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La strada per l’accordo piu’ lunga del previsto

I soldi sono finiti, ma i club di serie A fanno melina sulla cessione ai fondi

Umberto Zapelloni

Giovedì prossimo l'appuntamento clou a Palazzo Chigi: i presidenti di A esitano e c'è chi ha proposto di firmare il contratto sui diritti tv con qualche rettifica. Ma quello del consorzio Cvc-Advent-Fsi, pronto a mettere sul piatto 1,7 miliardi, sa di ultimatum

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“Vogliamo i soldi subito”. Non è una rapina, ma una delle richieste più educate uscite dall’assemblea dell’altro giorno tra i presidenti della serie A. L’accordo per la vendita del 10 per cento al fondo Cvc-Advent-Fsi non è ancora stato firmato, nonostante i fondi avessero messo sul piatto un anticipo di 250 milioni di euro per sbloccare la situazione in attesa del miliardo e settecentomila euro. Lotito e De Laurentiis non sono più soli. Hanno trovato parecchi alleati, anche di peso, come Juve, Milan e Inter che hanno deciso di prendere tempo. Un po’ di melina con l’ombra della Superlega, ancora ben presente sullo sfondo. Una tattica che ha fatto arrabbiare gli acquirenti, nonostante qualcuno abbia cercato di far credere il contrario. C’è chi vorrebbe i soldi subito per sistemare i conti e mettersi tranquillo e vede nell’accordo con i fondi l’unica via di uscita anche perché dalla vendita dei diritti televisivi sono in arrivo meno risorse rispetto al passato. Se uniamo queste possibili perdite ai mancati incassi da stadio e merchandising capirete perché i litigarelli presidenti della serie A potrebbero ritrovarsi improvvisamente d’accordo.

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“Vogliamo i soldi subito”. Non è una rapina, ma una delle richieste più educate uscite dall’assemblea dell’altro giorno tra i presidenti della serie A. L’accordo per la vendita del 10 per cento al fondo Cvc-Advent-Fsi non è ancora stato firmato, nonostante i fondi avessero messo sul piatto un anticipo di 250 milioni di euro per sbloccare la situazione in attesa del miliardo e settecentomila euro. Lotito e De Laurentiis non sono più soli. Hanno trovato parecchi alleati, anche di peso, come Juve, Milan e Inter che hanno deciso di prendere tempo. Un po’ di melina con l’ombra della Superlega, ancora ben presente sullo sfondo. Una tattica che ha fatto arrabbiare gli acquirenti, nonostante qualcuno abbia cercato di far credere il contrario. C’è chi vorrebbe i soldi subito per sistemare i conti e mettersi tranquillo e vede nell’accordo con i fondi l’unica via di uscita anche perché dalla vendita dei diritti televisivi sono in arrivo meno risorse rispetto al passato. Se uniamo queste possibili perdite ai mancati incassi da stadio e merchandising capirete perché i litigarelli presidenti della serie A potrebbero ritrovarsi improvvisamente d’accordo.

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La strada è più lunga del previsto e il mezzo ultimatum dei fondi invece di accelerare il viaggio lo ha quasi fatto finire in un burrone nonostante quei 250 milioni messi sul tavolo per accelerare il tutto. I fondi mettono sul piatto 1 miliardo e 700 milioni e in cambio vogliono qualcosa e non lo vogliono solo per una stagione. L’accordo è lungo e prima di consegnare tutto nelle mani di altri qualcuno vuole vederci chiaro. I soldi sono tanti è vero, tutti ne hanno bisogno, ma il problema è che senza un progetto ben strutturato i club tra un paio d’anni rischiano di ritrovarsi con le casse ancora vuote. Oggi mettere d’accordo 20 presidenti è impresa più ardua che far dire un sì ai grillini e anche per questo c’è chi vedrebbe di buon occhio un accordo con i fondi che porterebbe una ventata di novità nella governance.

 

L’altro giorno qualcuno ha proposto di firmare ma mettendo un paio di postille al contratto. Una strada non esattamente legale da intraprendere: se tu mi mandi un contratto da firmare non è che io posso restituirtelo firmato cancellando un paio di condizioni e aggiungendone altre. Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì a Palazzo Parigi. C’è un punto all’ordine del giorno particolarmente caro a molto presidenti, il numero 5 che recita: “Approvazione delle modalità di distribuzione delle risorse rivenienti dall’operazione con il Consorzio Cvc-Advent-Fsi”. Lunedì intanto l’assemblea assegnerà i diritti tv per il triennio 2021/24. Ieri è scattata la fase della trattativa privata con Dazn, Sky e Eurosport pronte a rilanciare. Ma non troppo. A sorpresa si è ricominciato con Dazn in pole con un’offerta che dovrebbe avvicinarsi ai 793 milioni di euro. Dazn punta a travestirsi da Sky prendendosi sette partite a weekend e lasciando le briciole a Sky che da 13 anni porta la serie A in diretta nelle case degli italiani. Sarebbe un cambiamento storico, quasi epocale. Ma non come quando passammo da “90° minuto” a tutto il calcio in diretta tv.

 

 

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