Foto Ap, via LaPresse

Il ritiro di Mesut Ozil lascia un vuoto negli appassionati di calcio cresciuti su Youtube

Alessandro Ferri

Il tedesco è uno dei calciatori che ha più video a lui dedicati sulla piattaforma video, uno dei più apprezzati per le skills. Ascese e cadute di un giocatore che ha dominato e modellato a suo piacimento l'arte dell'assist

Il calcio è sempre stata una cosa facile per Mesut Özil. Un tocco palla ai limiti della leggiadria estetica, una visione di gioco fuori dal normale e una sinuosità che dava una musica a un gioco che spesso ha bisogno di essere duro e concreto. Per questo, forse, stare nel calcio non è stato facile per Özil quanto giocare. La lettera con cui ha annunciato il ritiro è un messaggio d’amore al gioco che lo ha reso, a suo modo, un’icona degli anni 10.

  

"Ho avuto il privilegio di essere un professionista per 17 anni – dice –, ma nelle ultime settimane, dopo aver avuto diversi infortuni, ho capito che è tempo di lasciare il mondo del calcio". Özil è uno dei calciatori che ha più video di skills, assist e gol su Youtube e non poteva essere altrimenti.

   

    

Il mito del calciatore turco-tedesco è nato allo Schalke 04, ma è nell’estate del 2009, durante l’europeo Under 21, che è venuto fuori con prepotenza.

 

Il suo enorme talento, che con il Werder Brema ha trovato spazio di espansione, a Madrid non ha brillato come ci si aspettava. Colpa di un contesto enormemente diverso, a quel tempo ancora ossessionato dalla competizione con il Barcellona di Guardiola e dalla caccia alla decima Champions, colpa soprattutto di un allenatore, José Mourinho, che non ha mai valorizzato abbastanza quel tipo di calciatore. Kakà, Alli, Zaniolo, Juan Mata, Joe Cole, Özil, hanno tutti faticato. Forse solo Wesley Sneijder e Paulo Dybala si sono trovati a suo agio con Mou e con il suo modo di vedere il calcio, ma sono due trequartisti atipici.

          

Via da Madrid, il punto di arrivo di ogni bambino che sogna di fare il calciatore, verso Londra, verso un nuovo inizio. All’Arsenal Özil ha vissuto la coda del wengerismo e la difficile ricostruzione, ma si è tolto alcune soddisfazioni, in una città che lo ha accolto e in cui ha potuto esprimere tutta la sua grandezza stilistica. La cifra del suo gioco non è mai stato il gol, quanto l’assist, un’arte che ha dominato e modellato a suo piacimento, come fosse una materia plastica, una creta.

 

È coi Gunners, dove si è sentito libero di fare quasi tutto ciò che gli passava per la testa, che si è consacrato come uno dei migliori interpreti del suo ruolo, almeno in anni recenti.

   

Foto Ap, via LaPresse  
      

Eppure, il genio di un calciatore irrequieto e magico è stato al centro di polemiche, problemi, casi politici addirittura. Sì, perché Özil, che è nato a Gelsenkirchen nel 1988, ma è di origine turca, tanto che era eleggibile per entrambe le nazionali, ha giocato e vinto un mondiale con la Germania, ma è molto amico di Erdogan. Questo ha generato non pochi imbarazzi, soprattutto quando il calciatore si è espresso in difesa dell’autocrate, che è stato anche suo testimone di nozze. Un’amicizia così ingombrante ha avuto un effetto sulla sua carriera: una volta superato il picco, è andato a giocare in Turchia, prima al Fenerbahce, poi alla squadra del ministero dello sport, il Basaksehir.

   

Nel mentre, tra Londra e Istanbul, Özil ha progressivamente svestito i panni del calciatore, non tanto per sopraggiunti limiti di età, quanto per sopraggiunta evoluzione del calcio, mettendo quelli dell’attivista. La difesa della causa uigura, la minoranza musulmana perseguitata nella provincia cinese dello Xinjiang lo ha portato ad allontanarsi dall’Arsenal e alla cancellazione dai media di Pechino e dintorni. Eppure, nel suo modo di pensare, twittare per mettere pressione ai governi a maggioranza islamica aveva senso.

  

Da ieri, dopo qualche mese da svincolato, ha appeso gli scarpini al chiodo, lasciando un vuoto negli appassionati di calcio cresciuti su Youtube: un popolo di fan alle prese con l’invecchiamento che da ieri si chiede: “Ma quanto era bello quando Özil faceva assist vedendo cose che vedeva solo lui?”

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