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Malagò: "Le Olimpiadi si faranno". Lo sport che verrà. Segui l'evento del Foglio Sportivo

Futuro, sostenibilità e sfide che ci aspettano

Lo sport che verrà. Futuro, sostenibilità e sfide che ci aspettano. Giovedì 27 maggio dalle 16 alle 18.30 In diretta streaming sul sito del Foglio e sui nostri canali social.

 

 

Si parla di Europei di calcio, Olimpiadi, tennis e tanto altro, con l'ex ct della Nazionale di pallavolo maschile Mauro Berruto, il presidente della Federazione tennis Angelo Binaghi, il direttore sportivo della Ferrari Mattia Binotto, la consigliera Fifa Evelina Christillin, il presidente della Federazione Ciclistica Italiana Cordiano Dagnoni, il direttore di Sky Sport Federico Ferri, il presidente della Figc Gabriele Gravina, il presidente del Coni Giovanni Malagò, l'ad dell'Inter Beppe Marotta, l'ad del Comitato organizzatore di Milano-Cortina 2026 Vincenzo Novari, il presidente della Fondazione Sportcity Fabio Pagliara, il presidente del Coni Lombardia Marco Riva, il presidente del Milan Paolo Scaroni, l'ad di Pirelli Marco Tronchetti Provera, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Valentina Vezzali.

 

Malagò: "L'Italia sarà protagonista ai Giochi"

"Le Olimpiadi si faranno? Dal Giappone, al Cio, agli organizzatori di Tokyo 2020 continuano a ripetere all'infinito che la situazione nella sua complessità è assolutamente chiara", assicura il presidente del Coni. Come ci arriva l'Italia? "Siamo molto ottimisti ma anche realisti: in epoca di pandemia tutto è soggetto a variabili mai prese prima in considerazione. Anche per quanto riguarda le prestazioni sportive. Credo comunque che faremo meglio delle Olimpiadi precedenti. Ne vedremo delle belle", dice Malagò, fresco di riconferma alla presidenza del Coni. Da dove ripartire? "Dobbiamo consolidare la riforma del nostro comitato. Poi c'è il tema dei cinque cerchi: pochi mesi dopo Tokyo noi saremo già a Pechino per le Olimpiadi invernali che saranno ancora più complessi da organizzare. Quindi una lunga volata fino a Milano-Cortina 2026. Nel frattempo dobbiamo tenere conto della grande difficoltà dello sport e unire le nostre forze per evitare dispersione di costi, agendo in sinergia. Il programma è mostruoso ma abbiamo le idee chiare".

 

Il messaggio di Valentina Vezzali

Ringrazio “Il Foglio” per aver creato l’opportunità di questo spazio d’approfondimento sullo “sport che verrà”. Mai come in questo periodo lo sport sta rappresentando una leva per il Paese ed è soprattutto un simbolo. L’ obiettivo oggi, uscendo da questo lungo tunnel, è quello di riportare quante più persone possibili a fare attività sportiva. Per farlo non sono solo necessari luoghi di sport, ma anche un vero e proprio rilancio dell’entusiasmo. È per questo che “lo sport che verrà”, come da titolo del vostro webinar, diventa elemento prezioso.

 

Ho toccato con mano la felicità dei primi tifosi agli Internazionali di tennis o dei 1000 a San Siro per la festa scudetto dell’Inter. Ma sta già salendo la voglia di essere parte della partita inaugurale degli Europei di calcio e degli altri match che si disputeranno allo Stadio Olimpico.

 

Gli eventi sono l’occasione catalizzante per tornare a vivere lo sport e le sue emozioni, ma soprattutto sono i segnali della ripartenza, della rinascita, del riscatto. In tal senso, l’andare incontro ad una estate dal grande respiro sportivo non può che essere positivo.

 

Il riferimento è ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo, che caratterizzeranno la nostra estate, ma l’agenda sportiva per l’Italia prevede poi un autunno incredibile: dalla Nations League di calcio, alle Atp finals di tennis a Torino, passando per la ripartenza dei campionati che – speriamo – possa coincidere con il ritorno del pubblico negli stadi e nei palazzetti.

 

Ma la vera sfida oggi dello sport non è solo ripartire, ma cambiare il proprio futuro.

