(foto Ansa)

la strategia

Il super green pass è realtà. Ma adesso chi farà i controlli?

Luca Roberto

Dal 6 dicembre si userà il certificato verde anche sui mezzi pubblici. La preoccupazione dei sindacati dei trasporti e del Viminale

Per non tornare indietro, si è fatto un passo in più. Ma chi si assicurerà che tutto vada per il meglio? Quando ieri il governo ha annunciato la svolta super green pass, premiare i vaccinati sin dalla zona bianca inibendo alcune attività ai soli non immunizzati, subito è iniziata a circolare quella strana percezione che non si siano fatti abbastanza i conti con l'oste. Ché l'applicazione del nuovo modello prevede pur sempre delle novità non così facilmente calabili nella realtà sperimentata durante questi ultimi mesi. Un caso su tutti, il nodo dei nodi: i trasporti. Guardate alle immagini di bus e metro stracarichi come spesso si è visto sulle pagine dei giornali. Il solito (scemo) dilemma: ha senso un controllo rigoroso nei posti al chiuso se ci si infetta nel tragitto per raggiungerli?

E' per questo che fino ad ora il proposito di introdurre la certificazione verde anche sui mezzi del trasporto pubblico sempre era decaduto, alla prova dei fatti. Nessuno era riuscito a sbrogliare l'enigma controlli nella quotidianità, con un numero di passeggeri così ampio. E ci si era limitati a una serie di progressivi correttivi di taglio minimale. Come lo si affronterà adesso? Tempo addietro, quando venne fuori l'ipotesi che i controllori dei bus avrebbero potuto richiedere il green pass congiuntamente al titolo di viaggio, i lavoratori dell'Atac non sembrarono granché entusiasti ("questi ce menano", dissero riferendosi ai pendolari con cui hanno a che fare ogni giorno). E pure i sindacati dei trasporti erano sembrati poco entusiasti, sempre battendo sul tasto della sicurezza. 

Più o meno lo stesso monito fatto risuonare oggi sulla Stampa dalla segretaria nazionale della Filt Cgil Maria Teresa De Benedictis. Secondo cui la verifica dovrebbe essere fatta "all'acquisto del titolo di viaggio, proprio per non esporre il personale ad alterchi e aggressioni a bordo del mezzo". E' soprattutto sui bus che grava la grande incognita delle settimane a venire, perché come ha spiegato lo stesso ministro Brunetta al Foglio, per quanto riguarda le metropolitane "i lettori ottici ai tornelli potrebbero essere facilmente integrati per leggere il Qr Code dei certificati verdi". Altra cosa è prevedere un meccanismo di controlli a campione sui mezzi pubblici che inevitabilmente potrebbero rallentare alcune tratte in particolari frangenti orari. Anche perché ieri il ministro Speranza è sembrato fugare ogni dubbio a riguardo. Ma nelle bozze del decreto licenziato dal governo, in effetti, come hanno sottolineato gli stessi operatori del trasporto, sul punto le indicazioni sono ancora poco chiare e il riferimento rimane ai treni regionali, per cui i controlli ricalcherebbero quanto già accade per l'alta velocità. E però anche qui resta definire: cosa succede se viene trovato un passeggero sprovvisto di green pass? Si riceve una multa o si viene allontanati?

Una generale apprensione che si accoppia ai dubbi e le preoccupazioni che interessano in queste ore il Viminale, che dovrà poi materialmente coordinare la stretta sugli accertamenti del super green pass. Per esempio implementando la cornice del decreto con la serie di circolari per una sua pratica applicazione sui territori da parte dei prefetti. Il rischio, sospirano al ministero dell'Interno, è lasciare la gran parte del lavoro nelle mani delle forze dell'ordine. Che, è stato quanto ha rimarcato la stessa ministra Lamorgese in Consiglio dei ministri, sono già sotto organico. Forse solo dal 6 dicembre in poi, quando tutto questo diverrà realtà, si potrà capire cosa ha funzionato e cosa no. Sperando nel frattempo di non dover correre ai ripari. 

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