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Pd e Lega sul Patto di stabilità sono già in campagna elettorale

Pietro Guastamacchia

Nonostante Gentiloni e Giorgetti siano tra i fautori della riforma, dem e leghisti domani sono intenzionati a votare contro il Patto. Un calcolo politico nella corsa alle europee

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Il Pd contro Gentiloni e la Lega contro Giorgetti: sul voto dell’Eurocamera sulla riforma del Patto di stabilità, previsto per domani a Strasburgo, si abbatte la campagna elettorale italiana. In molti infatti sono pronti a saltare giù dall’accordo sul Patto per trovare posto sulle comode scialuppe dei populisti, nonostante a negoziarlo siano stati esponenti di spicco dei loro partiti. La svolta in casa Pd è arrivata con l’elezione di Elly Schlein alla segreteria nazionale. Le posizioni della pattuglia degli eurodeputati Pd sui temi economici infatti si sono improvvisamente fatte più battagliere dopo il cambio di guardia al Nazareno, nonostante nessuno, ad eccezione dell’umbra Camilla Laureti, avesse dato la propria preferenza a Schlein durante le primarie. Il ‘niet’ definitivo di Schlein alla riforma del Patto di stabilità è arrivato poi prima di natale a Strasburgo, durante una visita dell’ultimo minuto della segretaria all’Eurocamera quando, riunita a porte chiuse con in suoi, chiese a Irene Tinagli, eurodeputata dem e presidente della Commissione Economia, “non ti intestare la battaglia su questo patto, il Pd voterà no”.

 

Dietro alla svolta ci sarebbe l’annacquamento del testo finale ed il ritorno a parametri economici considerati eccessivamente rigorosi, sotto richiesta soprattutto di Berlino, spiegano dal Pd. Sono modifiche che però che non infastidiscono oltremodo il Commissario Gentiloni che anche ieri ha ripetuto “spero nell'ok del Parlamento europeo”. Voterà largamente a favore invece tutta la famiglia Socialista Ue, fronte a cui potrebbe aggiungersi anche qualche defezione Pd, una o due, rivelano fonti parlamentari.

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In casa Lega invece Salvini potrebbe essere sul punto di gettare a mare un’altro dei suoi ministri. Dopo la spaccatura con Piantedosi sul Patto Migrazione e Asilo, approvato a Bruxelles la settimana scorsa e celebrato dal ministro degli Interni ma fortemente criticato dal segretario leghista, gli eurodeputati del Carroccio “stanno ancora decidendo come votare la questione del Patto di Stabilità” fanno sapere al Foglio dallo staff leghista. Sul tavolo c’è infatti la volontà di sfiduciare l’accordo senza però compromettere troppo il lavoro del ministro Giorgetti. Per il ministro dell’Economia infatti, che ha difeso la linea del governo nella difficile trattativa, l’accordo raggiunto a dicembre “è un accordo sostenibile per il nostro paese”, che porta “regole più realistiche di quelle attualmente in vigore”. Peccato che non la pensi così nessuno degli alleati leghisti in Ue, tutta Id infatti è pronte a votare contro l’accordo e anche tra gli eurodeputati del Caroccio c’è chi chiede di sposare la linea del ‘No’. Per il leghista Antonio Maria Rinaldi infatti la riforma “ci vedrebbe ancora ostaggio della Germania”, spiegava dopo il voto in commissione parlamentare criticando un “testo che non tiene conto delle reali esigenze dei paesi e ripropone un modello economico che non ha funzionato, incentrato sull’austerity”.

Tutto sereno invece solo in casa Forza Italia, convintamente a favore, e tra le fila del Movimento 5 Stelle, solidamente contro alla riforma. La sorte di uno degli accordi chiave di questa legislatura dunque è appesa solo al calcolo politico: “Massì tanto passa comunque”, commenta uno degli strateghi dem a Strasburgo sotto garanzia di anonimato. La responsabilità dunque agli altri, a due mesi dal voto conta solo la campagna elettorale.

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