 

La “nuova normalità” dovrà essere migliore. È l’occasione per un cambio di passo anche sul piano della cultura sportiva.  Io sono convinta che ciò passi dalla scuola. Ecco perché sto impegnandomi per l’introduzione dell’insegnante di scienze motorie sin dalla scuola primaria. Ho trovato grande sintonia col ministro Bianchi e stiamo lavorando anche in queste ore affinché si riesca ad ottenere un traguardo che sarebbe davvero storico e varrebbe più di una medaglia d’oro per il nostro Paese.

 

Lo sport mi ha insegnato la cultura del lavoro e del sacrificio, che sono alla base di ogni risultato. Ecco perché sto impegnandomi appieno e so di non essere sola ma di far parte di una squadra che, mai come in questo periodo, deve muoversi all’unisono con l’obiettivo di far ripartire lo sport italiano e di far vincere l’Italia, in campo e fuori.

 

Viva lo sport e viva l’Italia.


Valentina Vezzali
Sottosegretario di Stato
con delega allo Sport

 

Mattia Binotto all’evento "Lo sport che verrà" organizzato dal Foglio sportivo

 

Con Umberto Zapelloni il direttore sportivo della Ferrari Mattia Binotto ha analizzato la stagione 2021 della Rossa a partire dall’ultima corsa, il Gp di Monaco. “L’amarezza per quanto successo a Montecarlo rimane, ma c’è soprattutto la voglia di cogliere quell’occasione come un momento di apprendimento, per guardare avanti, consapevole di una prestazione buona, del podio di Carlos. Essere Ferrari rappresenta il senso di appartenenza, una cultura comune, Charles Leclerc sotto il podio ha dimostrato questo. Due piloti giovani sono aria fresca, si aiutano a migliorare e a migliorare il team. Siamo una scuderia che guarda al futuro, al medio lungo termine e fondare una squadra”.

 

Sulle prospettive della Rossa: “La Ferrari è arrivata 4 volte seconda negli ultimi anni nel mondiale costruttori", sottolinea Binotto. "L’anno scorso è stato un anno difficile, ma è una squadra giovane, che ha tutti gli elementi per fare bene. Ci vuole pazienza. I cicli vincenti si aprono solo dopo un periodo di ricostruzione. Ci deve essere l’attitudine a migliorare. Ci sono capacità e competenze e siamo convinti che in futuro possiamo fare molto meglio. C’è una pressione elevata, si vuole sempre tutto e subito, cosa difficile in Formula 1". Ma uno degli obiettivi più importanti intanto è già stato raggiunto: "Rendere la Formula 1 sostenibile. La Ferrari ha avuto il senso di appartenenza per contribuire a fare ciò”. Guardando sempre avanti: "Innovare è importante", chiude Binotto, "La F1 è cambiata, si è evoluta. La sprint race è parte di questo cambiamento.
La F1 è determinante per innovare, per portare questa innovazione nelle auto stradali. Dalle soluzione tecniche alle novità legate alla benzina, la Formula 1 è la via per il cambiamento e il miglioramento delle vetture che ogni giorno girano per le nostre strade”.

 

Dagnoni: "Per il ciclismo un'occasione da non perdere"

Il momento è duro per tutti, eppure c'è chi ha tratto vantaggio relativo dalla crisi: "Il ciclismo sta vivendo un periodo di ripresa", spiega il presidente della Federazione Ciclistica italiana. "Questa pandemia ci ha dato molta popolarità, sia in termini di competizioni che come numeri assoluti fra gli appassionati". C'è tanta voglia di aria aperta, di riprendersi la quotidianità anche con il pedalare: la Federazione si appresta a vivere una forte crescita delle iscrizioni. "Assolutamente", conferma Dagnoni. "Chi ama questo sport sta scoprendo un ciclismo lento, valido sia per la mobilità sostenibile che per il turismo. Speriamo che la bike economy in Italia possa arrivare ai livelli che stiamo vedendo all'estero. E' un momento favorevole per noi e come federazione cercheremo di intercettarlo nel miglior modo possibile. Cercando di incanalare la passione anche fra i bambini, i nostri ciclisti del futuro". La sfida più grande è sul miglioramento degli standard di sicurezza. "Che dovrà avvenire su due canali: la viabilità, dunque il dialogo con le amministrazioni locali per sensibilizzarle sull'ampliamento delle piste ciclabili, e poi c'è l'aspetto agonistico. Quindi l'impiantistica: in Inghilterra hanno creato cinque velodromi, incubatori dei campioni di oggi, rendendo sistematico lo sviluppo di questo sport. Esempi virtuosi che fanno bene al ciclismo, e di cui dobbiamo fare tesoro".

