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Addio alle vecchie categorie di destra e sinistra nel libro di Leotti

Camillo Langone
Si faccia pulizia delle vecchie categorie. L’inutilità di classificazioni quali destra e sinistra mi appare certificata dal libro di Antonio Leotti, “Nella Valle senza nome.
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Si faccia pulizia delle vecchie categorie. L’inutilità di classificazioni quali destra e sinistra mi appare certificata dal libro di Antonio Leotti, “Nella Valle senza nome. Storia tragicomica di un agricoltore” (Laterza). Leotti ha fatto lo sceneggiatore a Roma, quindi per forza di cose è stato di sinistra, e adesso vive sulla terra degli avi in Maremma, quindi deve fare i conti con la realtà. La sua vicenda di imprenditore agricolo perseguitato dagli ambientalisti conferma che l’agricoltura sentimentalmente sostenibile è impraticabile, pur essendo obbligatoria perché l’ambientalismo è oggi trasversale, onnipresente, onnipotente: è cattolico, di quel cattolicesimo mondano e anticristiano che va per la maggiore, è di destra, ossia nazifasciopagano, è di sinistra, puro democratico mainstream. Spiega Leotti che “l’affermarsi di questa ideologia paranoide coincide più o meno con il superamento della popolazione inurbata nei confronti di quella non inurbata”. Se la politica non fosse anche terminologicamente obsoleta non ci sarebbero candidati di centro-sinistra e di centro-destra ma candidati ambientalisti e candidati umanisti (dopodiché, visto il numero di inurbati paranoidi, i candidati ambientalisti vincerebbero per secoli, ma questo è un altro discorso).
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