Illustrazione di Osvaldo Oz Casanova per CalcioCity

Derby rossoneroazzurro. Così il calcio arriva alla Triennale di Milano

Manuel Orazi

Le cinque giornate di CalcioCity. "Il calcio è la migliore cartina di tornasole per capire se uno spazio aperto è davvero pubblico", spiega Stefano Boeri

Dopo aver inventato da assessore Bookcity e Piano City, ecco ora CalcioCity, una cinque giorni di incontri e iniziative sul calcio che Stefano Boeri organizza da presidente della Triennale. Fra il 27 settembre e il 1° ottobre, ci saranno incontri e iniziative sul calcio. Non bastava la centralità di Milano nella moda (settimane varie), design (Salone del mobile), architettura (Arch Week), ci voleva anche il calcio, sebbene le due squadre milanesi non vivano il loro momento migliore. Boeri naturalmente è interista, “abbonato, non solo a parole come tanti”, tiene subito a precisare. Se Renzo Piano ha lavorato sul porto della sua città, Genova, Boeri ha lavorato a San Siro progettando gli spogliatoi e la sala delle coppe della Beneamata già nel 2004, subito prima degli scudetti e del triplete. Quando era direttore della storica rivista Domus ha organizzato un evento per il Salone del 2005 all’interno di San Siro ed è amico di tutti gli architetti notoriamente appassionati di football: l’americano Peter Eisenman, lo svizzero Jacques Herzog e il francese Rudy Ricciotti. Ha persino scritto un lungo saggio inedito su Zlatan Ibrahimovicć e chi è stato nel suo studio sa che da sempre sullo stipite della porta della sua stanza era appesa una figura ritagliata di Benito Lorenzi, attaccante nerazzurro degli anni Cinquanta, detto Veleno, quello che ribattezzò Boniperti col nomignolo di Marisa mandandolo su tutte le furie.

 

Cosa c’entra però questo con la Triennale? “Tutto nasce da un progetto che avevo quando ero assessore alla Cultura nella giunta precedente (2011-2013), ora realizzato grazie al comune, serie A, Aiac, Milan, Inter e altri enti. L’apertura al mondo del calcio – dice Boeri – non è solo la ricerca di un nuovo pubblico per la Triennale e per le sue collezioni di architettura e design, ma anche un modo per guardare la città. Pensi a cosa succederebbe se di colpo sparissero le centinaia di campi e campetti da calcio dal panorama delle nostre città. Non si tratta solo di attrezzature o infrastrutture sportive, ma di aggregatori sociali e di autentici spazi pubblici. Il calcio è la migliore cartina di tornasole per capire se uno spazio aperto è davvero pubblico, tanto è vero che nei centri commerciali, solo per fare un esempio, non si può giocare a calcio pur essendo luoghi, appunto, pubblici, mentre in tante piazze storiche o meno questo è possibile. Insomma il calcio è senz’altro anche un tema architettonico, o meglio urbanistico, anche se non è ancora mai stata fatta una mostra seria che analizzi i flussi e la vita delle città solo in relazione allo sport e ai movimenti che questo sviluppa”.

 

Il filo conduttore sarà quello del derby, cucinato in varie maniere. C’è ovviamente la questione della rivalità, bauscia nerazzurri contro casciavit rossoneri, declinato in una lunga serie di coppie dialettiche multidisciplinari: ecco il dialogo in cucina fra l’interista Davide Oldani e il milanista Carlo Cracco, quello filosofico tra Giulio Giorello e Massimo Cacciari, quello femminile tra Regina Baresi (figlia di Beppe) e Carolina Morace, allenatrice della squadra femminile del Milan, infine quello tra comici Gino e Michele opposti a Teo Teocoli – manca solo il confronto tra Stefano e Tito Boeri, il fratello milanista presidente dell’Inps, un vero peccato. C’è poi il Derby Club, leggendario locale vicino all’ippodromo di San Siro che fu l’incubatore della migliore e peggiore comicità milanese poi riversatasi in “Drive-in”, dunque prima Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Cochi e Renato, e poi Diego Abatantuono, Massimo Boldi e Maurino Di Francesco, insomma la Milano tiratardi e indebitata alle corse al trotto descritta da Beppe Viola cui è dedicato uno speciale con Paolo Maggioni e Giorgio Terruzzi. Ci sono poi le vecchie glorie, Gianni Rivera, Mario Corso, Luis Suarez a ricordare l’antagonismo fra il mago Helenio Herrera e il paròn Nereo Rocco, ma anche un mundialito di Subbuteo e interventi di giornalisti come Enrico Mentana, Pierluigi Pardo, Gianni Mura. Ultima nota sul bel poster di Osvaldo Casanova che ritrae un calciatore con un’unica striscia diagonale nera con un bordo rosso e l’altro azzurro: è la rielaborazione di quello di 50 anni fa, realizzato in occasione di un’incredibile partita disputata nella neoclassica Arena Civica “Gianni Brera” all’interno del parco Sempione. Una squadra formata dai giocatori dell’Inter e del Milan, insieme, contro il Chelsea di Londra, “un esperimento da rifare domani anche a Roma, Torino, Genova, per ricordare ai fanatici che si tratta solo di un gioco e non di una guerra fra bande”, chiude Boeri con slancio squisitamente architettonico, cioè visionario.

 


 

#NOISIAMOCALCIO – Da giovedì 27 settembre a lunedì 1 ecco le 5 giornate di Milano CalcioCity dedicate al racconto e al gioco del calcio. Tutti i grandi narratori del calcio, filosofi e musicisti, calciatori e chef, tifosi improbabili si alternano a partite in oratorio e al Mundialito di Triennale. Diretto da Stefano Boeri e Alessandro Riccini Ricci, con il supporto di Fabio Capello e Paolo Condò.

  

Tutti i convocati e le giornate di Milano CalcioCity sono in www.milanocalciocity.it

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