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Se sei positivo quanto lo sei? La giungla dei test rapidi alla prova dei fatti

Le mosse di Abbott e Menarini e la competizione tra case farmaceutiche

Enrico Dalcastagné

Già impiegati negli aeroporti e alle frontiere, i tamponi veloci hanno debuttato anche nelle scuole. Le fughe in avanti delle Regioni e l'attesa per le gare

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In principio era il tampone, considerato lo standard per riconoscere l'Rna del virus. Poi sono arrivati i test sierologici, utili a cercare gli anticorpi che testimoniano il passaggio del coronavirus nell'organismo. Ora sul mercato è il turno dei test rapidi, che danno risposta in meno di mezz'ora: il prelievo è simile a quello del tampone ma in questo caso l'esito arriva subito, senza bisogno di passare per un laboratorio. Utilizzati in alcuni aeroporti – a partire da Fiumicino – già da fine agosto, presto questi test saranno impiegati nelle scuole. La sperimentazione è già partita in alcune Regioni, ma per ora ci si muove in ordine sparso.

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In principio era il tampone, considerato lo standard per riconoscere l'Rna del virus. Poi sono arrivati i test sierologici, utili a cercare gli anticorpi che testimoniano il passaggio del coronavirus nell'organismo. Ora sul mercato è il turno dei test rapidi, che danno risposta in meno di mezz'ora: il prelievo è simile a quello del tampone ma in questo caso l'esito arriva subito, senza bisogno di passare per un laboratorio. Utilizzati in alcuni aeroporti – a partire da Fiumicino – già da fine agosto, presto questi test saranno impiegati nelle scuole. La sperimentazione è già partita in alcune Regioni, ma per ora ci si muove in ordine sparso.

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Si tratta di test antigenici, così chiamati perché cercano le proteine del virus (appunto gli antigeni) nelle secrezioni respiratorie. Non sono considerati affidabili al cento per cento ma sono validi per effettuare screening di massa veloci e per individuare persone infette con un'alta carica virale. Dopo il successo della sperimentazione nei porti e negli aeroporti, sul loro utilizzo nelle scuole si sono espressi favorevolmente sia la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina che quello della Salute Roberto Speranza, per cui i test rapidi “sono un pezzo della nostra strategia per l'autunno”.

 

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In attesa di un nuovo protocollo nazionale, Regioni e singoli istituti si stanno però organizzando in modo autonomo: i tamponi rapidi sono già stati adottati nelle scuole di Veneto e Lazio, dove in caso di positività di un bambino vengono somministrati a tutta la classe; e se la Lombardia appare ancora indietro, dubbi sull'intera operazione sono stati sollevati da Kyriakoula Petropulacos, direttrice della Sanità emiliano-romagnola e membro del Comitato tecnico scientifico.

 

La validazione dei test viene condotta dall'ospedale di Treviso, con analisi portate avanti anche dall'istituto Spallanzani di Roma. Finora i ricercatori hanno testato circa 6 mila campioni di vari produttori: i risultati mostrano un'affidabilità superiore all'80 per cento, a patto che il test venga eseguito subito dopo il prelievo. Nel giro di poche settimane si è quindi aperto un mercato dei test rapidi con contendenti agguerriti; fanno gola le gare per gli acquisti che saranno gestiti dal commissario straordinario Domenico Arcuri. Tra i produttori più attivi si segnalano realtà come bioMérieux, Dasit Group e Praxisdienst, con Abbott e Menarini che però sembrano un passo avanti.

 

Fornisce una diagnosi in soli quindici minuti il test rapido sviluppato da Abbott, presentato come “un'opzione per lo screening di Covid-19 affidabile, rapido, portatile e modulare”, nonché “uno strumento utile per supportare strategie di salute pubblica. Stiamo lavorando con le istituzioni locali per renderlo disponibile anche in Italia” spiega Gabriella Di Marzio, amministratore delegato di Abbott Rapid Diagnostics. E mentre riparte la sperimentazione del vaccino Pomezia-Oxford, buone notizie sul fronte dei test rapidi arrivano anche da Firenze, con l'italiana Menarini che promette di rilevare “ciò che gli altri tamponi non vedevano”.

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“Il nostro sistema non solo indica se c'è positività al Covid, ma anche la carica virale del soggetto e se questo ha sviluppato gli anticorpi al Sars-Cov-2. Il tutto in appena dodici minuti” racconta Fabio Piazzalunga, global head di Menarini Diagnostics. La società della famiglia Aleotti ha brevettato una strumentazione più veloce e meno costosa (oltre che un po' meno affidabile) rispetto al tampone tradizionale: “Una piattaforma pensata per contesti operativi decentralizzati quali pronto soccorso, aeroporti, stazioni o sedi in cui serve avere un primo risultato in poco tempo”.

 

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Il kit per la diagnosi immediata è frutto di un accordo di distribuzione esclusiva in Europa che Menarini ha firmato con Credo Diagnostics Biomedical, azienda con sede a Singapore. Per il gruppo farmaceutico di Firenze, che ha convertito parte della produzione per donare gel disinfettante alle strutture sanitarie, è un successo che arriva da lontano: “Sarà più piccolo di un tostapane e il personale avrà bisogno di pochissimo training per l'utilizzo – spiegava Piazzalunga al Foglio lo scorso aprile – Immaginiamo un test da 'prima linea' preciso ed economico che darà una mano a svuotare gli ospedali”.

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