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Pechino 2022

Quando l'Italia scoprì il curling

Era il 13 febbraio del 2006 quando questo sport iniziò il suo percorso olimpico a Torino 2006. Storia di uno sport che è diventato una passione italiana

Roberto Perrone
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Stefania Constantini e Amos Mosaner hanno conquistato l'oro nel curling misto ai Giochi Olimpici di Pechino 2022. Qui Roberto Perone ha raccontato quando, a Torino 2006, l'Italia scorprì questo sport

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Al mattino presto andavamo a Pinerolo. Quanti ricordi personali evocano Stefania Constantini di Pieve di Cadore e Amos Mosaner di Trento, i due ragazzi del doppio misto del curling, che, con la decima vittoria consecutiva, 8-1 alla Svezia in semifinale, si giocheranno l'oro con la Norvegia (martedì ore 13.05). È la prima medaglia per questa disciplina affascinante che si svolge all'Acquatics Centre, dove la Divina Federica Pellegrini conquistò l'oro nei 200 stile libero a Pechino 2008.

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Ore 9 di lunedì 13 febbraio 2006. Io, Evelina Christillin, vice presidente dell'Olimpiade di Torino e un autista siciliano simpatico ma con grossi problemi topografici, malgrado il navigatore, aprimmo il Palazzetto dove lo Sport delle "pietre che scivolano", delle stones on ice, cominciava il suo percorso. Pinerolo, fino a quel giorno, era famosa per essere uno dei centri della Chiesa Valdese; per la torta Zurigo (pasta frolla al cioccolato, farcia a base crema chantilly, torrone e cioccolato; sopra: scaglie di cioccolato fondente e ciliegie sotto spirito ricoperte di glassa allo zucchero); per la Scuola di Cavalleria dove si diplomò, tra gli altri, anche un giovane tenente di nome Gianni Agnelli; per essere stata una delle prigioni della Maschera di Ferro; per aver dato il nome a una delle squadre di futbol più iconiche del Sudamerica, il Club Atlético Peñarol di Montevideo; per essere stata arrivo della Cuneo-Pinerolo, quella di Fausto Coppi, ma è una fama a metà.

    

Quel giorno di febbraio del 2006, unici italiani presenti a parte quelli dell'organizzazione e quelli che gareggiavano, non pensavamo che il curling italiano con i sui pochi praticanti (500 contro i 10 mila della vicina Svizzera, per dire) e le sue regole oscure, sarebbe diventato uno degli sport già seguiti dei Giochi Invernali di Torino. All'Olimpiade era arrivato tardi, nel 1998, malgrado le sue origini risalissero a metà del Cinquecento (1541). Venne inventato in Scozia e proprio da un'isola tra questa e l'Irlanda del Nord, Ailsa Craig, vengono le pietre con cui si gareggia. In quei giorni scoprimmo che le stones non appartengono agli atleti ma alle federazioni. Come a bowling le trovi sul campo, anche perché pesano quasi 20 chili ognuna e ogni squadra ne ha otto. Allora il lotto costava 15 mila euro, sono passati 16 anni, fate un po' voi. Le scope invece sono molto personali. Le migliori e producono in Canada. A Torino il curling aveva come punta la famiglia Alverà, papà Fabio e sua figlia Eleonora 23. La squadra maschile ottenne il posto perché l'Italia era il paese ospitante, mentre quella femminile per merito: aveva il punteggio. Ricordo che Eleonora ci teneva a sottolinearlo. Il barman della lounge della Famiglia olimpica, Gianluca, paisà di Brisbane venuto a studiare in un istituto alberghiero della zona, ci preparava l'espresso con gratitudine perché al Palazzetto era un via vai di nordici che bevevano solo brodaglie. Buone, ma brodaglie.

Sugli spalti potevi incontrare, per esempio, la premier finlandese dell'epoca, Tarja Kaarina Halonen, quella che Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio, si vantò di aver conteggiato perché Parma ottenesse la sede dell'Autorità Alimentare. Che giorni.

Il curling "spaccò". In tv fece ascolti da paura, nel suo piccolo una specie di Sanremo, tanto che di questa esplosione delle pietre sul ghiaccio nel paese del sole, si interessarono anche il Wall Street Journal e la Nbc. Non dico che successe quello che succede con calcio e cucina, in cui il commissario tecnico e il cuoco stellato che è in tutti noi prende il sopravvento, insomma non si sentirono giudizi tecnici (meno male), ma nessuno immaginò, tanto meno noi che aprimmo il palazzetto quel lunedì, che il curling in Italia diventasse così popolare. Claudio Amendola, qualche anno dopo, girò anche un film, "La mossa del pinguino", su un gruppo si sciamannati che vuole andare all'Olimpiade. Ora Stefania e Amos sono vicini all'oro. E io mi sento un po' come Gianni Clerici che scoprì Pete Sampras su un campo secondario. Non dico che il curling lo scoprimmo Evelina ed io. Però, dai, quel giorno in cui tutto cominciò, noi c'eravamo.

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