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Il sondaggio

Eurobarometro: cresce l'interesse dei cittadini per le elezioni europee. Priorità a difesa e sicurezza

Nicolò Margani

Il 60 per cento degli intervistati dichiara che andrà a votare. Nel 2019 l'affluenza ha sfiorato il 51 per cento. Oggi pesano le guerre e la situazione geopolitica internazionale. L'Italia in linea con la media, ma i cittadini non ritengono di essere ascoltati. Dati e numeri

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In vista delle elezioni europee di giugno, i cittadini dell'Ue sembrano sempre più interessati all'evento elettorale che definirà il nuovo Parlamento europeo. E' questo il dato più rilevante tra i risultati dell'ultimo Eurobarometro, cioè lo strumento per sondaggi dell'Unione Europea, pubblicato oggi 17 aprile. E se nelle elezioni del 2019 l'affluenza si è fermata al 50,6 per cento, oggi sei elettori europei su dieci dichiarano di essere intenzionati a votare, segnando un rialzo di 3 punti rispetto alle rilevazioni dell'autunno 2023 - il medesimo aumento, nello stesso arco di tempo interessato, vale anche per chi ritiene invece solo probabile l'espressione della propria preferenza, cioè il 71 per cento degli intervistati. Per l'81 per cento degli europei è l'attuale situazione geopolitica, con le guerre in Ucraina e medio oriente, a pesare sull elezioni, rendendo il voto ancora più importante.

 

In nove paesi membri, con la Danimarca al primo posto al 56 per cento, la priorità assoluta dell'Ue dovrebbe proprio essere quella riguardante gli argomenti di difesa e la sicurezza. Temi che nella media generale del sondaggio sono al terzo posto per importanza, al 31 per cento, subito sotto la lotta alla povertà e il supporto alla sanità pubblica, rispettivamente al 33 e al 32 per cento. Più in generale l'81 per cento di chi ha preso parte al sondaggio percepisce come positiva o neutra la considerazione del Parlamento europeo, con un 18 per cento che invece dichiara di averne un'immagine negativa. Per il 56 per cento, inoltre, il Parlamento europeo dovrebbe avere maggior potere, svolgendo un ruolo più decisivo. Sui risultati è intervenuta anche la presidente Roberta Metsola, affermando come "il Parlamento e l’Unione Europea hanno fatto molta strada negli ultimi anni. Abbiamo dovuto affrontare circostanze eccezionali e difficili, ma siamo diventati più forti. Il Parlamento è stato e continuerà a essere la voce e il difensore dei cittadini nell’Ue".
 

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I dati italiani

 

In Italia le risposte sulla probabilità di voto sono in linea con quelle della media Ue. Tuttavia, il giudizio positivo sul Parlamento europeo ha un dato leggermente più alto rispetto a quello degli altri paesi: 45 per cento contro il 41.

Secondo gli italiani il valore principale da difendere nei prossimi ciqnue anni dovrebbe essere quello della pace (42 per cento), più basso rispetto al 47 per cento della media. Coerente invece il dato degli intervistati secondo cui il Parlamento dovrebbe essere più rilevante, al 56 per cento.

Per quanto riguarda le condizioni di vita dei cittadini, in Italia il 44 per cento dichiara di non aver mai avuto difficoltà a pagare le bollette negli ultimi 12 mesi su una media Ue nettamente più positiva, al 63 per cento. Una difformità confermata anche dal sentimento rispetto alla generale soddisfazione nella vita personale: il 58 per cento degli italiani riferiscono di un miglioramento contro il 69 per cento di media Ue. Rispetto alla rilevazione di ottobre 2023, scende invece di 4 punti l'opinione che i cittadini italiani hanno del funzionamento democratico del proprio paese: solo il 49 per cento dichiara di esserne soddisfatto, contro il 53 precedente. Un valore particolarmente interessante soprattutto se messo a confronto con il dato in media di tutti gli stati membri, che si assesta al 56 per cento, con un aumento di 3 punti dall'ultimo sondaggio.

Il sentimento europeista nel nostro paese continua ad arrancare. A confermalo è il dato secondo cui solo il 29 per cento degli italiani dichiara di essere d'accordo con la constatazione "la mia voce ha un peso nell'Ue". Un'altra importante differenza col resto della media europea, dove la risposta positiva è data dal 48 per cento degli intervistati. Stesso discorso per quanto riguarda la domanda sull'impatto delle politiche europee nella vita quotidiana dei singoli: al netto di un 20 per cento indicato dalla media europea, solo il 10 per cento degli italiani ritiene con fermezza di sentirne gli effetti.

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