PUBBLICITÁ

Drogati ma distanziati

Saverio Raimondo

Cari giovani, dopo i migranti siete il nuovo capro espiatorio. Con tanti saluti agli appelli di Draghi

PUBBLICITÁ

La stragrande maggioranza dei contagi in Italia avviene in famiglia; però nessuno ha “chiuso le parentele”. Anzi, nelle prime settimane dopo il lockdown si potevano vedere solo consanguinei fino alla settima generazione. Moltissimi funerali in Italia sono stati dei focolai; ma nessuno ha mai fatto un appello ai moribondi perché siano responsabili e non tirino le cuoia proprio adesso, accusandoli di vanificare tutti gli sforzi fatti e mettere a rischio la riapertura delle scuole. Sappiamo benissimo quanto il virus sia circolato nelle fabbriche; ma in Val Seriana hanno dichiarato zona rossa solo le discoteche, e solo adesso. E’ dall’inizio della pandemia che il governo se la prende con i giovani, da quel “No Party” a reti unificate con il quale il presidente Conte intendeva rivolgersi “ai nostri ragazzi” – tradendo un’idea di gioventù un po’ stereotipata e sopratutto vecchia di almeno vent’anni (in effetti, in queste ore di appelli ai giovani e alla loro responsabilità, ci sarebbe da interrogarsi prima di tutto su cosa s’intende in Italia per “giovane”: giovane è il regista quarantenne alla sua opera prima, giovane è la donna non più giovane ma “ancora giovane”, “morto giovane” è l’anziano prima degli ottant’anni – insomma, con quali giovani ce l’ha Speranza? Qui in Italia sono tutti giovani, tranne forse i trentenni che si sentono già vecchi).

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


La stragrande maggioranza dei contagi in Italia avviene in famiglia; però nessuno ha “chiuso le parentele”. Anzi, nelle prime settimane dopo il lockdown si potevano vedere solo consanguinei fino alla settima generazione. Moltissimi funerali in Italia sono stati dei focolai; ma nessuno ha mai fatto un appello ai moribondi perché siano responsabili e non tirino le cuoia proprio adesso, accusandoli di vanificare tutti gli sforzi fatti e mettere a rischio la riapertura delle scuole. Sappiamo benissimo quanto il virus sia circolato nelle fabbriche; ma in Val Seriana hanno dichiarato zona rossa solo le discoteche, e solo adesso. E’ dall’inizio della pandemia che il governo se la prende con i giovani, da quel “No Party” a reti unificate con il quale il presidente Conte intendeva rivolgersi “ai nostri ragazzi” – tradendo un’idea di gioventù un po’ stereotipata e sopratutto vecchia di almeno vent’anni (in effetti, in queste ore di appelli ai giovani e alla loro responsabilità, ci sarebbe da interrogarsi prima di tutto su cosa s’intende in Italia per “giovane”: giovane è il regista quarantenne alla sua opera prima, giovane è la donna non più giovane ma “ancora giovane”, “morto giovane” è l’anziano prima degli ottant’anni – insomma, con quali giovani ce l’ha Speranza? Qui in Italia sono tutti giovani, tranne forse i trentenni che si sentono già vecchi).

PUBBLICITÁ

 

Per non parlare della movida, questo spauracchio che viene evocato da marzo manco fosse il mercato di Wuhan (“Fanno apericena con gli animali vivi!”) e additata come l’epicentro del contagio – anche se poi la gente non moriva a Trastevere o sui Navigli, ma nelle Rsa: se tanto mi dà tanto, deve essere molto buono lo Spritz nelle case di cura. E non venite a dirmi che i giovani contraevano il virus durante l’aperitivo e poi lo passavano fatalmente al nonno andandolo a trovare la domenica, perché lo sanno tutti che nessuno va a trovare i vecchi negli ospizi, tanto meno i giovani.

 

PUBBLICITÁ

Ogni volta che riprendono i contagi qui riprende la retorica, e fa numeri ben peggiori: è retorico associare i giovani alle discoteche, spesso popolate più da quaranta-cinquantenni (ah già, dimenticavo che in Italia sono giovani anche loro), molte delle quali negli ultimi anni hanno chiuso ben prima del Covid proprio per mancanza di assembramenti. Se per un italiano passare l’estate della pandemia globale nel proprio paese è buon senso, è al tempo stesso tremendamente paternalistico rimproverare chi è andato a farsi il bagno a Ibiza per non essere andato invece a Cala Gonone, in Sardegna – dove, toh, ecco arrivare contagi anche da lì!

 

E’ retorico chiedere ai giovani di non viaggiare (quando le frontiere sono aperte), di non ballare (quando le sale da ballo sono riaperte), di non avere vent’anni (quando vent’anni fa avete impedito ai loro genitori di abortire). Ma queste sono tutte parole sprecate, perché i giovani (chiunque essi siano) sono ormai per il Conte 2 come gli immigrati per il Conte 1, un perfetto capro espiatorio a cui addossare colpe e con i quali insabbiare le proprie mancanze: i giovani in Italia sono pochi, la maggior parte non vota, molti se ne vanno all’estero – proprio come gli immigrati, appunto. Se poi uno è giovane e immigrato è l’untore perfetto – per il governo, non per la scienza, s’intende.

 

A questo punto le strade sono due: o si indice una vera e propria persecuzione nazionale, con botte, rastrellamenti, eccetera. Oppure proviamo a comprarci il silenzio di questi giovani: loro ci fanno da pungiball senza reagire (come stanno già facendo, ma durerà?), prendendosi tutte le colpe e subendo senza fiatare le ramanzine della stampa e delle istituzioni; il governo in cambio gli dà non il lavoro, non l’istruzione e la formazione, non una prospettiva o un futuro come dice Draghi, ma la droga. A domicilio. Attenzione, non la droga leggera, quella ce l’hanno già tutti: quella pesante, chimica. Mdma, funghetti allucinogeni, metadone, cocktail di eroina, cocaina e sciroppo di codeina. Sballiamo i giovani a casa loro, isolati con le loro paranoie ma lontani dal virus. E se quest’idea che i giovani si droghino vi sembra un tantino un cliché, beh ma sono questi i giovani di cui stiamo parlando tutti da giorni, no?

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