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QATAR 2022 - DIALOGHI MONDIALI/7

A Qatar 2022 la politica è la vera protagonista

Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore

Questo Mondiale ha una buona sceneggiatura: nello stesso girone l'ultima giornata vede Iran-Usa, con tutto quello che vuol dire, e Inghilterra-Galles, che mette in difficoltà pure il re

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“Dialoghi mondiali” accompagnerà ogni giorno di Qatar 2022. Un dialogo quotidiano tra il calcio e il faceto tra Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore sui temi di giornata, o forse no, dei primi Mondiali invernali della storia.


 

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GIUSEPPE - Qatar 2022 è un Mondiale ancora tecnicamente tiepido, ma sta regalando una storia da copertina al giorno. Ieri il secondo atto dell'Iran, i cui giocatori hanno cantato l'inno con la morte nel cuore, ma non hanno rinunciato a farsi sentire: proprio al momento dell'inno Azmoun ha esibito a favore di telecamera un tatuaggio in inglese, cosa profondamente avversata dal regime di Teheran. Giovedì è stato arrestato Voria Ghafouri, terzino destro nel giro della Nazionale che più volte aveva appoggiato posizioni ostili al governo, amico personale di molti calciatori. La sensazione è che vivano e giochino su un crinale sottilissimo e una vittoria come quella di oggi sia per loro ossigeno puro anche al di là del risultato sportivo. Particolarmente coinvolto nelle vicende iraniane, al microfono della Rai Andrea Stramaccioni non è riuscito a trattenere l'esultanza al gol dell'1-0. Anche in questi tempi cinici, il calcio non ha perso il suo potere di rendere universali e immediate anche le storie più complicate e lontanissime da noi.

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FULVIO - L'Iran ha fatto quello che doveva nella prima partita. Ha portato i riflettori su di sé con quella protesta e ora tutto diventa simbolico: anche quando hanno cantato l'inno hanno sfruttato le telecamere del mondo per rendere evidente la costrizione. Cantato a mezza bocca, di malavoglia, mentre sugli spalti si vedeva gente in lacrime. Potevano non cantarlo nemmeno stavolta? Non oso immaginare le pressioni ricevute, non oso immaginare cosa pensa un calciatore che sta per scendere in campo se sa che il giorno prima è stato arrestato proprio un altro giocatore per le posizioni contro il regime. Sono i più politici di un Mondiale in cui bisognava parlare del Qatar e, infatti, si riesce pure a parlare del Qatar. Perché è quatariota la polizia che ha cercato di impedire l'ingresso delle tifose iraniane con le maglie che ricordano cosa sta accadendo nel loro paese.

 

GIUSEPPE - La partita è stata inoltre appassionante, una delle più fiammeggianti del Mondiale, per merito esclusivo del Team Melli, visto che il Galles sembra sempre più una simpatica congrega di volenterosi minatori con i due giocatori più rappresentativi - Bale e Ramsey - nelle condizioni atletiche di due miliardari in vacanza a Tenerife. Queiroz ha ritoccato pesantemente il sistema di gioco rinunciatario del primo match e ha ricevuto risposte importanti sia delle stelle "europee" che dalla manovalanza tipo Rouzbeh Cheshmi, l'uomo della prima vittoria iraniana ai Mondiali contro una squadra europea. E' il primo giocatore di Qatar 2022 a segnare da fuori area.

 

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FULVIO - Diciamo che non so chi, ma qualcuno di sovrannaturale che protegge il calcio c'è già. Mi viene in mente Hazard, che ha preso praticamente in giro i tedeschi dicendo che si sono concentrati su altro e non sul campo e hanno perso. Ecco, magari era pronto a dire che l'Iran doveva pensare a giocare, magari lui o qualcuno come lui si è dato ragione da solo al novantesimo. Ma questi sono i Mondiali dei lunghi recupero e allora quell'entità sovrannaturale che per semplificare chiameremo “Dio del pallone” ha deciso che in quel lungo recupero l'Iran doveva segnare, e perché nessuno dicesse che "è stato un caso", che ne segnasse due. E comunque ho visto miliardari in vacanza a Tenerife più in forma di Bale e Ramsey, pur senza essere mai andato a Tenerife.

