La prima Mondiale di Marta Bassino nel parallelo di Cortina 2021
Era un evento di contorno, qualcosa per lo più buono per fare un po' di spettacolo. Fosse per i puristi nemmeno ci sarebbe, "robetta" a dirla con uno dei pionieri dello sci alpino in Svezia e poi segretario generale della FIS (Fédération Internationale de Ski) Sigge Bergman. Slalom gigante, perché le porte sono quelle lì, due paletti più un pezzo di stoffa a tenerli uniti; parallelo, perché è sfida a due, uno contro l'altro, il più veloce passa, l'altro saluta. "Iniquo e insolente", a detta di Francisco Fernández Ochoa, slalomista spagnolo campione olimpico nel 1972, perché "non garantisce equità tra le due manche: ognuno deve affrontare gli stessi due tracciati, ma le condizioni non sono le stesse e questo premia la fortuna, non la bravura", disse piccato dopo il primo parallelo della stroria dello sci: Val Gardena 1975. Ma quel giorno vinse Gustav Thöni e lui non fece una gran figura.
Il parallelo è un prendere o lasciare. A favor di telecamera ha il suo perché e a bordo pista pure. Sarà che una sfida a due sugli sci non si vede mai, sarà che discese ripetute non sono all'ordine del giorno, sarà che le sfide a eliminazione piacciono sempre. Piace a chi gli sci gli usa poco. E anche a chi li mette spesso, a patto che non si sappia troppo in giro, che sia mai.
Piace soprattutto a Marta Bassino che oggi a Cortina si è messa al collo la medaglia d'oro nello slalom parallelo. Primo oro per la truppa azzurra ai Mondiali, primo oro nella storia della rassegna iridata: c'era mai stata questa specialità, è comparsa oggi, ha portato bene alla nostra sciatrice.
Marta Bassino è diventata apripista di una disciplina iridata. Prima di lei nessuno mai, dopo probabilmente sì, ma non è detto. Dalla Fis dicono che la disciplina verrà confermata nelle prossime edizioni, è già disciplina di Coppa del Mondo, ma alla Fis sono sensibili a polemiche e rimostranze e quelle che non hanno risparmiato regolamento e disparità di tracciato possono mettere in crisi le mezze certezze della federazione internazionale. Poco male, i regolamenti sono quelli e se vince chi era dietro non è certo per solo merito dei regolamenti.
Marta Bassino si è qualificata per un centesimo appena al tabellone finale. Poi sembrava sempre lì lì per essere eliminata, ma non lo è stata mai. Ha fatto riporre gli sci a Meta Hrovat negli ottavi, a Federica Brignone nei quarti, a Tessa Worley in semifinale. All'austriaca Katharina Liensberger no: stesso tempo, medaglia condivisa, anzi doppia. Siamo in èra Covid, si condivide poco o nulla.