 

Binaghi: "Tennis più padel, il momento è d'oro"

Il tennis italiano, altra isola felice: "E va alla grande anche il padel: noi abbiamo la fortuna di gestirli entrambi", dichiara il nunmero uno della Federazione. "Nel tennis abbiamo una coincidenza molto favorevole fra risultati di vertice del nostro settore maschile e l'organizzazione di eventi di straordinaria evidenza mediatica. Questo sta dando benefici al movimento, che cresce a vista d'occhio come mai negli ultimi decenni. Se a questo si aggiunge il fenomeno sociale del padel - non si trovano nemmeno più palline o racchette, da tanta domanda -, si capisce il momento di grande prosperità che stiamo vivendo nella nostra .federazione". Il tennis sarà lo sport del futuro? "Le prospettive, anche nei nostri giovani interpreti, sono ottime. Abbiamo un movimento che procede molto bene, ma dobbiamo ancora crescere e raccogliere i frutti delle nuove generazioni. La madre di tutte le battaglie sarà le Atp finals, lotteremo per avere almeno un italiano in campo fra i primi otto al mondo. Coppa Davis o medaglia olimpica? Scelgo la prima. O un grande slam".

 

Ferri (Sky): "Il racconto dello sport ripartirà dagli stadi pieni"

Lo sport è cambiato anche per chi lo trasmette. "Non c'è nessun settore che ha dovuto sopravvivere due mesi senza alcun evento", sottolinea il direttore di Sky Sport. "E quindi ci siamo adattati, ricorrerendo alla memoria, ai talk, ai collegamenti. Alla parola. Poi sono tornati gli eventi, e devo dire che la risposta della gente in termini di numeri è stata convinta. Il segnale che ha dato lo sport, nella sua capacità di reagire e reinventarsi, credo sia stato un forte motore di ripartenza: ora speriamo di avere un'estate che farà tornare a vivere il mondo di prima, se non altro a piccoli passi. A partire dagli Europei. Con una voglia e un'attesa figlie di questo percorso". Il racconto dello sport in televisione tornerà davvero a essere quello di prima? "Questo anno e mezzo lascerà il segno", non ha dubbi Ferri. "Credo che una riflessione già si possa fare: il pubblico che ci è mancato sarà l'elemento di differenziazione per quando ritornerà. Questo calore ritrovato ci deve suggerire di dover dare più spazio all'atmosfera attorno all'evento. Asciugando i commenti durante una telecronaca, esaltando il sound design di uno stadio pieno". Cosa significheranno i prossimi Europei? "E' cinque anni che aspettiamo una grande manifestazione con l'Italia presente: i nostri bambini più piccoli non possono ricordarsi l'ultima volta. Quindi è davvero un grande ritorno sociale. Questa è la chiave editoriale da sottolineare".

 

Scaroni: "Il riscatto del mio Milan, giovane e altruista"

Dalle nazionali ai club, la parola al presidente del Milan: "Ho passato una settimana di grande felicità", sorride Paolo Scaroni dopo la doppia qualificazione dei rossoneri - maschile e femminile - alla prossima Champions League. "Ammetto che non l'avevamo progettato: ci potevamo aspettare un sesto posto, quindi siamo veramente contenti. Quando siamo diventati campioni d'inverno ho capito che Pioli e i ragazzi avrebbero potuto fare il salto di qualità: hanno mostrato di essere una squadra divertente, giovane, dove tutti sono utili ma nessuno indispensabile. Il grande segreto della ricetta Pioli con la collaborazione di Paolo Maldini. Non c'è un uomo copertina di questo Milan, sono l'uno al servizio dell'altro". E anche fuori dal campo i rossoneri hanno retto il colpo della crisi: "Certo, gli stadi chiusi sono stati un duro colpo. Ma posso dire che abbiamo dei risultati di bilancio migliori di quelli dell'anno scorso. La Superlega? Un progetto morto e spolto. Ma che i grandi club europei siano in grave perdita è un fatto. E questo non può continuare". L'ultima battuta è sul progetto a San Siro: "Milano ha bisogno di un nuovo stadio", l'appello di Scaroni.. "Non possiamo ripresentarci ai vertici del calcio europeo con il vecchio Meazza".

