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Il nuovo Cavallino

Così la Ferrari prova a correre incontro al futuro

Umberto Zapelloni

Benedetto Vigna, il ceo entrato in carica a settembre, ci ha messo pochissimo a rivoluzionare l’organizzazione interna per renderla più agile, veloce, digitale: “Vogliamo spingere più avanti i confini in tutte le aree"

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La Ferrari corre veloce verso una trasformazione necessaria perché la storia possa continuare. Benedetto Vigna, il ceo entrato in carica a settembre, il fisico chiamato a sorpresa da John Elkann per guidare il Cavallino, ci ha messo pochissimo a rivoluzionare l’organizzazione interna per renderla più agile, veloce, digitale. “Vogliamo spingere più avanti i confini in tutte le aree, utilizzando la tecnologia in una modalità unica e propria di Ferrari”, ha spiegato nel comunicato che annuncia le novità dopo il licenziamento di tre top manager a fine anno. Dopo la gestione morbida di Louis Camilleri, il ceo che aveva preso il posto di Sergio Marchionne senza cambiare una virgola di quello che aveva programmato l’ex numero uno, ecco il decisionismo di Vigna che in pochissimo tempo ha ribaltato tutto in attesa di presentare il 16 giugno il piano industriale che racconterà il futuro dell’azienda in marcia verso l’elettrificazione come tutto il settore dell’automotive. “La nuova organizzazione migliorerà la nostra agilità, essenziale per cogliere le opportunità di fronte a noi in questo scenario in rapida evoluzione”, ha aggiunto spiegando che ora ci saranno molto più rapporti, che i tempi per prendere decisioni importanti verranno ridotti che in azienda si dovrà scattare veloci come fanno le vetture del Cavallino in strada (e si spera da quest’anno anche sui circuiti di Formula 1).  La Ferrari dovrà continuare a produrre auto da sogno, vetture che tecnologicamente rappresenteranno il meglio a disposizione, ma nello stesso tempo dovrà lanciarsi in nuove sfide per valorizzare il brand, proseguire con la diversificazione e inseguire la carbon neutrality entro il 2030.

 

Con la nuova riorganizzazione entrano in azienda due manager in arrivo da STMicroelectronics, la vecchia azienda di Vigna, due uomini di fiducia evidentemente: Ernesto Lasalandra, nominato Chief Research & Development Officer, e Angelo Pesci, che è stato nominato Chief Purchasing & Quality Officer. Per le altre posizioni chiave, Vigna ha invece deciso di valorizzare le competenze interne, promuovendo o spostando persone che già lavoravano in Ferrari. Così Gianmaria Fulgenzi dalla Gestione Sportiva diventa Chief Product Deleveloper Officer, Silvia Gabrielli in Ferrari dal 2019 dopo esser stata in Microsoft è la nuova Chief Digital & Data Officer, Davide Abate diventa Chief Technologies & Infrastructures Officer, Andrea Antichi è il nuovo Chief Manufacturing Officer. Nelle posizioni chiave ci sono soltanto manager italiani. L’unico nome straniero è quello di Charlie Turner, il nuovo responsabile della comunicazione e dei contenuti digitale. Turner arriva da Top Gear ed è un mago dei contenuti digitali. Può sembrare bizzarro che la comunicazione dell’azienda che meglio rappresenta il made in Italy nel mondo si affidi a un inglese, ma in fin dei conti la Ferrari ha nel mondo il suo mercato principale.

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Non ci sono stati rimescolamenti in altri settori chiave che continuano a riportare direttamente all’amministratore delegato. Il design resta il regno di Flavio Manzoni, la direzione marketing e commerciale a Enrico Galliera e la gestione sportiva continuerà a dipendere da Mattia Binotto. Confermati anche Antonio Picca Piccon alla Finance & Financial Services, Michele Antoniazzi alle risorse umane, Carlo Daneo agli affari legali. La Brand Diversification di cui si occupava Nicola Boari, uno dei manager in uscita a fine anno, per ora resta ad interim nelle mani di Benedetto Vigna come a sottolineane l’importanza strategica nel futuro dell’azienda. Ora non resta che aspettare le prossime auto. Perché poi sarà sempre da quelle che si giudicherà la Ferrari.

 

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