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Roma Capoccia

Al congresso del Pd laziale, con l’ombra del voto su tempi e candidati

Marianna Rizzini

Il flop elettorale dei dem si proietta sull’agenda locale: il 18 giugno le primarie nel Lazio, con Daniele Leodori e Mariano Angelucci ai blocchi di partenza. In attesa dell’assemblea pubblica del 6 giugno, si ripropone la sfida con i riformisti

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La sconfitta pd alle amministrative si proietta sugli appuntamenti in agenda a livello locale, come il congresso regionale del partito nel Lazio, per il quale, con primarie previste il 18 giugno, i candidati in corsa sono due: Daniele Leodori, ex vice di Nicola Zingaretti e delfino di Bruno Astorre, ex segretario locale scomparso di recente, e Mariano Angelucci, consigliere comunale in quota “riformisti” interni, ieri insorto contro il partito: “Pensavo di averle viste tutte”, ha detto Angelucci, “invece no. Poco fa è arrivata la disdetta della convocazione dell’assemblea regionale…con la quale si doveva ratificare esclusivamente il voto alle primarie, vista la presenza di due soli candidati. Si sarebbero mantenute le convenzioni, i confronti e le discussioni nei circoli, ma si sarebbe evitato il voto, visto che il voto dei soli iscritti non avrebbe comportato nessuna decisione. Invece a distanza di qualche ora, per motivi ‘tecnici’ non meglio specificati, è stata disdetta la convocazione dell’assemblea in modalità online, lasciando nel caos il congresso regionale… Non è bastato il disastro elettorale, si continuano ad umiliare gli iscritti”.

 

Chiama l’avversario interno Leodori a pronunciarsi sul tema, Angelucci, e dice “apriamo porte e finestre”. Il concetto, espresso al momento di candidarsi, qualche giorno fa, è che “la linea dell’isolamento, di ergersi al di sopra degli altri partiti, la denigrazione nei confronti dei riformisti, dei moderati, e la rincorsa di quei partiti che non arrivano al 4 per cento, ha portato a tutto questo”. Leodori, intanto, dai suoi canali social, due giorni fa, ha tracciato la sua road map per “immaginare un nuovo partito”, ripartendo “da una ricchezza unica: la nostra gente, il calore dei circoli e la militanza che, nonostante tutto, ha continuato a sostenerci e a tenerci a galla. L’ho scritto all’indomani del 12 e 13 febbraio e lo ripeto oggi: ripartiamo da qui. Dai circoli che dovranno rappresentare il cuore pulsante di questa nuova stagione politica, il nostro elemento vitale. Luogo di incontro, formazione e discussione. E dai nostri militanti che dovranno essere centrali nei processi decisionali”. Intanto, per candidati e attivisti pd, l’appuntamento è il 6 giugno, per un’assemblea pubblica in cui si parlerà, scrive Leodori, “del nuovo partito regionale, comunità ancora più aperta e forte”. Il tempo è poco, le circostanze esterne sfavorevoli (e anche il congresso del pd romano resta tra color che son sospesi).

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