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GIUSEPPE - Invece Inghilterra-Usa è stata di gran lunga la partita più brutta del Mondiale. C'era da capirle: in virtù del fatto che il primo criterio di qualificazione a parità di punti è la differenza reti, con il punto l'Inghilterra può anche perdere con 3 gol di scarto contro il Galles per andare agli ottavi. Quanto agli Usa, con il pareggino sono padroni del proprio destino nel match senza ritorno contro l'Iran. Il secondo tempo alla camomilla è stata la conseguenza di tutto ciò. Inutile trarne considerazioni tecniche, anche se è un po' triste che la grande Inghilterra si presti a codeste manfrine.

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FULVIO - Per fortuna non dovevamo scriverci durante il secondo tempo, perché stavo rischiando di addormentarmi. Non fosse che il risultato un po' se lo sono tenuto le due squadre facendo un calcolo mi smonta anche l'idea, se vedi i risultati, che questo sia un girone pazzo, perché la squadra che ne aveva fatti sei nella prima giornata non ha segnato e quella che ne aveva presi sei ha vinto. Però è un po' meno sorprendente di così, ci siamo detti.

 

GIUSEPPE - A questo punto, martedì Iran-Usa sarà questione di vita o morte sportiva, con enormi connotazioni politiche che non è nemmeno necessario ribadire. Gli Usa di ieri sera sono sembrati molto più organizzati e avveduti che lunedì contro il Galles, ma mi domando quanto la lucida follia degli iraniani - che sembrano ondeggiare costantemente tra esaltazione e disperazione - possa metterli in difficoltà. Oltretutto (a parte la disfatta con l'Inghilterra) storicamente l'Iran ha sempre offerto eccellenti prove difensive ai Mondiali: per me sono favoriti loro.

 

FULVIO - In questo Mondiale sembra che la politica sia la vera protagonista. Non che la storia dei Mondiali stessi non lo sia, il potere lo ha sempre visto come un'occasione e ci sono stati storici regolamenti di conti in partite come queste. Ma che nello stesso girone l'ultima giornata veda Iran-Usa, con tutto quello che vuol dire, e Inghilterra-Galles, che mette in difficoltà pure il re, mi pare tanto significativo quanto divertente. Se non altro questo Mondiale ha una buona sceneggiatura. Anche la giornata di domani non sembra male.

 

GIUSEPPE - Infatti è arrivato il giorno dello psicodramma argentino - non pensavo così presto. Gerardo Martino detto "el Tata", ct argentino del Messico, può buttare giù Messi dal suo ultimo Mondiale già alla seconda partita. L'Argentina fuori ai gironi non capita da vent'anni, di fatto dall'ultimo Mondiale senza Messi, quello in Asia del 2002 in cui il ct argentino era Marcelo Bielsa, grande amico del Tata con cui ha scritto la storia del Newell's Old Boys. Penso (e spero) che l'Argentina si darà una forma un po' più presentabile soprattutto a centrocampo, il che per me vuol dire dare tutto in mano al mio pallino Enzo Fernandez, 21enne formidabile del Benfica che ha eliminato la Juve in Champions. Poi ovviamente tutto passa da Messi, e penso che lui ne sia pienamente consapevole.

 

FULVIO - Ma sai che in Argentina tira una lieve aria complottista, dopo la prima sconfitta? C’entra un accordo commerciale di Messi e l’Arabia Saudita per la promozione turistica in un progetto che arriva al 2030. E cosa c’è nel 2030? Un altro Mondiale? E chi si candida? L’Arabia Saudita, peraltro contro l’Argentina. In realtà mi sembra una fesseria gigantesca anche per chi sommessamente la sostiene, ma mi andava di dirla perché rende l’idea di come il calcio renda scemi, che a volte è anche piacevole ma non sempre. Comunque, è la partita del giorno. Il primo Mondiale senza Maradona non può finire così.

 

GIUSEPPE - In bocca al lupo anche a Daniele Orsato che la arbitrerà, e a Collina che lo ha designato sfidando la scaramanzia: nel 2010 Argentina-Messico fu diretta da Rosetti e fu la pietra tombale sulla sua carriera, per colpa della sciagurata decisione (condivisa con gli assistenti) di convalidare un gol di Tevez clamorosamente irregolare. Non dimentichiamoci di Francia-Danimarca, partita-talismano dei Bleus: ogni volta che l'hanno avuta nel girone (1984, 1998, 2000, 2018) poi hanno sempre vinto il torneo! E i danesi rischiano grosso, specialmente se alle 11 la Tunisia dovesse battere l'Australia.

 

FULVIO - È l’occasione per pesare la Francia, che continuo a ritenere una delle favorite e mi pare una storia che si può scrivere facile. La squadra con tanti campioni, con tanti infortuni, che trova altre risorse. Lo so che l’ho già detto, ma lo ripeto per far capire che mi sto innamorando di questa vicenda. No, non cambio squadra: restiamo per la Croazia e, appunto, per la Danimarca. Non si dica che scegliamo vie facili, quando si parla di pallone.

