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Il Foglio sportivo - calcio e finanza

Quanto costa la pirateria agli eventi sportivi italiani

Matteo Spaziante

La nuova indagine condotta da Ipsos per conto di Fapav, presentata nei giorni scorsi, conferma l’importante incidenza degli atti illeciti, sopratutto nel mondo dello sport live, in Italia

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Cresce la pirateria online e cresce soprattutto nel mondo dello sport. La nuova indagine condotta da Ipsos per conto di Fapav (Federazione per la tutela delle Industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali), presentata nei giorni scorsi, conferma l’importante incidenza del tema pirateria in Italia. Basti pensare che nel 2022 le stime parlano di circa 345 milioni di atti illeciti, ovverosia 30 milioni in più rispetto all’anno precedente (+9 per cento). 

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Cresce la pirateria online e cresce soprattutto nel mondo dello sport. La nuova indagine condotta da Ipsos per conto di Fapav (Federazione per la tutela delle Industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali), presentata nei giorni scorsi, conferma l’importante incidenza del tema pirateria in Italia. Basti pensare che nel 2022 le stime parlano di circa 345 milioni di atti illeciti, ovverosia 30 milioni in più rispetto all’anno precedente (+9 per cento). 

Un aumento spinto soprattutto dallo sport live, che ha fatto registrare una crescita del 26 per cento, confermandosi come l’unico contenuto che ha un trend di crescita negli ultimi anni. Lo sport live è l’unica tipologia di contenuti che continua a vedere una crescita in termini di attività illegale. Nel 2017 infatti erano stimati 14,7 milioni di atti di pirateria, con una incidenza del 7 per cento sul totale, mentre nel 2022 si è passati a 40,9 milioni (+178 per cento) con una incidenza del 15. 

Non a caso, la Lega Serie A e le emittenti da mesi stanno spingendo con la politica per poter dare i giusti mezzi per interrompere questo trend. “Intervenire in tempo reale è cruciale in questa battaglia, soprattutto quando il contenuto piratato è un evento sportivo live”, le parole di Andrea Duilio, ad di Sky Italia. Soprattutto, considerando che si parla di “un fenomeno che sottrae al nostro settore più di 800 mila euro al giorno, oltre 24 milioni di euro ogni mese”, ha aggiunto Stefano Azzi, ceo di Dazn Italia. Anche perché, come ricordato anche dal ministro dello sport Andrea Abodi, si tratta di “un fenomeno di dispersione economica, ma soprattutto criminale: chi compra partite di calcio o film piratati non si rende conto di finanziare droga, armi, prostituzione, attività tipiche di ambienti criminali”.

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