 

Viaggio nello sport del futuro

Dove si farà lo sport che verrà? "Bisogna considerare la domanda su due livelli, l'agonismo e l'essenzialità amatoriale dell'attività fisica tutti i giorni", dichiara il presidente della Federazione Sportcity Fabio Pagliara. "Soprattutto per quanto riguarda il secondo, lo sport del futuro avrà due grandi alleati come la tecnologia e le città: la gente ha recuperato l'uso degli spazi urbani, si è abituata a fare sport all'aria aperta, nei parchi, e non smetterà di farlo. La città ideale sarà anche una città sportiva". Cosa può fare invece la politica per permettere allo sport di base di tornare all'importanza del passato? "Prima di tutto non dobbiamo dimenticarci di questi mesi", risponde Mauro Berruto, responsabile sport per il Pd ed ex ct della Nazionale di pallavolo maschile. "La pandemia ha polverizzato un modello che si è fondato nel secondo dopoguerra su due capisaldi: denaro privato e interpretazione dell'attività sportiva esclusivamente nei luoghi indicati, dalle palestre alle piscine. Per ripartire serve un cambio di paradigma e per questo stiamo portando avanti una battaglia da qualche mese: far comparire la parola sport all'interno della nostra Costituzione. Non è una questione di bandiera o di facciata. Portare e generare un diritto allo sport significa doverlo tutelare con politiche pubbliche, facendolo dialogare necessariamente con il diritto all'istruzione e quello alla salute".

 

Christillin (Fifa): "Niente coppe per gli irriducibili della Superlega? La situazione è delicata"

Segue l'intervento di Evellina Christillin: "Non lo nascondo, quelli della Superlega sono stati cinque giorni di fuoco", dichiara la consigliera Fifa. "Ceferin arrabbiato? Anche un po' di più. Le infrazioni normative da parte dei club sono state commesse, la Uefa è pronta a procedere con una sanzione che può arrivare anche agli estremi livelli". Quindi anche all'esclusione dalle coppe europee per Juventus, Real Madrid e Barcellona? "Siamo in un momento di grande delicatezza". Poi sulle Olimpiadi invernali: Christillin è stata nella macchina organizzatrice per Torino 2006, ora toccherà a Milano e Cortina: "La cosa più importante è non costruire cattedrali nel deserto ma sfruttare al massimo quello che abbiamo", il consiglio. "Occhio poi all'impatto ambientale di certi impianti fissi poi scarsamente utilizzati: penso alla pista da bob a Torino, il Veneto eviti questo nostro errore". E un ultimo commento sugli strascichi della pandemia: "Si parla molto dei top club in crisi, ma non si può dimenticare quanto stia soffrendo lo sport di base a livello dilettantistico e giovanile. Dobbiamo ripartire anche da loro".

 

Tronchetti Provera: "L'instabilità è nel dna dell'Inter"

Nemmeno il tempo di festeggiare lo scudetto, che l'Inter deve cercare un nuovo allenatore: "La sensazione di stabilità ritrovata è solo l'inizio di nuova instabilità. Fa parte del dna dell'Inter", sorride l'ad di Pirelli. "Finale in scioltezza fino al ko dello Stadium? Abbiamo degli avversari, non dei nemici: bene che ci sia anche la Juventus nella prossima Champions League". L'uomo copertina della stagione nerazzurra "è Antonio Conte", dice sicuro Tronchetti Provera. "Ha ottenuto il meglio da giocatori che hanno reso oltre le aspettative, spremendosi fino all'ultimo minuto di campionato. Purtroppo nelle ultime settimane si era capito che qualcosa fra l'allenatore e il club non sarebbe andato per il verso giusto". Resta uno scudetto atteso a lungo, "ma senza il caldo accompagnamento del Meazza il sapore è un po' diverso". E l'anno prossimo sulla maglia nerazzurra non ci sarà più il nome Pirelli, dopo 25 stagioni: "E' stata una bellissima avventura, un utilissimo veicolo di marketing e ora finisce in bellezza. Rimarremo global sponsor del club, continuando comunque questo cammino in modo diverso. La maglia più speciale? Quella del Triplete".

