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L'anno della Santa

Santanché si sente salda e terrà sul Lago Maggiore il “Forum del turismo” con Meloni

Simone Canettieri

La ministra del Turismo il 24 e il 25 novembre trascinerà (in presenza) il governo Meloni al suo grande evento. Tutti convocati a Baveno. Una dimostrazione di forza da parte di colei che ha avuto il merito di introdurre Fratelli d’ Italia, con la regia di Ignazio La Russa, nei salotti milanesi che contano

L’anno santo della “Santa”. Dodici mesi da Pitonessa. La ministra del Turismo Daniela Santanchè per celebrare il suo lavoro (e dunque se stessa)  ha organizzato le cose in grande: il 24 e il 25 novembre trascinerà (in presenza) il governo Meloni al suo grande evento. Nessuno può mancare. A partire dalla premier, ovvio, passando per i vice e alleati Antonio Tajani (Esteri) e Matteo Salvini (Infrastrutture).

Tutti convocati a Baveno, paesino incastonato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. Qui si celebrerà il Forum internazionale del turismo dove sono attesi anche i ministri più importanti e strategici (come Francesco Lollobrigida, Gennaro Sangiuliano, Adolfo Urso) senza dimenticare gli omologhi europei (e non solo) di Santanchè e le imprese del settore. Non sembra certo il canto del cigno – o della Pitonessa – anzi sarà una dimostrazione di forza da parte di colei che ha avuto il merito di introdurre Fratelli d’ Italia, con la regia di Ignazio La Russa, nei salotti milanesi che contano. Ed è subito “Open to Baveno”. Scampata alla bancarotta, in attesa di sviluppi sui fondi Covid, la ministra che fino alla scorsa estate sembrava fuori dai giochi, più traballante che mai, ora si rilancia. Si sente sicura. Non è più periclitante per via delle questioni giudiziarie che l’hanno cinta negli ultimi dodici mesi.

E dunque champagne, anzi meglio: prosecco. La “Santa” in questi giorni sta cercando di riorganizzare anche il suo ministero (con portafoglio), è ancora alla caccia di un portavoce, ma intanto spinge per mettere a punto le nuove direzioni del suo dicastero. In totale, come deciso dal provvedimento licenziato dal governo lo scorso agosto e che adesso diventa operativo, il Turismo potrà contare su 324 dipendenti. Tra questi ci saranno sette dirigenti di prima fascia, 23 di seconda, più 208 funzionari e 86 assistenti. Un bel traffico, non c’è che dire. Nasceranno così nuove direzioni generali e saranno rimpolpati il gabinetto e gli uffici di diretta competenza di  Santanchè. Sarà contemplata anche la nomina di sottosegretari, tuttavia per il momento Meloni non sembra intenzionata ad aumentare la squadra di sottogoverno.

In parallelo entro dicembre anche l’Ente nazionale del turismo (Enit), scatola magica con possibilità di spesa, rivedrà tutta la governance: dall’amministratrice delegata (Ivana Jelinic) alla presidenza (si cerca un nome di forte impatto dopo le ipotesi Briatore e Tomba). Convinta di portare a termine la legge sugli affitti brevi (“vi darò grandi soddisfazioni”), la ministra è più attiva che mai. Non solo continua a coordinare il partito in Lombardia bypassando l’incompatibilità dello statuto di FdI, ma oggi sarà nella sua Milano – tecnicamente è nata a Cuneo – per celebrare la caduta del Muro di Berlino. Al suo fianco, in piazza Cordusio, l’amico La Russa, presidente del Senato. In chiusura un concerto di Fausto Leali. Insomma, altro che dimessa o peggio ancora dimissionaria. La grande paura della “Santa” pare alle spalle e anche dentro Fratelli d’Italia nessuno pensa più a un passo indietro della regina del Twiga sotto i colpi delle inchieste. Soprattutto fanno notare un po’ tutti che il rapporto con Meloni, dopo il freddo dei mesi scorsi, si è rinsaldato. La riprova arriverà a Baveno, palcoscenico di un anno di Santa, minuto per minuto: dalle missioni all’estero, ai finanziamenti alle imprese, più i progetti mirati per le categorie in difficoltà. “Abbiamo liberato due miliardi di euro in questo anno”, dice Santanchè, convinta di aver liberato – salvo sorprese – anche se stessa.     

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.