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Arriva un’altra movida

Simonetta Sciandivasci

No, non si torna agli anni Settanta quando i fratellini venivano mandati a controllare la sorella e il di lei fidanzato

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L’Italia ripudia l’assistente civico. Dice che è figura paternalista, statalista, offensiva, illiberale, costrittiva. Per Giorgia Meloni è una “milizia autorizzata dal governo”, segnale inequivocabile della “deriva autoritaria grottesca e preoccupante” verso la quale ci avviamo; per Matteo Salvini è un’esagerazione, un’intrusione nel privato degli italiani che invece necessitano di lavoro e non di “ispettori alle calcagna”. Ohibò, la destra italiana ne è uscita progressista. L’AC (acronimo innegabilmente funesto) convince soltanto chi l’ha proposto, e cioè il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, i quali, mentre l’Italia li accusa di liberticidio, vanno spiegando che le nostre città non saranno attraversate da ronde punitive di sentinelle in piedi, tutori della disciplina, mutanti metà 007 e metà pizzardoni. Gli AC saranno 60 mila e passa volontari che aiuteranno i cittadini a orientarsi nella nuova burocrazia del movimento, a farla rispettare, e porteranno la spesa e i pacchi di prima necessità agli anziani e a tutti coloro che non sono autosufficienti.

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L’Italia ripudia l’assistente civico. Dice che è figura paternalista, statalista, offensiva, illiberale, costrittiva. Per Giorgia Meloni è una “milizia autorizzata dal governo”, segnale inequivocabile della “deriva autoritaria grottesca e preoccupante” verso la quale ci avviamo; per Matteo Salvini è un’esagerazione, un’intrusione nel privato degli italiani che invece necessitano di lavoro e non di “ispettori alle calcagna”. Ohibò, la destra italiana ne è uscita progressista. L’AC (acronimo innegabilmente funesto) convince soltanto chi l’ha proposto, e cioè il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, i quali, mentre l’Italia li accusa di liberticidio, vanno spiegando che le nostre città non saranno attraversate da ronde punitive di sentinelle in piedi, tutori della disciplina, mutanti metà 007 e metà pizzardoni. Gli AC saranno 60 mila e passa volontari che aiuteranno i cittadini a orientarsi nella nuova burocrazia del movimento, a farla rispettare, e porteranno la spesa e i pacchi di prima necessità agli anziani e a tutti coloro che non sono autosufficienti.

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Sembra una misura anti movida e probabilmente lo è, dopo che dal 18 maggio è tutto un dire che gli italiani s’assembrano, sbevazzano, fanno rave a cielo aperto, giocano col virus come se fosse diventato innocuo, e immediatamente dopo è tutto uno smentire, un dire che gli italiani sono diventati agorafobici, e 9 su 10 indossano la mascherina, e i contagi non fanno che scendere, e un cauto ottimismo è non solo legittimo ma persino doveroso. L’Italia che ripudia gli assistenti civici sta però divertendosi pazzamente a fantasticarci sopra: saranno belli o brutti, vecchi o giovani, ostili o socievoli, europeisti o sovranisti.

 

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Grillini o grillacci, asintomatici o immuni, eletti o sorteggiati; avranno un codice deontologico; potremo corteggiarli; saranno invitabili a cena fuori; saranno controllati da altri; circoleranno armati? Paese di santi, nervosi e poeti, fantasiosi ma poco obiettivi. Guardiamolo bene, questo assistente civico. E’ o no il ritratto di tutto ciò che abbiamo chiesto, o soltanto sognato, per decenni e forse più, e cioè qualcuno che per decreto, proclama, mestiere, civismo, salute pubblica, investito con tutti gli onori e i crismi, ci tenesse lontani gli insostenibili infernali altri, qualcuno che potesse dir loro quello che noi non potevamo dire, pena l’esser squalificati dalla mondanità, e cioè “arretra, sgorbio; questo è il mio spazio, tu stai nel tuo; questo è il mio regno, tu stai nel tuo sobborgo; non sai chi sono io; stammi a un metro, non toccarmi!”? Stregati com’eravamo dalla Giorgia Meloni che è dentro di noi, ci siamo convinti che finiremo castigati come ormoni prepuberali, e non abbiamo calcolato che con gli AC in giro s’estinguerà la piaga dell’italiano che salta la fila, dello sconosciuto al parco che ti si avvicina perché ha ascoltato la tua conversazione al telefono e vuole darti ragione, della sconosciuta che ci tiene a mostrarti le foto dei suoi nipoti mentre paghi un cocomero.

 

Incarna o no, l’assistente civico, l’epitome di tutto quello che negli ultimi anni, specie se femministi, abbiamo desiderato che qualcuno instillasse negli esseri umani, e cioè l’autocontrollo, la signoria degli istinti prima e la di essi cancellazione poi, la sublimazione del contatto, l’indagazione di tutto? E ora che ci viene servito quello che, da puerili vagheggiatori di un mondo dove avere a che fare con gli altri potesse essere un fatto protocollare, è di fatto la vita come protocollo, ci lamentiamo?

 

Alcune vite fa, più o meno fino alla prima metà degli anni Settanta, si usava che i fratelli minori delle ragazze uscissero al seguito loro e del di loro fidanzato, per controllare che lui non infilasse le mani dove non doveva, o le portasse in posti equivoci o in situazioni che potessero comprometterne l’onorabilità. Si vedevano in giro queste coppiette molto morigerate, al cui seguito uno o due bambini vigilavano che tutto filasse liscio, per poi presentare verbale ai genitori. So che state pensando che siamo tornati a quegli anni, ma così non è. Non è a quei bambini trasformati in carnefici delle loro povere sorelle che gli AC assomigliano, bensì ai guardiani della quarantena che lo studio inglese FastFuture del 2014 inseriva tra i lavori del futuro. Queste le mansioni: far rispettare il distanziamento sociale, l’isolamento, le misure di contenimento del contagio. Era già tutto scritto, non angustiatevi, anche stavolta (mannaggia!) siamo salvi dalla deriva autoritaria.

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