 

Gravina: "Pronti per gli Europei, i club in crisi puntino a contenere i costi"

"E' stato il campionato della ripartenza", dice il numero uno della Figc "Sapevamo delle difficoltà a cui saremmo andati incontro, ma l'entusiasmo non è mai mancato e questa incertezza di fondo ha dato un interesse anche maggiore alla competizione". Un unico neo: "La mancanza dei nostri tifosi. Siamo partiti con le 1000 presenze che poi purtroppo abbiamo dovuto abbandonare". Gli Europei sono un nuovo inizio anche per questo: "La struttura organizzativa è pronta", assicura Gravina. "Siamo impegnati a garantire la massima sicurezza e il 25 per cento di partecipazione dei nostri tifosi sarà sicuramente un evento esplosivo: non siamo più abituati a tanto calore negli stadi. Sul lato sportivo manca la ciliegina dopo un grande percorso della nostra Nazionale: vincere l'Europeo sarebbe il coronamento del rinascimento azzurro portato avanti da Roberto Mancini. E per questo ha già rinnovato con noi fino al 2026". Crisi economica profonda, invece, fra i club: "L'evento della Superlega è un evento che ha creato grandi fibrillazioni. Devo dire che la Uefa le ha governate molto bene, dando un segnale importante. Ma è stata anche un'importante occasione di riflessione: sono fermamente convinto che nell'ambito di un'economia di libero mercato le società devono certamente puntare a valorizzare il loro brand per incrementare i loro ricavi, ma non bisogna mai dimenticare il controllo e il contenimento dei costi. Da qui dovremo ripartire: la mia proposta diventerà norma a partire dal 9 giugno".

 

Riva: "Milano-Cortina sarà l'Olimpiade di tutta l'Italia"

Un podio di Serie A tinte lombarde, l'Olimpia Milano alle final four di Eurolega: "E' un momento positivo per la nostra regione", non ha dubbi il presidente del Coni Lombardia. "Ora sarà necessario intervenire nell'impiantistica sportiva in tutto il territorio. E Milano-Cortina 2026 saranno la nostra stella polare in questo senso". A che punto siamo per i giochi? "La macchina organizzativa in questo anno e mezzo ha un po' rallentato", spiega Riva. "Ma più ci si avvicina a questo evento più recuperiamo in fretta, facendo sentire questi giochi non solo parte delle località ospitanti ma una festa sotto la bandiera di tutti gli italiani. Avremo successo nel momento in cui costruiremo una generazione olimpica, lasciando qualcosa in eredità per chi verrà. Ci aspetta un lungo percorso di crescita. Nuovo San Siro per il 2026? Le parti in causa coinvolte decideranno nel modo migliore per il nostro contesto sportivo".

 

Marotta: "Il sistema calcio non ci sostiene più"

"Il nuovo allenatore dell'Inter? Non lo conosciamo ancora nemmeno noi, ma entro stasera forse ci arriviamo", sorride l'ad nerazzurro. "Il mondo del calcio è diventato molto più esigente, c'è maggiore mobilità anche perché c'è maggiore pressione". Come ne esce il calcio italiano da questa emergenza? "Bisogna fare un applauso a tutti i club e alle istituzioni che hanno consentito il completamento dei calendari nonostante tutte le difficoltà. Questa pandemia ha incrementato una situazione di difficoltà in cui già verteva il mondo del calcio: un modello di riferimento che non dà più sostenibilità e non riesce a valorizzare al massimo le nostre risorse. Come Inter solo per i mancato introiti dello stadio abbiamo incamerato -70 milioni: sarebbero quattro mensilità, per dare un'idea dell'impatto reale di quello che abbiamo dovuto affrontare". E dunque prendere o lasciare: "Qualunque tifoso preferirebbe una società pur indebitata ma che vince lo scudetto, piuttosto che una più solida ma da sesto posto. Poi però bisogna prendere atto delle conseguenze: se fossero un'azienda normale i nostri club sarebbero al limite del default". Soluzioni per il futuro? "Cercare di vincere compatibilmente con il bilancio. E sensibilizzare i calciatori sulla criticità del momento e su quanto sia importante ora il costo del lavoro".

 

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