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Roma Capoccia 

La manutenzione della Metro è un guaio solo a Roma

Gianluca De Rosa

In tutto il mondo si fanno interventi straordinari ai binari, nella Capitale diventa un problema serio. Ecco perché la linea rossa chiuderà alle nove di sera 

C’è chi la presa con filosofia e si è limitato a un rassegnato, ma lungo sospiro. Chi, invece, ha dato in escandescenze. In ogni caso la notizia non ha lasciato affatto indifferenti i romani che per spostarsi usano il trasporto pubblico. “Sulla linea A e B della metro, dovremo avviare un’importante manutenzione: la linea B chiuderà anticipatamente alle 21 da aprile a giugno, la A, invece, chiuderà sempre alle 21, ma per 18 mesi a partire da giugno”, ha annunciato domenica l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè.

I lavori serviranno per la manutenzione dell’armamento (ovvero i binari, i deviatoiri e tutta l’infrastruttura su cui viaggiano i treni), il rinnovo dei sistemi antincendio e delle banchine di attesa. Si tratta degli “ultimi” 262 milioni dei famosi 425 stanziati nell’ormai lontano 2016 dall’allora ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Un intervento necessario. Eppure la chiusura anticipata di più di tre ore per un anno e mezzo lascia spiazzati. In tanti a quell’ora ancora non hanno finito di lavorare e, anche ci saranno i bus sostitutivi, è chiaro che per molti la chiusura anticipata costituirà un grave disagio. Quello che succede nella Capitale però non è né eccezionale, né clamoroso. In questi giorni, ad esempio, a Berlino sono chiuse per “Sperrung wegen bauarbeiten”, e cioè per lavori, 23 stazioni sparse sulle otto linee della metropolitana, mentre a Londra, sulla Northern, la linea Nera, sono chiuse sette stazione fino a metà maggio. Anche nelle altri grandi Capitali europee, insomma, si fanno manutenzioni straordinarie che costringono anche alla chiusura di un’intera tratta per alcuni mesi.

 

Lo stesso accade a Milano. Nel capoluogo lombardo dall’11 ottobre sulla linea verde chiudono alle 22 le fermate che da Cascina Gobba si diramano per arrivare rispettivamente a Cologno Nord e a Gessate. Le società dei trasporti di tutta Europa cercano di gestire le manutenzioni in modo di arrecare il danno minore all’utenza. Qui sorge la domanda: a Roma non si potevano modulare in modo diverso le chiusure o effettuare i lavori solo di notte? Dice al Foglio l’assessore Patané: “Per questo tipo di lavori serve tempo, anche così si va lentamente: si fanno 200/300 metri al mese. Purtroppo da 12 anni a Roma non si faceva più manutenzione. Questi lavori serviranno solo per adeguare le stazioni alle normative vigenti su antincendio, sicurezza e accessibilità, ma per ammodernare davvero A, B e B1 serviranno almeno altri 1,2 miliardi. I lavori di manutenzione strarodinaria, d’altronde, si fanno ovunque”. 

 

Ma allora perché a Roma una notizia del genere getta pendolari e cittadini nello sconforto come in nessun’altra parte d’Europa? Per tradurre con semplicità il concetto potremmo dirla così: perché la metro A a Roma è insostituibile. Per essere più precisi dovremmo utilizzare il gergo tecnico, scomodando una parola oscura: anisotropia. Come spiega Riccardo Pagano, animatore del comitato MetroxRoma: “I trasportisti la usano per indicare una tratta per la quale non esistono tragitti con tempi di percorrenza equivalenti. La rete su ferro di Roma è estremamente anisotropa e dunque poco resiliente”. Un esempio è utile a chiarire. “Nel caso della Metro A – spiega Pagano – questo significa che, volendo andare da Battistini a Termini non esistono tragitti che garantiscano un tempo di percorrenza pari a quello della metropolitana. L’utente della linea A non ha alternative competitive sul proprio percorso e quindi non può fare a meno della metro A, dunque in caso di guasti e interruzioni, il disagio esplode”.

 

Per l’assessore Patanè purtroppo non si può fare diversamente. “Anche posticipare alle 22 ci farebbe rallentare troppo, bisogna calcolare che tra la chiusura e i tempi d’inizio dei lavori ci sono differenze di quasi due ore e di almeno una per la riapertura, in pratica se vogliamo lavorare almeno 4 ore a notte non possiamo che fare così, a meno di non voler tenere la chisura anticipata per sei mesi in più”.
 

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