna per chi fornisce questi servizi a pagamento e vede aumentare le sottoscrizioni. Un po’ meno per gli utenti perché, osserva Capone, questi servizi “stanno facendo fatica a dimensionare i loro server. Non dobbiamo dimenticare che i problemi che stiamo riscontrando dipendono dal dimensionamento dei server delle piattaforme”. Secondo una stima del professor Capone, basata su sue fonti, “la rete fissa casalinga ha avuto un aumento dei volumi di byte del 50 per cento. No, non è raddoppiato, come qualcuno sostiene, perché altrimenti sarebbe stato un disastro”. L’aumento sulla rete mobile invece è stato finora del “10-20 per cento, spiega il professor Capone. Gli operatori per ora hanno risposto regalando giga ai propri clienti”. 

 

Con più banda larga a disposizione avremmo avuto una situazione più agevole, osserva il professore: “Più banda larga nelle case italiane avrebbe portato a una facilità di accesso ai servizi che stiamo utilizzando e che richiedono maggiore volume dei dati, dal telelavoro all’intrattenimento. Ma in termini assoluti di qualità per chi ha già una rete insoddisfacente continuerà a essere insoddisfacente. Ad accorgersene di più sono quelle famiglie di 3-4 persone che sono passati da un utilizzo saltuario la sera a uno continuativo durante tutta la giornata, tra figli che devono seguire le lezioni e genitori che devono lavorare da casa. C’è un problema se il ‘tubo’ della rete, tanto per semplificare, non è abbastanza grosso. Io a casa ho la fibra, siamo in 4 e tutti collegati. Quindi non ho problemi. Ma se avessi avuto una Adsl lenta avrei delle difficoltà”. Il problema è che la fibra non arriva dappertutto. Neanche nelle grandi città. E il mitologico 5G per le reti cellulari semplicemente non c’è perché mancano ancora le infrastrutture. Quindi inutile farci affidamento, oggi. “Nessuno può sperare di risolvere questa crisi con il 5G, perché si sta sviluppando adesso. C’è tutto un lavoro fisico da fare che in alcune città è appena partito e che non terminerà prima di 1-2 anni. Oltretutto, sono pochi i terminali abilitati. Per dire, l’iPhone non ha il 5G”. Dunque che cosa possiamo trarre da questa emergenza sanitaria? “L’importanza delle reti, alle quali dovremo prestare attenzione e che andranno sviluppate perché potranno esserci d’aiuto in futuro anziché spremere gli operatori telefonici. E’ come un ospedale: avere più letti a disposizione di quelli che servono è importante nelle situazioni di crisi in cui c’è più bisogno di spazio per le persone ammalate”. Tuttavia, in questi anni “abbiamo gradualmente tolto attenzione e investimenti. Se dobbiamo trarre un insegnamento è proprio questo: servono più investimenti nella ricerca e nella tecnologia”. 

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