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l'intervista

Il fondatore della Lega in Sicilia: “Per i voti Salvini ha fatto di tutto. Ora mi vergogno a parlare di mafia”

Luca Roberto

Parla Fabio Cantarella, primo amministratore leghista in regione: "Già anni fa denunciai casi come quello di Sammartino, ma Salvini e Durigon non hanno fatto nulla. Come si fa a essere così sotto ricatto?"

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Ma con che coraggio ora vado in giro a chiedere i voti? Per noi le elezioni europee saranno un massacro, soprattutto sul fronte della legalità. Mi vergogno”. Il fondatore della Lega in Sicilia Fabio Cantarella non è affatto stupito dell’ultima indagine che ha sconquassato la politica in regione, e che ha portato, tra l'altro, alla sospensione per un anno del vicepresidente leghista della giunta Schifani, Luca Sammartino, indagato con l’accusa di corruzione aggravata. “Io sono un avvocato penalista, so quali sono i procedimenti in cui questa gente è coinvolta. E’ da un anno e mezzo che scrivo a Salvini dicendogli ‘attento, guarda che abbiamo persone indagate per reati gravissimi’. Lui è stato capace di rispondermi ‘più processi hanno e più mi stanno simpatici’. Ma che uomo è? Pur di raccogliere voti facili ha fatto entrare nella Lega  il peggio del peggio, tradendo i nostri valori e i nostri militanti”.

 

Secondo Cantarella, che è stato vicesindaco a Mascalucia, poi assessore a Catania, ed è il primo amministratore ad aver aderito alla Lega in Sicilia nel 2014, “già essersi legati a Sammartino, uno che ha cambiato 12 partiti diversi, doveva farci pensare”. E giù di aneddoto che lo riguarda da vicino. “Quando si stava insediando la nuova giunta a Catania, Salvini e l’allora commissario regionale Tardino indicarono me come secondo assessore della Lega. Da quel momento sono iniziate delle pressioni inaccettabili da parte di Sammartino che ha preteso e ottenuto che fossi sostituito dall’attuale assessore Gelsomino. Salvini in pratica si è dovuto rimangiare la parola data al sindaco Trantino. Ma come si fa a essere così sotto ricatto?”. Il caso Sammartino, peraltro, è piombato in mezzo a una campagna elettorale molto complicata per il leader della Lega. Salvini, scosso da malumori anche sulla candidatura di Vannacci, ha fatto circolare le anticipazioni del suo libro, nella parte in cui ricostruisce la nascita del governo Draghi: una studiata operazione di marketing elettorale per distogliere l’attenzione dai grattacapi in cui è immerso il partito, nei giorni in cui si celebrano i 40 anni dalla fondazione.

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Ma in Sicilia quello legato a Sammartino non è il solo esempio degli imbarazzi che si respirano nella base leghista, spiega ancora Cantarella. “C’è il caso del deputato regionale Geraci accusato di aver fatto pressioni per far passare la processione sotto la casa del boss a Termini Imerese. Mentre ad Agrigento un ex deputato regionale della Lega è indagato perché parlava con il boss locale. E che poi, guarda caso, se n’è andato con Cuffaro. Si è ceduto al peggio del peggio. Ma così facendo con che credibilità vai a parlare di Falcone e Borsellino? Io che sono figlio di un colonnello e vengo da Catania, città da cui procuratori della Repubblica, commissari di polizia se ne sono dovuti andare, mi vergogno di chiedere il voto agli elettori”.

 

Cantarella questi malumori li ha già manifestati pubblicamente. E cos’ha ottenuto dal commissario regionale Claudio Durigon? “Niente, semplicemente ha chiesto la mia espulsione dal partito, per un’intervista sulla Sicilia. Sono tra i fondatori della Lega in regione e sebbene sia nella direzione regionale, insieme a Durigon e ai parlamentari Candiani e Borghesi, oramai non mi invitano più alle riunioni. Sono isolato. Eppure a Durigon ho solo espresso le mie idee, mica l’ho insultato. Ma lui non ascolta. Casi come questo di Sammartino si potevano evitare, se solo si fosse prestata attenzione invece di rincorrere voti facili. Perché il voto deve essere sempre corrispondente a una condivisione di valori. Non si può imbarcare qualsiasi cosa”.

 

Anche a proposito del Ponte sullo Stretto secondo Cantarella “Salvini è riuscito in un vero capolavoro: trasformare coloro che erano a favore in contrari. Questo perché è stata una decisione calata dall’alto, senza consultare la base. Io credo che sulle infrastrutture lui abbia avuto coraggio, il Ponte è una buona idea, ma a che serve bypassare il dialogo con le sezioni, con i militanti, che poi sono quelli che spiegano sul territorio il senso di certe scelte politiche?”. Una serie di scivoloni che fa credere a un destino oramai segnato. “Io Salvini lo seguivo dappertutto. Ma quando ti senti rispondere ‘più processi hanno gli altri più mi stanno simpatici’ come fai a stare zitto?”, dice ancora Cantarella. “Vengo da Alleanza nazionale, e con Fini pensavo di aver visto tutto. Ma Salvini sta riuscendo nell’impresa di fare molto di peggio”.

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