Foto Alfredo Falcone - LaPresse

Editoriali

Il buon senso che manca al calcio

Redazione

Il caso di Lazio-Torino e la Serie A decisa da Asl e burocrazia

Dopo quella dello scorso 4 ottobre, quando per un divieto della Asl il Napoli non partì per Torino, dove avrebbe dovuto giocare contro la Juventus, martedì sera abbiamo assistito a un’altra farsa in Serie A. Alle 18.30 la Lazio è scesa in campo, all’Olimpico di Roma, per affrontare il Torino nell’anticipo della 25ma giornata. Peccato che giocatori e staff del Torino fossero a casa propria, in isolamento fiduciario dopo che nei giorni scorsi il Covid aveva colpito dieci membri del gruppo squadra. La Asl del capoluogo piemontese, una settimana fa, aveva stabilito che i granata dovessero rispettare l’isolamento fino alla mezzanotte di martedì. Sapendolo per tempo, la Lega Serie A avrebbe potuto decidere un rinvio a stretto giro (perché non giocare oggi?) salvaguardando la salute di giocatori e staff e la regolarità del campionato.

 

Come spesso succede in Italia, però, invece del buon senso è stato applicato in modo burocratico il protocollo, stabilendo soltanto ieri che la sfida tra Lazio e Torino si sarebbe dovuta giocare nonostante “l’oggettiva impossibilità”, come detto dal presidente della Figc Gravina. E’ vero, c’è un protocollo firmato dalle squadre di A proprio dopo Juve-Napoli, ma una pandemia si evolve: i  granata sono stati colpiti dalla variante inglese del virus, di cui si sa ancora poco, a partire dai tempi di incubazione. Nei giorni in cui si teme un aumento incontrollato dei contagi, quale è il senso di applicare pedissequamente una regola superata dalla realtà? E’ probabile che alla Lazio verrà data la vittoria a tavolino, il Toro sarà penalizzato, farà ricorso e alla fine – come successo al Napoli – otterrà di rigiocare la partita. Il rischio è quello di scatenare una battaglia legale a colpi di commi ed eccezioni  (il Torino non avrebbe mai chiesto il bonus del rinvio della partita contro il Sassuolo, per esempio). Che non debbano essere le Asl, applicando criteri diversi a seconda delle regioni, a decidere l’andamento del campionato è un conto, ma non si può fare finta di niente di fronte a un focolaio di Covid come se fosse solo una questione di regolamento da rispettare. La speranza è che, almeno adesso, prevalga il buon senso e non la burocrazia.

 

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