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Covid, altre cinque regioni in zona arancione. I nuovi positivi sono 25.271 (su 147.725 tamponi)

redazione

In Abruzzo, Liguria, Umbria, Basilicata e Toscana da mercoledì si inaspriranno le restrizioni. Attesa domani la decisione sulla Campania. L'appello dei medici: "Chiudere tutto per 6 settimane"

Abruzzo, Liguria, Umbria, Basilicata e Toscana zone arancioni

Da mercoledì Abruzzo, Liguria, Umbria, Basilicata e Toscana da zone gialle diventeranno zone arancioni. Lo ha comunicato su Facebook il presidente dell'Abruzzo Marco Marsilio. Anche Giovanni Toti, presidente della Liguria, ha confermato di aver ricevuto la notizia dal ministro della Salute Roberto Speranza. 

 

 

 

Domani la decisione sulla Campania 

Secondo fonti di maggioranza, sarebbe in atto un'ulteriore verifica dei dati epidemiologici che riguarderà tutte le altre regioni d'Italia. La giornata di domani sarà interamente dedicata alla situazione della regione Campania, a cui è stato richiesto di fornire un supplemento di dati. 

 

25.271 nuovi nuovi positivi

Il bollettino di oggi informa che su 147.725 tamponi effettuati (ieri 191.144) i nuovi casi di Coronavirus sono 25.271 (ieri erano 32.616), il 17,10 per cento. I decessi sono 356 (331 ieri).

In Lombardia sono emersi 4.777 nuovi contagi, in Campania 3.120 e in Piemonte 2.876. Gli attualmente contagiati salgono a 573.334 (+14.698) con 27.636 pazienti ricoverati con sintomi (+1.196) e 2.849 in terapia intensiva (+100). Sono in isolamento domiciliare quasi 543mila pazienti mentre circa 10mila sono guariti o sono stati dimessi. 

 

Rezza: la situazione peggiora. Rt a 1,7

Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute ha commentato con un breve video l'evoluzione della curva epidemiologica. La situazione "continua a peggiorare in tutto il Paese e si registra un valore Rt, o indice di contagio, di 1,7. Abbiamo oltre 500 casi per centomila abitanti e quasi tutte le Regioni sono colpite. Notiamo una tendenza all'aumento dei ricoveri, soprattutto c'è un aumento dei ricoveri in terapia intensiva", ha detto Rezza. 

 

Oggi la riunione tra Cts e Cabina di regia

 

Questo pomeriggio il Cts e la Cabina di regia, l'organo cui il ministero della Salute e le regioni hanno demandato il monitoraggio del contagio da Covid-19, si sono riunite per elaborare i dati relativi alla settimana tra il 25 ottobre e l'1 novembre, e di conseguenza stilare un aggiornamento alla lista di regioni che rischiano di cambiare zona di rischio. Un appuntamento rinviato di giorno in giorno: solitamente l'Istituto Superiore di Sanità comunicava il rapporto nella conferenza del venerdì. Per la quantità di dati che sarebbero ancora dovuti pervenire dalle regioni però si è deciso di aspettare fino a sabato, poi fino a domenica. Si è arrivati a lunedì, e dalla giornata di oggi si capirà qualcosa in più sulle regioni che rischiano di entrare nella zona arancione e rossa.

 

Come abbiamo già scritto, Campania e Liguria sono le regioni più attenzionate. Ma un inasprimento lo rischiano anche Abruzzo, Umbria, Toscana ed Emilia-Romagna. Ancora dubbi rimangono sul possibile inserimento del Veneto tra le zone arancioni. Nel caso della Campania si starebbe addirittura valutando un balzo dalla zona gialla direttamente alla zona rossa, come richiesto tra gli altri anche dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Nel fine settimana, invece, il presidente della provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher ha deciso di dichiarare autonomamente tutto l'Alto Adige zona rossa. Nelle 24 ore precedenti si erano riscontrati altri oltre 700 positivi, circa il 26 per cento dei tamponi processati.

 

La decisione della Cabina di regia di oggi anticiperebbe dunque le ordinanze che, a quel punto, verrebbero adottate dal ministro Speranza, di comune accordo con i presidenti di regione. Interventi che potrebbero arrivare al più tardi domani se non già nella serata di oggi. 

 

  

L'appello dei medici: "Serve un nuovo lockdown"

Dopo che il presidente dell'Ordine dei medici Filippo Anelli aveva chiesto un lockdown nazionale dopo aver constatato "dati allarmanti", e arrivando a stimare altri 10mila decessi entro l'Immacolata, il segretario dell'ANAAO, Carlo Palermo, ha ribadito al Foglio più o meno lo stesso concetto. "Stiamo creando le condizioni per una epidemia dei malati non-COVID che prima o poi presenterà il suo conto. Meglio allora chiudere per 5 o 6 settimane cercando di abbattere la curva dei contagi", ha detto. 

  

Ricciardi: "Servono lockdown nelle grandi città" 

"Servono dei veri lockdown cittadini e spetta ai governatori proclamarli. Vedo troppa gente ancora in giro per le strade. Nelle grandi città, penso soprattutto a Milano, Genova, Torino e Napoli serve agire con decisione e farlo presto". Lo ha detto il consigliere del ministro Speranza Walter Ricciardi in un'intervista alla Stampa. Ricciardi ha anche aggiunto, a proposito del stress posto sulle strutture sanitarie a livello nazionale, che "in molte regioni si stanno rinviando ricoveri e interventi chirurgici. Quando si dice rinviamo gli interventi elettivi che richiedono il post operatorio in terapia intensiva, parliamo di sostituzioni di valvole cardiache o interventi oncologici demolitivi per arginare i tumori. Già oggi la mortalità per le malattie cardiovascolari e oncologiche è aumentata del 10 per cento". 

 

Emiliano ai genitori: "Evitate di mandare i bambini a scuola"

Ha dovuto riaprire le scuole elementari e medie dopo il pronunciamento del Tar, ma il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano non ha cambiato idea in merito. "Faccio mio l'appello dei pediatri: evitate di mandare i bambini a scuola in presenza, questo è più sicuro sia per i bambini che per la salute pubblica. Scegliete, se possibile, la Dad, e da casa - sia pure con tutti i limiti - cercate di fare il possibile, fino a quando i dati epidemiologici non scenderanno", ha comunicato Emiliano. 

 

Pfizer: "Nostro vaccino efficace al 90 per cento"

Uno dei vaccini anti Covid, quello sviluppato dalle case farmaceutiche PfizerBioNTech, si è dimostrato, durante la terza fase di sperimentazione condotta sugli esseri umani, efficace al 90 per cento nel prevenire infezioni correlate alla malattia. E' quanto ha dichiarato il presidente della Pfizer, Albert Bourla, secondo il quale da qui alla fine dell'anno potrebbero essere immesse in circolazione 50 milioni di dosi di vaccino. E' un annuncio molto diverso da quello fatto tempo fa Vladimir Putin e Donald Trump. E dimostra che la libera concorrenza supera la propaganda politica. P.s.: anche i mercati hanno festeggiato

 

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