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Il giornalista gentiluomo e una farsa libertaria

Giuliano Ferrara

A Feltri padre, un attacco della Boldrini gli fa il solletico. Con la sua telefonata, il figlio si è fatto intrappolare in una notizia che non lo era. Però ha creato le premesse per l’emersione del ridicolo

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Mattia Feltri, che rasenta la perfezione, in particolare nello stile, è incorso secondo me in un disguido professionale incomprensibile. La Boldrini che attacca Vittorio Feltri non è una notizia, può diventarlo solo se il figlio di Vittorio non la pubblica. E così è andata. Nel caso inverso, nessuno se ne sarebbe accorto. Nemmeno il direttore di Libero, uno che non si prende troppo sul serio e anzi fa dell’autoironia un vezzo da provocateur. Mattia è reo di parricidio ogni volta che scrive. E’ un figlio adulto, emancipato, la sua voce è la sua. Tutti lo sanno e lo vedono ogni giorno. Vorrei anche vedere che non volesse bene a suo padre, ma l’autonomia reciproca, l’incommensurabile distanza tra le loro opinioni e visioni di vita e mondo, sono evidenti. A occhio e croce mi sembra che uno non dovrebbe quasi mai pubblicare la Boldrini, ma in quel caso perché no?

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Mattia Feltri, che rasenta la perfezione, in particolare nello stile, è incorso secondo me in un disguido professionale incomprensibile. La Boldrini che attacca Vittorio Feltri non è una notizia, può diventarlo solo se il figlio di Vittorio non la pubblica. E così è andata. Nel caso inverso, nessuno se ne sarebbe accorto. Nemmeno il direttore di Libero, uno che non si prende troppo sul serio e anzi fa dell’autoironia un vezzo da provocateur. Mattia è reo di parricidio ogni volta che scrive. E’ un figlio adulto, emancipato, la sua voce è la sua. Tutti lo sanno e lo vedono ogni giorno. Vorrei anche vedere che non volesse bene a suo padre, ma l’autonomia reciproca, l’incommensurabile distanza tra le loro opinioni e visioni di vita e mondo, sono evidenti. A occhio e croce mi sembra che uno non dovrebbe quasi mai pubblicare la Boldrini, ma in quel caso perché no?

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Si sa che ogni due per tre Vittorio gioca a fare il misogino, il razzista, il sessista, si sa che adora mettere in burla il proprio ruolo con una specie di autocaricatura televisiva, occupa uno spazio senza remore, è un cinico vero, spara titoli inverosimili, eccita la compunzione moralista e gioca al libertino populista.

 

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Non ci sono misteri, il suo è un ruolo pubblico quotidiano, ciascuno ha diritto di metterlo in discussione esattamente nella stessa misura che lui adotta nel mettere in discussione le opinioni corrette e ipercorrette. E’ un uomo da colpi bassi, qualche volta un filino e anche più di un filino sopra e sotto le righe, un attacco della Boldrini gli fa il solletico. Invece di telefonare alla Boldrini, ottenendo in risposta maleducazione e facendosi intrappolare in una notizia che non lo era, io al suo posto, al posto di Mattia, avrei telefonato al papà dicendogli: guarda che nel suo blog sul mio giornale la Boldrini ti dà dello stronzo, vedi un po’ tu.

       

Però Mattia, è il suo bello, ha un fondo di ingenuità sentimentale. Così ha creato le premesse per l’emersione del ridicolo, e in questo forse la sua telefonata è stata una benedizione inconsapevole. L’accusa di censura è al di sotto di ogni standard dell’intelligenza e dell’ovvio rispetto per l’unica vera prerogativa di un direttore responsabile, pubblicare o no. Ne è divenuto subito il bersaglio, ha dovuto spiegarsi, una situazione inutilmente imbarazzante, al di sotto del suo stile, per quanto se la sia cavata egregiamente, prevedibile. Poi è vero che i rapporti tra ascendenti e discendenti sono materia delicata. Ma le cose delicate in un paese come questo, che pullula di professorini di morale e deontologia, vanno trattate con sprezzatura, alzando le spalle, forzandosi a un quantum di grossolanità nonostante i dettami dell’animo di un gentiluomo. Mi spiace davvero che la Boldrini sia stata messa in grado di inscenare una farsa libertaria contro uno dei pochissimi giornalisti della sua generazione che in tema di libertà, di civiltà delle maniere, di maneggio sereno, incisivo e affettuoso anche delle opinioni più coriacee e aspre non ha rivali.  

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