 

GIUSEPPE - E poi torna l'Arabia! Hai visto il video di Renard che suona la carica nell'intervallo, in inglese, con un traduttore impassibile, a 26 arabi sotto di un gol contro Messi, e poi quelli tornano in campo e ribaltano il risultato? Puro Mondiale. Sarei molto sorpreso se si ripetessero anche contro la Polonia, ma i polacchi sono specializzati nel giocare male, a volte malissimo, le partite decisive. E guardo con curiosità anche alla Tunisia, che ha fatto un figurone contro la Danimarca: riuscirà a ripetersi contro la ruvida Australia, la quale ha comunque ancora ampie chances di qualificazione?

 

FULVIO - Sai che questo Mondiale che sembrava iniziasse con risultati scontati sta diventando una cosa sorprendente? Pensa, aspettiamo l'Arabia perché siamo convinti di vedere un'altra bella partita, un calcio nuovo. Inizialmente avremmo guardato certe partite come si guarda un incidente in autostrada: con curiosità, ma più che altro per capire l'entità del disastro. Si è rimpicciolito il mondo e lo trovo molto bello. Però mi sto facendo trasportare dall'entusiasmo e qui finisce che inizio a tifare per l'Arabia Saudita, la Francia, qualunque altra squadra. Che a pensarci bene è un modo facile per dire che ho scelto la squadra giusta, quello di scegliere tutte. Mi rendo conto ora che ho appena detto il contrario del commento di prima. Torniamo alle partite di ieri?

 

GIUSEPPE - Davvero brutta l'Olanda, che prima specula sul precoce 1-0 di Gakpò, poi specula sull'1-1, poi si rattrappisce sempre più e non vede l'ora che arrivi il 96'. A fine partita Mastro Van Gaal sorrideva sornione e ne ha ben donde, visto che gli sarà sufficiente battere il Qatar per vincere il girone e trovare agli ottavi Iran o Usa; ma dovrà inventarsi dei gran numeri per spingersi oltre gli eventuali quarti di finale. Ecuador davvero bene, anche oltre Enner Valencia, del quale però sono da valutare le condizioni visto che è uscito malconcio.

 

FULVIO - Pensavo che stavolta non avresti menzionato Van Gaal, ma apprezzo: nella gioia e nel dolore (che poi dolore, insomma). Valencia è praticamente l’unico che segna nell’Ecuador, però se è uscito dal campo così può darsi che non abbia una cosa da poco. Pur essendo lui capace, anni fa, di fingere un malore in campo per saltare il processo a cui doveva presentarsi per non aver pagato gli alimenti al figlio. Non è questo il caso, direi.

 

GIUSEPPE - Il Senegal fa il suo dovere e spedisce a casa con 90 minuti d'anticipo il Qatar - che poi a casa c'è già, anche se visto il calore dei suoi cosiddetti tifosi sembra giocare in capo neutro. Una squadra improbabile che passa alla storia come la prima padrona di casa della storia dei Mondiali a essere aritmeticamente eliminata già alla seconda partita. Il Senegal si giocherà tutto con l'Ecuador, ma a occhio è superiore per risorse e talento ai sudamericani. Personalmente contento per Boulaye Dia, primo calciatore della Salernitana a segnare ai Mondiali, un attaccante poco appariscente e molto utile che sembra poter rendere in ogni contesto.

 

FULVIO - Il Qatar mi spaventava, prima dell'inizio. Tutto sommato non aveva cattivi giocatori, ma avrebbe affermato un principio malsano: che, in fondo, basta avere i soldi e tutto si può far. Invece hanno avuto dodici anni per preparare queste partite e hanno dovuto aspettare il 63' della seconda gara per il primo tiro in porta. Recuperi compresi, dopo 168 minuti dall'esordio al Mondiale. Poi qualcosa hanno fatto vedere, ma è proprio la prova che fuori dal laboratorio in cui creano i talenti c'è bisogno di un'abitudine alle partite complicate. Che in un Mondiale sono tutte.

 

GIUSEPPE - Ai Mondiali le partite sono tutte complicate, ai Mondiali le partite sono tutte da guardare. Sotto ogni ciottolo può nascondersi il genio della lampada. A proposito, domani devo parlarti del ct della Tunisia nato a Tozeur.

 

FULVIO - Me lo segno.
 

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