PUBBLICITÁ

Il Foglio sportivo

Tra Valentino e la MotoGP. Parla Luca Marini

Umberto Zapelloni

Il tuo browser non supporta il tag iframe

PUBBLICITÁ

Ha ragione Valentino. Il suo fratellino sembra il più vecchio della famiglia. Magari non un quarantenne come suggerisce lui, ma certamente non un ventiquattrenne come dice la carta d’identità. Luca Marini è nato nel 1997, l’anno del primo Mondiale di Rossi in 125. Valentino racconta di averlo tenuto in braccio quando ancora in fasce, mamma Stefania lo portava nel paddock di qualche gran premio vicino a casa. Luca ha giocato a calcio, a tennis, ma alla fine non ha resistito al richiamo della foresta. “Credo che il DNA da corsa io e mio fratello lo abbiamo preso tutto dalla mamma… poi lui ci ha messo un po’ di Graziano, io del mio babbo e sono venuto così. Ma esagera a dire che sembro un quarantenne, qualche anno in meno poteva anche darmelo. E poi, dai, ci saranno altri ventiquattrenni seri e tranquilli come me”.  Basta che Luca si guardi un po’ attorno nel paddock e non ne trova certo molti. Prendete la sua storia con la Marta, la ragazza conosciuta sui banchi di scuola. “A me piacciono le storie romantiche, gli amori che durano tutta la vita e spero davvero che con Marta duri per sempre… chissà, da quello che leggo magari arrivo prima io di mio fratello al matrimonio”.

PUBBLICITÁ

   

Mamma Stefania lo chiama il Principino. Papà Massimo, che di professione fa lo psicologo, gli ha consigliato mille libri da leggere, lo ha convinto dell’importanza degli studi (diploma allo scientifico), ma poi quando ha capito che il bimbo aveva talento lo ha assecondato, seguito e protetto da quella parentela che poteva anche essere scomoda. “Non lo definirei un peso il fatto di essere il fratello di Valentino… è una cosa che ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi. Ma è anche una cosa che non posso cambiare e sono felice che lui sia mio fratello, perché se ci pensi è una figata… non c’è nessuno come lui nel nostro sport e avere al mio fianco il miglior pilota di sempre è una bella fonte di ispirazione. È una figura che quando ho iniziato non era neppure così presente… ero solo Luca Marini e poi veniva il fratellino di Valentino Rossi, ma “il fratellino” veniva dopo la virgola e quindi ho cominciato a fare il mio percorso insieme al mio babbo come hanno fatto tanti piloti nelle mini moto e poi nelle gare nazionali. Poi entrando nel Mondiale la cosa è cambiata, ma chissà magari un giorno si dirà Valentino Rossi, il fratello di Luca Marini…”.

   

PUBBLICITÁ

Non esattamente un piccolo sogno. Ma rende l’idea della personalità di Luca, che è alla vigilia del suo debutto in MotoGp con una Ducati dello Sky Racing Team VR46. Arriva nella classe maggiore a sfidare Vale dopo 5 anni, 88 gare e 6 vittorie in Moto2: “Non essere riuscito a vincere il titolo non è una cosa che pesa: ci sono tantissimi piloti anche velocissimi come Quartararo o Oliveira che sono arrivati in MotoGp senza esser stai campioni prima. Quello che conta nello sport è ottenere i migliori risultati possibili e migliorarsi sempre, Qualche rimpianto ce l’ho perché volevo vincere e mi sentivo più forte e più veloce, poi però non è andata così e ormai quel che è passato è passato. Ho fatto cinque anni di Moto Mondiale, ma c’è gente che ne ha fatti molti di più. Mi sarebbe piaciuto poter cominciare già con la Moto3, ma per colpa della mia altezza (è alto 184 cm) sono dovuto passare subito alla categoria superiore. È stato bello, dopo un paio d’anni d’apprendimento ho cominciato ad andare forte e a vincere e a lottare per il Mondiale fino all’ultima gara”.

 

Anno dopo anno è sempre migliorato. Prima era il fratello di Valentino, poi è diventato Luca Marini. Adesso in MotoGp ricomincerà come il fratello di. Un destino simile a quello di Mick Schumacher. Avere in famiglia dei paragoni così ingombranti ti costringe in un certo senso a crescere in fretta.  “A 14 anni ho capito che la cosa che mi piaceva di più e mi emozionava di più era correre in moto e ho cominciato un lavoro specifico, ad allenarmi, a circondarmi di persone che potessero aiutare me e il mio babbo a prendere le decisioni giuste. Qualche volta abbiamo anche sbagliato. Ma sono fiero della strada che ho fatto fino ad ora. Non riesco a dire qual è il consiglio più prezioso che mi ha dato mio fratello. Mi piace parlare con lui delle cose pratiche, di quello che serve per andare più forte in moto e sono sicuro che quest’anno correndo nella stessa categoria avremo ancora di più da raccontarci… magari lo seguirò in pista per capire le traiettorie migliori, lo fanno tutti per cercare di migliorarsi, abbiamo visto anche Marquez dietro a Marquez un sacco di volte. Ma non voglio che Vale pensi a me, lui deve pensare al suo lavoro e io devo pensare al mio”.

 

Quando chiedi a Valentino di definire Luca risponde “Una persona seria con un talento enorme”. Per Luca è più complicato definire il mito: “Difficile definire Vale con un solo aggettivo. Vale ha tanti valori importanti che non riesco a racchiudere in una parola. Mi piace molto la sua capacità di ascoltare le persone.  Comunque se pensiamo a quello che ha fatto per noi giovani dimostrandosi sempre molto generoso e disponibile con i piloti a cui si affeziona… Certo avrebbe vinto qualche gara in più senza di loro, magari avrebbe preferito vederli vincere dopo di lui, ma credo che l’Academy sia un grande motivo d’orgoglio. Non so che cosa farà quando smetterà non lo vedo come team manager. Farà quello che lo diverte di più, e per ora credo sia ancora fare il pilota”. Intanto i weekend di mamma Stefania si semplificheranno: “Almeno adesso la paura durerà solo il tempo di una gara. Magari avrà una paura più intensa, ma sarà più breve”. Luca deve ancora salire sulla Ducati da gara. Ci vorrà un po’ per capirla e lui non si sbilancia. Figuriamoci. Ma un sogno ce l’ha: “Essere il primo dei ducatisti. Alla fine di ogni stagione mi sono sempre sentito un pilota più forte e una persona migliore: sarò contento se mi sentirò così a fine stagione”. Se poi qualche volta batterà Valentino…

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