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Preghiera

Quel che resta oggi di Parigi

Camillo Langone

Il Quartiere Latino della capitale francese è un paradiso perduto. Le tracce di quel che è rimasto si trovano più negli scaffali di casa che nel reticolato di vie e viuzze che lo compongono. L'ultimo libro di Giampiero Mughini

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Siccome mi ha dato dell’imbecille (un capitolo si intitola “Dedicato agli imbecilli che dicono di non amare il calcio”) sarei autorizzato a portare “Nuovo dizionario sentimentale” di Giampiero Mughini (Marsilio) subito al Libraccio. Non lo faccio perché alcuni capitoli sono decisamente migliori: quelli sulla morte della madre, straziante, sul gruppo artistico CoBrA, entusiasmante, sulle librerie di una vita, avvertente. L’avvertimento è insito nella descrizione delle librerie e del quartiere delle librerie nella Parigi anni Sessanta, il Quartiere Latino: “Quel reticolato di vie e viuzze dove le librerie erano pressoché a ogni porta, e il resto erano cinemini d’essai, gallerie d’arte, redazioni di giornali e riviste, mucchi e mucchi e mucchi di libri dappertutto, gente in fila con in mano i volumetti della Série Noire in attesa che aprissero le porte dei cinemini”. Dopo sessant’anni e dopo internet cosa può essere rimasto di cotanto paradiso? Pochissimo. E allora un merito del nuovo libro di ricordi (“delusioni, sconfitte, passioni”) del Gran Mughini è quello di far passare la voglia di un viaggio a Parigi: molto di ciò che si poteva trovare nel Quartiere Latino oggi lo possiamo avere facilmente a casa nostra, e quel poco che nemmeno oggi possiamo avere a casa nostra non lo troveremo più da nessuna parte.

 

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