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Le canzoni di oggi sono peggio di quelle di ieri, parola di Mimma Gaspari

Camillo Langone

La musica attuale muove meno soldi (dunque attira meno talenti) e raggiunge solo poche classi anagrafiche (mentre molti successi di un tempo erano intergenerazionali). Le osservazioni su rap, trap e dintorni nel libro di una grande dell'industria discografica

Ci voleva un’antica signora, Mimma Gaspari, per capire cosa non funziona nella nuova canzone. “La musica è cambiata?!” (Baldini+Castoldi) è lo zibaldone di incontri e racconti di una donna che ha cominciato a lavorare nell’industria discografica nei primi anni Sessanta e sessant’anni dopo è ancora qui, aggiornatissima, sul pezzo. Fra gli innumerevoli aneddoti (riguardanti Lucio Dalla, Enzo Jannacci, Piero Ciampi, Paolo Conte, Patty Pravo, Gianni Morandi…) ho trovato un’analisi molto lucida su rap, trap e dintorni e derivati: “Grandissima parte delle canzoni di oggi non è secondo me cantabile. Questi pezzi dei rapper sono difficili da imparare a memoria, hanno una base musicale più fragile”. Le canzoni di oggi sono oggettivamente inferiori alle canzoni di ieri perché muovono meno soldi (dunque attirano meno talenti), perché raggiungono solo poche classi anagrafiche (mentre molti successi di un tempo erano intergenerazionali), perché per eccesso di testi e scarsità di melodie, ritornelli, rime non si riescono a memorizzare. Di Fedez e Mahmood non resterà nulla, che bella notizia.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).