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internazionale indebolita dal Covid

Al capezzale della catena alimentare

Luca Mazzacane

Prospettiva One Health: al via, il 23 settembre all’Onu, il Food System Summit

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Il periodo storico che stiamo vivendo da ormai un anno e mezzo ha focalizzato l’attenzione pubblica sul tema della salute. La pandemia ha però concentrato questo focus sul virus, la sua sintomatologia e gli effetti domino verificatisi a livello sociale ed economico, causando una ricaduta negativa sulle altre sfere della salute e sanitarie, lasciando quindi nel dimenticatoio priorità quali, ad esempio, le malattie croniche e rare, e non permettendo la continuità nella cura delle altre patologie. Quando si parla di salute però non ci si deve limitare al benessere dell’organismo di fronte a una malattia, alla sua cura o alla sua eventuale prevenzione. Con l’introduzione, ormai più di un anno fa, del concetto di One Health si è sottolineato come la salute globale dipenda da diversi fattori, uno dei quali è certamente la nutrizione e la conseguente catena alimentare. Questa ha di fatto subito un contraccolpo sin dall’inizio della pandemia: le condizioni di isolazionismo alla quale i diversi Stati si sono dovuti assoggettare hanno spezzato le catene di fornitura e scambio alimentare. A maggior ragione, si è vista l’interruzione delle reti di assistenza e supporto internazionale verso quei paesi che vivono condizioni di povertà e malnutrizione.

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Il periodo storico che stiamo vivendo da ormai un anno e mezzo ha focalizzato l’attenzione pubblica sul tema della salute. La pandemia ha però concentrato questo focus sul virus, la sua sintomatologia e gli effetti domino verificatisi a livello sociale ed economico, causando una ricaduta negativa sulle altre sfere della salute e sanitarie, lasciando quindi nel dimenticatoio priorità quali, ad esempio, le malattie croniche e rare, e non permettendo la continuità nella cura delle altre patologie. Quando si parla di salute però non ci si deve limitare al benessere dell’organismo di fronte a una malattia, alla sua cura o alla sua eventuale prevenzione. Con l’introduzione, ormai più di un anno fa, del concetto di One Health si è sottolineato come la salute globale dipenda da diversi fattori, uno dei quali è certamente la nutrizione e la conseguente catena alimentare. Questa ha di fatto subito un contraccolpo sin dall’inizio della pandemia: le condizioni di isolazionismo alla quale i diversi Stati si sono dovuti assoggettare hanno spezzato le catene di fornitura e scambio alimentare. A maggior ragione, si è vista l’interruzione delle reti di assistenza e supporto internazionale verso quei paesi che vivono condizioni di povertà e malnutrizione.

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Un caso esemplare è l’Afghanistan, un paese tornato di forte attualità mondiale per le vicissitudini talebane, che presenta 18 milioni di persone appartenenti alla soglia di estrema povertà. In queste condizioni, è chiaramente complesso soddisfare il proprio fabbisogno nutritivo, e un organismo privo di questa imprescindibile necessità non è in grado di funzionare ottimamente, né di difendersi dalle minacce esterne, quali virus e batteri per esempio. Inoltre, in condizioni di tale disagio economico e sociale, è impossibile garantire una corretta gestione degli alimenti a livello igienico.

Al fine di sopperire a queste lacune e rinvigorire la catena alimentare internazionale, soprattutto in ottica di un’economia resiliente agli shock esterni, il 23 settembre le Nazioni Unite, durante l’Assemblea generale che si terrà a New York, ospiteranno il Food Systems Summit. Gli stati membri dell’Onu, prima di questo evento, hanno già avuto modo di partecipare al pre-summit, tenutosi a Roma. In questa occasione, si sono riuniti, in diversi panel, giovani, agricoltori, popoli indigeni, società civile, ricercatori, settore privato, leader politici e ministri con lo scopo di fornire gli ultimi approcci scientifici in materia e lanciando nuovi impegni attraverso coalizioni d’azione, mobilitando nuovi finanziamenti e partenariati.

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Ora, dopo questo step introduttivo, si riuniranno i membri Onu con lo scopo di massimizzare i benefici di un approccio alle catene alimentari in linea con gli obiettivi della Agenda 2030 e gli attuali cambiamenti climatici. Per il raggiungimento di questi obiettivi sono stati individuati cinque pilastri fondamentali, motori stessi del summit. Partendo dal primo, si mira ad aumentare la consapevolezza della centralità dei sistemi alimentari per l’intera agenda dello sviluppo sostenibile, e l’urgenza di trasformare i sistemi alimentari, in particolare sulla scia di una pandemia globale. In secondo luogo, urge allineare le parti interessate intorno a una comprensione e a una narrazione comune di un quadro del sistema alimentare come base per un’azione concertata, rendendo il cibo e i sistemi alimentari una questione più diffusa per la difesa e l’azione per raggiungere l’Agenda 2030. Successivamente, sarà necessario riconoscere la necessità di inclusione e innovazione nella governance e nell’azione dei sistemi alimentari. Come quarto pilastro ci si propone di motivare e responsabilizzare le parti interessate che sostengono la trasformazione dei sistemi alimentari attraverso lo sviluppo di migliori strumenti, misurazioni e analisi. Infine, catalizzare, accelerare e ampliare un’azione coraggiosa per la trasformazione dei sistemi alimentari da parte di tutte le comunità, inclusi paesi, città, aziende, società civile, cittadini e produttori di cibo.

Se questi obiettivi saranno raggiunti, sarà possibile delineare una nuova traiettoria nel settore alimentare e quindi della salute globale. In attesa del summit del 23 settembre, è possibile fare un parallelismo con la solidarietà internazionale mostrata, ad esempio, con il progetto Covax, dove si mira a sostenere gruppi fragili al fine di agevolare il raggiungimento del benessere globale.

 

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