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Roma Capoccia

Pd romano a Pd nazionale: “Il termovalorizzatore non si discute”

Domenico Di Sanzo

Il Partito democratico è spaccato (forse nell'intento di corteggiare il M5s). Da una parte l'ecologista "anti-inceneritore" Corrado e Ruotolo, che ha proposto un referendum. Dall'altra il sindaco Gualtieri e i franceschiniani: "La priorità è la pulizia della città"

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Più che un termovalorizzatore è un manicomio. Fughe in avanti più o meno spontanee, accuse di complotti per barattare l’impianto di Santa Palomba con l’alleanza con il M5s, schemi di corrente che saltano. La nomina dell’ecologista “anti-inceneritore” Annalisa Corrado nella nuova segreteria di Elly Schlein e le strambate del neo dirigente dem Sandro Ruotolo su un referendum per dire sì o no all’opera, stanno mandando in tilt il Pd romano. Un organismo complesso, disorientato di fronte alle accelerazioni “green” dei vertici del Nazareno. Ad aumentare lo stordimento e ad accrescere le preoccupazioni dei dem di Roma c’è la manifestazione “No termovalorizzatore”, convocata per mercoledì 19 aprile in Piazza del Campidoglio. Il M5s e la lista civica di Virginia Raggi hanno aderito alla protesta. Mentre l’ipotetica presenza di qualche esponente del Pd creerebbe inevitabilmente un caso.

Roberto Gualtieri è verde di rabbia, Schlein non parla e perfino alcuni luogotenenti della leader a Roma cadono dalle nuvole. Prendiamo il deputato Roberto Morassut, parlamentare di lungo corso, sottosegretario all’ambiente nel Conte II, assessore al Comune di Roma con Walter Veltroni sindaco, esponente vicinissimo a Schlein. Morassut è a favore del termovalorizzatore e boccia l’idea referendaria di Ruotolo. “La città ha bisogno di realizzare un termovalorizzatore perché Roma produce una tale quantità di rifiuti che è difficile risolvere il problema soltanto attraverso il riciclo”, mette subito in chiaro Morassut con Il Foglio. Il deputato pro-Schlein, poi, stronca il referendum: “Un referendum con una scelta tra sì e no può avere il rischio di portare a una decisione troppo secca su una questione complessa”. Morassut immagina “un ‘sistema’ che mette insieme economia circolare e termovalorizzatore secondo un equilibrio giusto”.

L’arrivo in segreteria dell’ambientalista Corrado e le proposte di Ruotolo generano apprensione anche tra i franceschiniani di Area dem, corrente che ha appoggiato Schlein. Michela Di Biase, moglie di Dario Franceschini, è per il sì al termovalorizzatore. “La priorità oggi è la pulizia della città. Le legittime e diverse posizioni devono tenere conto di questa necessità”, commenta Di Biase con Il Foglio. “Sono state avviate le procedure amministrative e mi pare complicato oggi rimettere in discussione questa scelta senza pregiudicare la tempestività della risoluzione del problema e comunque ogni passaggio dovrà essere condiviso con i livelli territoriali del partito”, conclude la parlamentare.

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Compatti gli uomini di Gualtieri. “Beh la mia posizione è nota ed è a favore, Ruotolo credo che parli a titolo personale, la decisione sul termovalorizzatore spetta al sindaco”, ci spiega il deputato Claudio Mancini, fedelissimo del primo cittadino. E quindi c’è chi si chiede quale sia il motivo delle fughe in avanti del Nazareno. “Forse sono un modo per corteggiare il M5s in vista di un’alleanza”, insinua un parlamentare dem romano. Irretire Gualtieri per compiacere Giuseppe Conte.

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