il voto in regione

Abruzzo dolce per Meloni: riconfermato Marsilio, niente spallata al governo

Simone Canettieri

Finisce 53,5 a 46.5. Il campo largo di D'Amico si infrange alle regionali. La premier tira un sospiro di sollievo: il successo alle urne le dà la spinta per la candidatura alle europee

Giorgia Meloni festeggia: l'Abruzzo resta di centrodestra. Marco Marsilio, esponente di lungo corso di Fratelli d'Italia, veleggia per la seconda volta, verso la conferma come governatore. E' la prima volta che accade in questa regione. Dopo la Sardegna, con il successo di Alessandra Todde, si ferma subito l'onda di centrosinistra. Luciano D'Amico, ex rettore dell'università di Teramo e bandiera del campo larghissimo, non ce l'ha fatta: si ferma al 46,5 per cento contro il 53,5 del presidente uscente (secondo i primi dati).

Non c'è stata la spallata che auspicavano Schlein, Conte e il resto dell'opposizione: il vento non è cambiato e la Sardegna sembra più che altro un incidente della storia (o meglio: della cronaca). 

Il governo tira un sospiro di sollievo. Il pellegrinaggio di ministri e sottosegretari di queste ultime settimane ha dato i frutti sperati: gli abruzzesi rinnovano la fiducia a Marsilio.

Per la premier svanisce la grande paura di andare "sotto" nel territorio che l'ha eletta alle ultime politiche nel collegio uninominale L'Aquila-Teramo: "Non potete cacciarmi proprio qui", aveva detto, scherzando, nei giorni scorsi. 

E forse questo successo le darà ulteriore forza per annunciare la candidatura come capolista di FdI alle prossime europee. 

La forchetta fra i due candidati si allarga e si consolida dopo i primi dati: l'idea di una grande rimonta del centrosinistra si sfalda appena arrivano i risultati da L'Aquila e da Pescara, la città di destra fortino di Meloni e quella del mare di D'Annunzio e Flaiano da cui sarebbe dovuta partire l'onda anti Meloni. Così non è stato, anzi.

Il successo di Marsilio, al netto dei dati delle diverse affluenze, è omogeneo in tutte e quattro le province abruzzesi. Il governatore stacca di oltre dieci punti lo sfidante, secondo i dati che arrivano dai primi seggi scrutinati. 

Funziona dunque la modalità elmetto di Meloni, rilanciata martedì dal palco di Pescara, e soprattutto regge la coalizione di centrodestra. Basta dare un'occhiata ai primi risultati: la Lega di Matteo Salvini regge. E si ferma al 7,56, sopra la soglia psicologica che si era imposto. Sorpresa Forza Italia: il partito di Antonio Tajani vola in doppia cifra e quasi doppia il Carroccio: 13,44.

Fratelli d'Italia si ferma intorno al 24,1 a cui va sommata la lista del presidente (5,7) e dunque il primo partito della coalizione si attesta sulle cifre delle ultime politiche (FdI si attestò intorno al 27).

Interessante invece nel fronte avversario la dinamica nel campo largo: il M5s sembra avere un grande tracollo, nonostante la presenza assidua di Giuseppe Conte in Abruzzo. Passa dal 18, 5 delle politiche a poco più del 7, 1  (cinque anni fa la candidata Sara Marcozzi, da sola, arrivò al 19), Una disfatta che si riverberà anche alla scelta dei prossimi candidati unitari del campo largo, a partire da quello della Basilicata. Il Pd di Elly Schlein, invece, si attesta (20,29) sopra al risultato delle ultime politiche ma è una vittoria di Pirro. La zona d'interesse vince l'Oscar, ma quella del centrosinistra ancora non ha appeal. Funziona, al contrario, la formula Io capitano, nel senso di Salvini: se la Lega avesse avuto una battuta d'arresto clamoroso l'Abruzzo sarebbe stato contendibile. 

 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.