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editoriali

La sberla del tribunale Figc alla procura sul caso plusvalenze

Redazione

"Non esiste un metodo oggettivo per valutare i calciatori". Ecco le motivazioni con cui il tribunale federale ha prosciolto le 11 società di calcio e i 59 dirigenti (tra cui Agnelli e De Laurentiis). Bocciato il metodo di valutazione elaborato dalla procura

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Non esiste un metodo unico e oggettivo per stabilire il valore reale di un calciatore. D’altronde, in caso contrario il libero mercato non esisterebbe più. Sono le ragioni principali, contenute nelle motivazioni depositate nei giorni scorsi, che hanno spinto il tribunale federale della Figc a prosciogliere le 11 società di calcio e i 59 dirigenti e amministratori (tra cui il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e quello del Napoli, Aurelio De Laurentiis) deferiti dalla procura per il caso plusvalenze nel mondo del calcio.

 

Secondo la procura, in diversi casi le società avevano gonfiato in maniera fittizia le valutazioni dei calciatori acquistati o ceduti per dar vita a plusvalenze per far quadrare i bilanci. Con la sua decisione, il tribunale federale ha demolito l’intero impianto accusatorio del processo sportivo, fondato sulla convinzione che sia possibile stabilire un sistema per calcolare in maniera oggettiva il valore dei calciatori, e di conseguenza individuare i casi di plusvalenze fittizie. Per sostenere l’accusa, la procura aveva infatti elaborato un proprio metodo di valutazione, basato su alcuni criteri (come età, ruolo, carriera sportiva, storia economica dei trasferimenti), e poi sul confronto con le valutazioni elaborate dal sito Transfermarkt.

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Un metodo paradossale, come notato dal tribunale, in quanto fondato sul confronto con “un sito privato (peraltro non unico), privo di riconoscimento ufficiale” e “influenzato da valutazioni di soggetti privati meri utenti del sito stesso”. La verità, afferma chiaramente il tribunale, è che “il libero mercato non può essere guidato da un metodo valutativo (quale che esso sia) che individui e determini il giusto valore di ogni singola cessione. Non foss’altro perché, in tal caso, il libero mercato non esisterebbe più per la fissazione di corrispettivi di cessione sostanzialmente predeterminati da quel metodo”. Insomma, è il libero mercato, non una procura, a stabilire il valore dei giocatori. 

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