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Contro i delatori della pandemia

Giuliano Ferrara

La giustizia non può essere innescata dallo stordimento o dal senso di una perdita. La giustizia è di organi imparziali che devono saper calcolare bene le circostanze di un’emergenza inaudita. Perché vendicare il dolore sui medici è una mascalzonata

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Il medico o l’infermiere che ha fatto il possibile per i cittadini coinvolti nella pandemia e lo ha fatto nella sorpresa dell’imprevisto, con mezzi non sempre adeguati, finendo per diventare un eroe, quantomeno uno che non sfugge alle proprie responsabilità, che ci prova e rischia, ecco, quello stesso medico in certi casi, numerosi, ora si ritrova al centro di sospetti, liti giudiziarie, delegittimazioni professionali e deontologiche. Una bella lettera amara del giro di infermieri e medici dell’Ospedale San Matteo di Pavia, sezione del pronto soccorso, espone questa situazione con il tono deluso di chi sa che la riconoscenza non è di questo mondo, ma ci sono dei limiti.

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Il medico o l’infermiere che ha fatto il possibile per i cittadini coinvolti nella pandemia e lo ha fatto nella sorpresa dell’imprevisto, con mezzi non sempre adeguati, finendo per diventare un eroe, quantomeno uno che non sfugge alle proprie responsabilità, che ci prova e rischia, ecco, quello stesso medico in certi casi, numerosi, ora si ritrova al centro di sospetti, liti giudiziarie, delegittimazioni professionali e deontologiche. Una bella lettera amara del giro di infermieri e medici dell’Ospedale San Matteo di Pavia, sezione del pronto soccorso, espone questa situazione con il tono deluso di chi sa che la riconoscenza non è di questo mondo, ma ci sono dei limiti.

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Alla necessità di fare giustizia, eventualmente risarcire un torto commesso per dolo o negligenza, non è estraneo il mondo della sanità. Questo è appena ovvio. Ma bisogna fare molta attenzione. La giustizia non è delle vittime, non può essere innescata dallo stordimento, dalla paura, dal senso di una perdita né dall’idea che si è intitolati a procedure di sicura salvezza nel campo della salute, la giustizia è di organi imparziali che devono saper calcolare bene le circostanze di un’emergenza inaudita, roba diffusa in tutto il mondo, senza eccezioni con effetti di caos e di abnegazione, non sempre coronata da successo.

  

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La giustizia delle vittime è spesso innescata in modo vendicativo, con un profilo ideologico, militante, aggressivo, al quale si mescola la grande campagna in corso sui whistleblower, cioè sui delatori dall’interno e dall’esterno del sistema amministrativo o professionale, colpito molto spesso senza criterio oggettivo e ritegno etico. La denuncia è encomiabile quando serve a riformare storture di sistema e a castigare con un giusto processo comportamenti illegali o di grave trascuratezza. Nessuno può scagliare la prima pietra e nessuno deve essere lapidato, eppure questa è proprio la logica di certa delazione privata, vendicativa e collettiva, che si sviluppa sempre in un caos diffuso di risentimenti e motivazioni improprie.

  

La spia può essere crudele e pericolosa, agisce però nella media professionale con un tratto umano e politico orientato a un interesse superiore di sicurezza di stati, nazioni e popoli. La ragione di stato ha le sue regole e i suoi limiti, non è un magma incandescente di sentimenti di rivalsa capace di travolgere l’oggettività dei fatti in nome della posizione soggettiva, del profilo della vittima che chiede una sanzione e esige oltre ogni cosa di trovare comunque un colpevole. La caccia al colpevole, quando un virus sconosciuto ha fatto il salto di specie, si è infiltrato nel vivente umano, ha generato una catena casuale ma consequenziale di dolore e di sofferenza luttuosa, ha qualcosa di grottesco. Che ne siano oggetto, a stretto giro di posta dopo l’incensamento e la divinizzazione, quei cittadini e professionisti in camice ai quali è stato chiesto di costruire un argine, di difendere la vita e la salute, a prezzo di notevoli sacrifici personali, in un contesto di solidarietà attiva osservato da tutti nei mesi del picco, questa è una cosa totalmente fuori misura, non un fare giustizia ma l’ennesimo tentativo di ottenere un repulisti, di fare piazza pulita con metodi che non hanno niente a che vedere con il sereno accertamento di errori e negligenze. Insomma, una mascalzonata.

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