A scuola di vaccini. Pediatri, medici e presidi contro i no vax
Suona la campanella in molti istituti per l'infanzia e a breve si torna tra i banchi di primarie e secondarie. I genitori anti vaccinisti lamentano la solita persecuzione e aspettano il Milleproroghe
Roma. Gli alunni italiani si preparano a tornare sui banchi di scuola. La data, per le primarie e per le secondarie, quest'anno varia, a seconda delle regioni, tra il 10 e il 17 settembre. Mentre per le scuole dell'infanzia la campanella ha già rintoccato ieri e i genitori no vax hanno risposto suonando la carica. A Brescia, negli asili nido e nelle scuole d'infanzia comunali, secondo un primo censimento, rischiano di rimanere fuori circa 82 bambini. A Bologna sono stati sospesi 136 bambini (novanta alla materna, 46 ai nidi) e ora il Comune ricontatterà le famiglie; in una settimana qualche genitore potrebbe anche decidere di mettersi in regola. A Padova lunedì si sono contati, secondo gli anti vaccinisti del Corvelva (Coordinamento veneto per la libertà di vaccinazione), 19 casi di bambini respinti ai cancelli di nidi e materne. L’assessore alle Politiche educative e scolastiche Cristina Piva ribatte invece che, a quanto risulta "una ventina di bambini non si sono presentati" e "non c’è stata alcuna contestazione". In Veneto, comunque, sono 18mila i bambini tra 0 e 6 anni ancora non in regola. Sono "in tanti ad aver scelto di tenere a casa i propri figli in attesa della discussione sul Milleproroghe in calendario alla Camera fra 12 e 13 settembre in cui dovrebbe passare la deroga di un anno alla legge Lorenzin", ha aggiunto Stefano Cecchin della Fism Veneto che riunisce le scuole paritarie per l’infanzia. Il realtà, stando a quanto ha sottolineato nel marzo scorso Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, nel 2018 sono stati appena quattro i bambini esclusi dagli istituti scolastici a Milano, altrettanti a Savona, qualche decina in Sardegna. Ma solo in meno della metà delle regioni è partita l'Anagrafe vaccinale prevista dal decreto, indispensabile per i controlli incrociati sulle avvenute vaccinazioni.
L'emendamento Lega-M5s al dl Milleproroghe, che in sostanza rinvia di un anno l'obbligo e sul quale si è accesa questa estate l'ennesima polemica, sembra tuttavia avviato su un binario morto, visto che la legge andrà in aula solo il 10 settembre e non sarà approvata prima di fine mese, quando ormai in tutta Italia i bimbi saranno entrati in classe. Le vere novità però sono attese dalla legge incardinata in commissione Sanità del Senato che prevede l'"obbligo flessibile", ossia una modulazione dell'obbligatorietà dei singoli vaccini regione per regione, in base alle coperture e ai dati epidemiologici.
Nonostante ciò, oggi sia i presidi sia i pediatri sono di nuovo insorti: con il rinvio di un anno del divieto di iscrizione alle scuole materne per i bambini non in regola si creerebbe un "grave vulnus alla salute e a tutta la collettività", ha detto il presidente dell'Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, Antonello Giannelli. "Se ammettiamo a frequenza alle scuole bambini non vaccinati mettiamo a rischio contagio i bambini che non si possono vaccinare". E in Italia, avverte l'Iss, sono 10 mila i bambini immunodepressi che devono avere la garanzia della sicurezza. L'ipotesi di creare classi differenziate per loro, proposta dal ministro dell'Istruzione quest'estate, aveva suscitato un vespaio di polemiche. "Non è possibile – aggiunge Giannelli – c'è una questione deontologica: è una forma di segregazione di chi è più debole, ripugna al nostro ordinamento e non possiamo prenderla minimamente in esame". Inoltre, "dal punto di vista organizzativo è impossibile, la scuola non è un reparto di epidemiologia". Il ministro Marco Bussetti, ad agosto, aveva tranquillizzato i presidi, ricordando che l'onere della prova sulle autocertificazioni non spetta a loro, né tantomeno ricade su di loro la responsabilità penale, che è sempre in capo a chi dichiara il falso. Ma poi anche gli enti locali erano intervenuti: la regione Marche, e così anche molti comuni, ha ribadito che nelle sue scuole varrà la legge Lorenzin "originaria", cioè con obbligo di presentazione di un certificato della Asl. Posizioni consentite dal fatto che la circolare non può superare quanto prevede la legge in vigore, tant'è vero che nel testo si "consente" ai presidi di accettare l'autocertificazione, dando ai singoli istituti o agli enti locali mano libera per scegliere autonomamente.
"Vedo morire bambini di morbillo ed è inaccettabile e indegno, avendo gli strumenti per combatterlo". Il duro intervento di Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, non lascia spazio a dubbi in merito all'articolo 6 del Milleproroghe. In audizione davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera, Villani ricorda che "l'ultimo caso è quello di una bambina di 14 mesi non vaccinata, che ha rischiato di morire per l'infezione di Haemophilus influenzae di tipo B". Una malattia "che in Italia era quasi dimenticata e il cui vaccino è compreso nell'esavalente. Oggi non abbiamo nessuno strumento per far sì che questa bambina venga immunizzata, pur avendo parlato con la famiglia", aggiunge il presidente della Sip. E ancora, "È irresponsabile abolire ora l'obbligatorietà", avevano già avvertito gli infettivologi Simit.
"Fino ad un paio d'anni fa avevamo assistito ad un preoccupante calo delle coperture vaccinali – continua Villani – Un fenomeno che ci ha preoccupato e che espone i bambini a malattie che ritenevamo sconfitte. È quello che è accaduto con il morbillo, ma non solo. L'Italia è arrivata ad essere tra le cinque nazioni al mondo con il maggior numero di casi. Era prevedibile? Purtroppo sì quando le vaccinazioni non sono offerte ad una vasta platea. Nell'ultimo anno, grazie alla normativa che ha offerto in maniera attiva le vaccinazioni, c'è stata una inversione di tendenza". Nonostante, ricorda il pediatra, ci sia una piccolissima fetta (1-5 per cento) della popolazione che ha una posizione in contrasto con le vaccinazioni, "c'è anche un 30 per cento della popolazione che le trascura per mancanza di informazione e questa parte è facilmente recuperabile. Oggi c'è un fase di recupero sopratutto in una questa fascia di popolazione, fattore che ha consentito di incrementare i tassi di copertura vaccinale".
"Consideriamo non giustificabile dal nostro punto di vista medico il rinvio dell'obbligo di presentare la certificazione dell'avvenuta vaccinazione per l'iscrizione all'anno scolastico 2018-2019", conclude poi la delegazione della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), guidata dal presidente Filippo Anelli, davanti alle Commissioni riunite. Un allarme, quello della Fnomceo, che si focalizza soprattutto sul morbillo: sono stati 14451 i casi segnalati in Europa nel 2017, che hanno causato 30 decessi. Erano stati 4643 nel 2016. In questa classifica ben poco gloriosa, l''Italia è al secondo posto, con 5004 segnalazioni. Né va meglio nel 2018: in Italia, dal primo gennaio al 30 giugno, sono stati 2029 i casi segnalati. Di questi, il 91,3 per cento si è verificato in soggetti non vaccinati, il 5,4 per cento in chi era stato sottoposto solo alla prima dose.