Negli Stati Uniti lo sport si ferma per Jacob Blake
La protesta dei campioni americani in sostegno del Black Lives Matter risveglia l'attenzione del grande pubblico. Ora scenderanno subito in campo tutti
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A furia di normalizzare le milizie arrivano i primi morti nel Wisconsin
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Discriminazione e potere. L'Nba che riparte e la questione razziale in America
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Non importa il risultato elettorale e il caos fuori dalla bolla repubblicana, il trumpismo è qui per rimanere
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Call the police
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Le viltà di fronte alla deriva del trumpismo
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Non puoi ignorare l'Nba
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Cos'è successo a Kenosha. Il caos, messo in ordine
Non è un gran momento in America, per usare un eufemismo. Mentre le strade di notte s’infiammano di proteste a macchia di leopardo, le micce continuano a brillare con cadenzati episodi di violenza tra polizie e afroamericani e la convention repubblicana ha esposto con chiarezza che “Legge e ordine” – ovvero paura & repressione e soprattutto “divisione” – sono gli imperativi e gli slogan di una campagna di cui s’intuisce un insperato recupero, l’affare, semplicemente, s’ingrossa. Scendono in campo i campioni sportivi, i miliardari professionisti, in larghissima maggioranza neri, che sono il culto, il passatempo, l’oggetto del desiderio e della passione della maggioranza degli americani. Ha cominciato l’Nba, poi si sono unite le sorelle della WNba, la lega “pro” femminile e ora arrivano a ingrossare la protesta gli atleti del baseball, lo sport più tradizionale e tradizionalista, prediletto dalla base conservatrice del paese, e del soccer, la disciplina degli immigrati. Si muovono gli atleti e sussultano le franchigie, ovvero i club, e poi addirittura le leghe.
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