Francisco de Zurbarán, "Santa Lucia" (Wikipedia) 

preghiera

Finalmente la gastronomia devozionale ha il suo libro

Camillo Langone

“Il cibo e i Santi” di Romana Cordova. Un libro piccolo ma quaranta ricette direi che sono sufficienti per dare “maggior significato alle azioni legate al cucinare e al consumare il cibo, rivestendolo di un carattere sacrale”

La gastronomia devozionale ha il suo libro: “Il cibo e i Santi” di Romana Cordova (Berica Editrice). Un libro piccolo ma quaranta ricette direi che sono sufficienti per dare “maggior significato alle azioni legate al cucinare e al consumare il cibo, rivestendolo di un carattere sacrale”. Alcune le frequentavo già: le Scarpette di Sant’Ilario (13 gennaio), le Zeppole di San Giuseppe (19 marzo), l’Oca di San Martino (11 novembre)... Di molte altre non conoscevo il nesso calendariale: non sapevo che il Gattò di patate è stato inventato dalle clarisse e che dunque va mangiato per Santa Chiara, l’11 agosto, che i Mostaccioli piacevano a San Francesco e che dunque vanno mangiati il 4 ottobre... E non avevo capito che le Lumache di San Giovanni (24 giugno) discendono simbolicamente dalle Locuste che il Battista sgranocchiava nel deserto. Per Santa Lucia, manca poco, ci sono gli Occhi (tarallini dolci glassati, in Puglia), i Cicci (minestra di legumi e cereali, in Irpinia), la Cuccìa (grano dolce, in Sicilia)… “Il cibo e i Santi” è il ricettario del tempo ciclico e cattolico, rigenerante come ogni rito. Oltre che un’istigazione a peccati di gola col perdono incorporato: il 16 maggio 2023 vorrei, a Dio piacendo, concedermi per la prima volta nella vita una Torta Saint Honoré. Ovviamente in onore di Sant’Onorato di Amiens.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).