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editoriali

I vaccini canaglia

Redazione

L’Iran bandisce quelli americani e inglesi. La Cina ci guadagna in influenza

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"L’importazione di vaccini prodotti negli Stati Uniti o nel Regno Unito è vietata. Sono completamente inaffidabili”, ha scritto ieri su Twitter la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, “non è improbabile che vogliano contaminare gli altri paesi. Vista la nostra esperienza con le scorte di sangue dalla Francia contaminate dall’Hiv, nemmeno i vaccini sono considerati affidabili”. La dichiarazione è stata ripetuta anche in un messaggio televisivo, dove la Guida suprema ha aggiunto che l’Iran otterrà le dosi “da altri paesi più affidabili”, molto probabilmente dalla Cina e dalla Russia, suoi alleati.

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"L’importazione di vaccini prodotti negli Stati Uniti o nel Regno Unito è vietata. Sono completamente inaffidabili”, ha scritto ieri su Twitter la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, “non è improbabile che vogliano contaminare gli altri paesi. Vista la nostra esperienza con le scorte di sangue dalla Francia contaminate dall’Hiv, nemmeno i vaccini sono considerati affidabili”. La dichiarazione è stata ripetuta anche in un messaggio televisivo, dove la Guida suprema ha aggiunto che l’Iran otterrà le dosi “da altri paesi più affidabili”, molto probabilmente dalla Cina e dalla Russia, suoi alleati.

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Era prevedibile che il vaccino, l’arma per fermare la pandemia, si sarebbe trasformato presto in un’arma di propaganda antioccidentale. Ma le dichiarazioni complottiste di Khamenei arrivano in un momento di particolare tensione con l’America, dopo che una settimana fa Teheran ha annunciato di aver ripreso ad arricchire l’uranio al 20 per cento nell’impianto nucleare di Fordow. L’Iran però è uno dei paesi più colpiti dal Covid, con più di un milione di contagiati e oltre 54 mila morti, e il 29 dicembre ha iniziato la sperimentazione umana di un vaccino sviluppato nel paese. Secondo il presidente Hassan Rohani il vaccino iraniano è la priorità, ma il governo di Teheran sta già collaborando con Cuba e secondo varie indiscrezioni dei media sarebbe in contatto con due aziende cinesi, Sinopharm e Sinovac.

   

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Il vaccino di Sinopharm, sul quale è stata appena completata la sperimentazione umana, sarebbe efficace al 78 per cento, quindi molto meno dei “vaccini occidentali”. Nonostante questo la Cina, nelle ultime settimane, si è guadagnata l’approvazione di diversi paesi grazie agli acquisti preferenziali e agevolati, assicurati da Pechino, in cambio di sostegno politico: l’Egitto ha acquistato 40 milioni di dosi del vaccino Sinopharm, il consiglio indonesiano degli Ulema ha dichiarato il vaccino Sinopharm halal, quindi somministrabile alla popolazione musulmana più grande del mondo. In Cina la scienza è prima di tutto politica. Soprattutto se è antiamericana.

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