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il foglio sportivo

Bastone e carota, così il Sion prova a gestire Balotelli

Michele Giraldi

Dentro l'avventura svizzera di Super Mario, che dopo aver iniziato la stagione in Turchia, ha finora giocato 52 minuti in due partite

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Sono due i giorni che i tifosi del Sion hanno cerchiato di rosso sul calendario di questa ancor breve stagione: il 31 agosto e il 16 settembre. No, non c’è stato alcun risultato eccezionale, la squadra ottimamente pilotata da Paolo Tramezzani non ha zittito alcun avversario di grido; quelle date riguardano esclusivamente Mario Balotelli. A lungo corteggiato dal vulcanico presidente Christian Constantin, alla fine dello scorso mese SuperMario ha ufficialmente ceduto alla corte del club, sottoscrivendo un ricco contratto. A metà settembre è invece stato diffuso, ed è divenuto velocemente virale, il video nel quale si vede l’attaccante classe ‘90 barcollare fuori da un locale di Losanna. Il nome di Balotelli tira sempre e ovunque, soprattutto in una Super League che raramente è stata in grado di produrre o vendere icone, e così per una serata “allegra” (“stavo scherzando con degli amici”, ha raccontato lui sui social) si è alzato un polverone di dimensioni colossali. Così grandi da spingere il Sion a esporsi pubblicamente con un comunicato per difendere il suo tesserato e provare a salvare la faccia. 

 

“La società si rammarica che questo video abbia assunto proporzioni inutili e sproporzionate che danneggiano l’immagine del nostro attaccante”, hanno urlato dal club biancorosso. “Dopo la vittoria contro il San Gallo leader della classifica gran parte della squadra si è recata a Losanna per festeggiare”. E poi ancora, “Mario ha avuto un principio di bronchite e non avendo potuto allenarsi non è stato convocato per la prossima partita (quella giocata e vinta lo scorso weekend in Coppa Svizzera (ndr)”. Una nota classica, insomma, che convincerebbe chiunque se protagonista della vicenda non fosse la punta azzurra, conosciuta per i suoi colpi dentro come anche fuori dal rettangolo di gioco. 
La società elvetica ha d’altronde scelto l’ex enfant prodige del calcio continentale anche per questo.

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Per le sue qualità certo, confermate nell’ultima annata in Turchia (18 gol e 4 assist in 31 presenze), ma anche per il suo essere un catalizzatore naturale di attenzioni. Con Mario in rosa l’interesse attorno a un club tanto ambizioso quanto, in passato, capace di sprecare le proprie enormi risorse, è infatti immediatamente esploso. Prima si parlava di Sion e del Sion in Svizzera. Ora, grazie anche all’ex Inter, Milan, Manchester City, Liverpool e Nizza (giusto per citare qualche avventura), è oggetto di discussione anche oltre i confini nazionali. 

 

La visibilità è aumentata, i mezzi economici non sono mai mancati. Nel Canton Vallese stanno lavorando per entrare in una nuova dimensione, quella che accoglie le società grandi in patria e sempre presenti in Europa. Per riuscire nel loro intento dovranno però crescere con continuità. Sul rettangolo verde hanno cominciato con il piede giusto, firmando un buonissimo avvio di campionato (quattro vittorie e due pari in otto turni per il quarto posto in classifica, a tre punti dalla vetta), fuori devono tuttavia impegnarsi ancora a fondo per spremere al meglio, tutelandolo il più possibile, il simbolo Balotelli. Un simbolo che, premiato con un biennale – a proposito di continuità – finora ha funzionato solo come figurina e come portafortuna.

 

Completato tutto il lavoro estivo all’Adana Demirspor, in Svizzera il bresciano ha infatti fino a questo punto messo insieme 52 minuti non indimenticabili in due partite, entrambe vinte. La gestione del Mario rossocrociato è la chiave di tutto. Se a Sion sapranno usare carota e bastone, coccolandolo ma anche mostrandosi intransigenti davanti a comportamenti non irreprensibili, allora il matrimonio sarà convincente e vincente per entrambi. Ma non sarà semplice, perché se le qualità tecniche dell’azzurro sono note ed evidenti e gli permettono ancora di dominare, quando ne ha voglia, con gli anni la sua etica lavorativa non ha subito impennate. 

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Al Tourbillon, dove la squadra è di casa, soprattutto dopo le ultime polemiche le bocche sono ufficialmente cucite. Le chiacchiere ufficiose però non mancano. E queste raccontano di un calciatore professionale, professionista, ma non certo improvvisamente riscopertosi un lavoratore instancabile. Balotelli timbra il cartellino e suda accanto ai compagni, che hanno prestissimo smesso di vederlo come una superstar viziata per accorgersi quanto piacevole e alla mano sia, senza però dannarsi per diventare il leader di un gruppo che lo seguirebbe volentieri. Questo basterà per accontentare il sergente di ferro Paolo Tramezzani, mister che vive il suo lavoro come una missione e non lascia mai nulla al caso? Questo basterà per soddisfare il sanguigno Christian Constantin? Un presidente capace di essere generosissimo con chi bagna la maglia quanto implacabile con chi non si spreme per la sua creatura. Un presidente che in quanto a pazienza, verso gli allenatori come anche i giocatori (Valon Behrami è l’ultimo “italiano” durato poco alla sua corte), avrebbe potuto “giocarsela” con il compianto Maurizio Zamparini. Basterà? Come direbbero a Sion, affaire à suivre.
 

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