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preghiera

Un vero conservatore è realista e pessimista. Quindi sì alla cannabis legale

Camillo Langone

È irrealistico pensare di cancellare la droga, è utopistico pensare che le persone non abbiano bisogno di qualche fuga dalla realtà. Per non parlare di uno stato che ti manda in galera se coltivi alcune piante, ma ti paga lo stipendio se pratichi aborti

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Da sincero antidemocratico i referendum, fossi il presidente della Corte costituzionale, li boccerei tutti. Da conservatore famigerato (un poverino ha scritto che “farei passare per progressista una suora di clausura del 1200”) sono a favore della legalizzazione della cannabis. Perché un conservatore è un realista e un pessimista: è irrealistico pensare di cancellare la droga, è utopistico pensare che le persone non abbiano bisogno di qualche fuga dalla realtà (infatti il consumo di psicofarmaci, che danno dipendenza alla maniera di tante droghe illegali, continua ad aumentare). A parte l’assurdo di uno stato che attualmente manda in galera chi coltiva alcune piante erbacee mentre versa lo stipendio a chi stronca esseri umani ossia pratica aborti. Ma che argomenti tristi, adesso vado a dimenticarli con un bicchiere di Verdicchio che è un vino da vitigno autoctono (come potrebbe un conservatore inebriarsi con una pianta immigrata quale la canapa i-n-d-i-a-n-a?).

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