lo sport che verrà
Fare i conti al calcio. Parlano Paolo Scaroni e Giuseppe Marotta
Come può il mondo del pallone diventare sostenibile? Le idee del presidente del Milan e dell’amministratore delegato dell’Inter. Ne hanno parlato all'evento del Foglio sportivo "Lo sport che verrà"
Uno degli effetti della pandemia è stato quello di costringere la società a costruire un nuovo futuro. Un futuro che parte, o almeno la speranza è questa, dai problemi che il Covid ha evidenziato e che possa risolverli. Tutto ciò vale anche per lo sport. E, in particolare per il calcio che proprio in questi ultimi mesi ha capito che il sistema attuale è difficilmente sostenibile.
A Milano, il Foglio sportivo ha organizzato un evento che ha provato ad analizzare tutto ciò: “Lo sport che verrà”. Più che un titolo una domanda: come sarà lo sport che verrà?
Sicuramente il calcio che verrà dovrà partire da quello che è stato e soprattutto dagli ultimi eventi, quello che lontano dai campi da gioco hanno rischiato di cambiare radicalmente lo sport che tutti noi abbiamo sempre visto. La Superlega era stata annunciata come la soluzione di molti problemi dei grandi club. E’ durata poco più di quarantotto ore prima di naufragare in un nulla di fatto. Ma se è vero “che il progetto è morto e sepolto”, come ha detto a Umberto Zapelloni il presidente del Milan Paolo Scaroni a “Lo sport che verrà”, “quello che non è morto e sepolto è il fatto che i grandi club perdono soldi a manetta e questo non può continuare. Sarà per il Covid, sarà perché sono cambiate le abitudini dei consumatori, sarà perché sono stati fatti troppi eccessi di spesa, ma tutti i grandi club in perdita è un problema per il calcio”, sottolinea Scaroni. “Un problema che va affrontato tutti assieme. Un problema che va risolto”.
Una questione che trova d’accordo Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, che nonostante la ricerca del nuovo allenatore ha presenziato all’evento del Foglio sportivo. “Questa pandemia non ha fatto altro che incrementare una situazione di difficoltà nella quale già gravitava tutto lo sport e in particolare il calcio. Oggi siamo davanti a una situazione molto preoccupante. Un modello che non è più sostenibile e che non riesce a valorizzare al massimo le risorse”, ha detto a Roberto Perrone.
Risorse che possono aumentare creando “uno spettacolo più attrattivo, più bello”, evidenzia Scaroni, ma che non può prescindere dal “contenimento dei costi. Da questo deriva la sopravvivenza del calcio”. Anche perché il sistema del pallone che si finanziava soprattutto grazie alla “vendita dei diritti televisivi e a quella dei biglietti allo stadio”, ha perso la seconda. Una voce che nel bilancio dell’Inter, ha detto Marotta, ha determinato “meno 70 milioni incamerati quest’anno”.
Un malessere finanziario che si è scoperto ora, che va avanti da anni, ma che ora deve trovare soluzioni. L’ad dell’Inter sottolinea che “gli stipendi dei giocatori stanno prendendo una piega pericolosa che non corrisponde sempre alle possibilità finanziare dei club. Per questo motivo l’indebitamento aumenta. Durante la pandemia hanno raggiunto il 60/65 per cento dei ricavi. Ciò significa che un’azienda normale sarebbe al limite del default”. Il ridimensionamento del monte ingaggi però per Scaroni, va “affrontato a livello europeo, assieme alla Uefa” e che potrebbe partire dallo studio della fattibilità di applicare al calcio “quei modelli già sperimentati negli Stati Uniti in altri sport. Il Fair play finanziario era nato per questo, ha dato dei benefici, migliorando i bilanci”. Uno strumento che però forse dovrebbe essere migliorato.
Il sistema scricchiola e “i giocatori devono essere sensibilizzati”, devono capire “della nuova situazione nella quale ci siamo trovati a causa della pandemia”, dice Marotta. Sensibilizzazione che però non può non passare anche per esempi concreti. La situazione che impone alle squadre di non cedere ai ricatti dei procuratori. Il Milan ha deciso di rinunciare a Gianluigi Donnarumma proprio per questo. Un segnale di un cambiamento che potrebbe essere iniziato. Un cambiamento alla fine di un anno che la Milano del calcio, indipendentemente dagli stadi chiusi, se l’è goduto assai. La vittoria dello scudetto in città non la si festeggiava da dieci anni. Ce l’ha fatta l’Inter. Due squadre in Champions League non ci arrivavano dal 2011-2012. Il prossimo anno parteciperà anche il Milan che mancava dal marzo 2014, quando venne eliminato agli ottavi dall'Atletico Madrid.
Un grande stagione che Marotta chiuderà facendo pace con Fabio Paratici: “Ora che non è più alla Juve, potremmo parlarci di più”. La prossima ripartirà con Simone Inzaghi in panchina, ufficializzato in serata, ma lasciato intendere durante l’evento.
sotto la tour eiffel