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Che cos'ha detto davvero Andrea Crisanti sui vaccini

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"Normalmente ci vogliono dai cinque agli otto anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie". Ha suscitato un ampio dibattito l'uscita del virologo Andrea Crisanti, ospite giovedì 19 novembre di Focus Live, il festival della scienza dell'omonima rivista. 

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Pierluigi Lopalco, ad esempio, epidemiologo e assessore alla Sanità della Puglia, ha replicato al virologo dagli studi di `L’aria che tira´ su La7, suggerendogli di fare più attenzione alla comunicazion e su un tema così delicato e sul quale c'è tanta disinformazione: "Io mi sono persino offerto per far parte della sperimentazione. Quindi è fuori discussione il fatto che non mi farò il vaccino". Tra gli altri anche il presidente del Veneto Luca Zaia ha dichiarato che "non c'è la terza via, o fai il vaccino o non lo fai. Personalmente io lo faccio, questo è poco ma sicuro". E c'è anche chi tenta di trascinare, con malizia, il virologo nell'alveo dei ciarlatani No vax. Non è affatto così, e Crisanti ci ha tenuto a specificarlo: "Sono favorevolissimo ai vaccini", ha chiarito, ma "questi di cui si parla sono stati sviluppati saltando la normale sequenza Fase 1, Fase 2 e Fase 3. Questo è successo perché hanno avuto fondi statali e quindi si sono potuti permettere di fare insieme le tre fasi perché i rischi erano a carico di chi aveva dato i quattrini. Ma facendo le tre fasi in parallelo, uno si porta appresso tutti i problemi delle varie fasi".

Sulla stessa linea il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri: "Credo che Crisanti su questo sbagli: il vaccino sarà sicuro. Quando arriverà, e io rientrerò nelle categorie che possono farlo subito, lo farò", ha detto a Rainews 24. "Anzitutto dovremo aspettare la certificazione dell'ente regolatorio - ha spiegato Sileri - poi è vero che è andato tutto molto veloce, ma è anche la prima volta che sono stati messi così tanti finanziamenti, ed è la prima volta che vengono trovati dei volontari per la sperimentazione in un tempo così rapido". Così come la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa che - dice - quando sarà il suo turno sarà la prima a farsi vaccinare.

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"Quella di Crisanti" sui vaccini in arrivo contro Covid-19 è "una dichiarazione irresponsabile e intollerabile da una persona che dovrebbe conoscere le regole prima di affermare certe cose". Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema, si confessa "esterrefatto" davanti alle parole del virologo dell'università di Padova e lo invita a dimostrare ciò che sostiene e ad assumersene ogni responsabilità sociale e morale. "Se Crisanti ha dei dubbi sull'iter di approvazione del vaccino - afferma Rasi, che proprio nei giorni scorsi ha concluso il suo secondo mandato alla guida dell'Ema - può fare una telefonata all'Agenzia italiana del farmaco Aifa o all'Ema, come fanno tutti i cittadini che ci chiedono come e perché approviamo i vaccini e in quali tempi". "Crisanti ci spieghi quali sono le scorciatoie usate - incalza l'ex direttore esecutivo dell'ente regolatorio Ue - quale impatto abbiano e su quali altre considerazioni basa la sua irresponsabile dichiarazione. Sfido Crisanti a fornirmi evidenza di quello che dice. Affermazioni di cui lo chiamiamo ad assumersi tutte le responsabilità sociali ed etiche".

 

Qui sotto trovate il video integrale dell'intervento di Crisanti, dove esprime il suo punto di vista sui vaccini in generale e su quelli allo studio contro Covid. 

 

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Nonostante le tante reazioni - e una certa leggerezza del virologo nel comunicare in maniera tranchant su un tema tanto sensibile - i suoi dubbi, in questo momento, possono essere leciti. Come Enrico Bucci scriveva sul Foglio, sui tre papabili vaccini anti Covid, per adesso, ci sono ancora "troppi pochi dati e troppe parole interessate. Discuterne ora è come parlare di fantacalcio". E spiegava che mentre "le aziende annunciano, guadagnano e perdono nella corsa al mercato per il rimedio contro Covid-19, riflettiamo un attimo. Per quale di questi numeri la comunità scientifica ha avuto a disposizione dati, in modo da poter capire e giudicarne la reale consistenza? Nessuno. E si badi bene: non parlo di dati da pubblicare necessariamente su una rivista scientifica, ma anche solo semplicemente di dettagli sufficienti e accesso a database anonimi per poter esaminare bene i risultati ad interim. Invece, non solo le aziende annunciano e gli investitori scommettono sostanzialmente al buio, ma il pubblico riceve l’impressione dai media (anche autorevoli) che le cose siano ormai assodate e certe". Purtroppo, per il momento, non è ancora così. "Dunque, fiducia certamente; ma fiducia nel fatto che i dati saranno valutati attentamente e la ricerca scientifica sta avanzando rapidissima, non nelle parole interessate di ceo, politici e oligarchi".

 

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