il sindaco di Bologna Matteo Lepore (Ansa)

Dopo il tavolo a Palazzo Chigi

“Preoccupati dalla lentezza del governo sull'alluvione”, dice Matteo Lepore (Pd)

Ruggiero Montenegro

Le incomprensioni tra Meloni e Salvini? “Ho letto sui giornali ma non le ho percepite. Il governo faccia in fretta nel dare risposte. I comuni hanno avviato la ricostruzione con risorse che non hanno, i bilanci rischiano di saltare. Il commissario sia Bonaccini”, dice il sindaco di Bologna, che ieri era a Roma per il vertice sull'emergenza

Certe ricostruzioni, lascia intendere Matteo Lepore, sono ampiamente esagerate. Le questioni veramente importanti per chi amministra sono altre. “Ho letto anche io i giornali, ma non ho percepito incomprensioni tra  Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Piuttosto - spiega al Foglio - abbiamo notato una certa prudenza, una lentezza da parte del governo e questo sì, considerata la situazione sul territorio, ci preoccupa”. Il sindaco di Bologna si riferisce al vertice sull’alluvione, quello che si è riunito ieri a Palazzo Chigi per affrontare l’emergenza, durante il quale la premier ha affidato a Nello Musumeci il ruolo di coordinatore del “tavolo operativo permanente”, in attesa che l’esecutivo individui un commissario alla ricostruzione.

Un incarico, quello affidato al ministro per la Protezione Civile, su cui la Meloni ha deciso in autonomia. O quanto meno, senza consultare Salvini, che durante la riunione pare sia rimasto sorpreso. Secondo qualcuno, si è trattato di vera e propria irritazione.

Lepore, che a quel tavolo era seduto, ridimensiona la polemica politica. Preferisce soffermarsi sui risvolti concreti, su quel che è stato fatto e su quello, molto altro ancora, che bisogna mettere in campo. Anche perché, ragiona il sindaco dem, lo sforzo del governo non è in discussione. Semmai è la ricaduta pratica che allarma: “Siamo grati alla premier per l’impegno ma chiediamo di andare veloci”. E per accelerare, aggiungiamo noi, bisogna indicare quanto prima un Commissario alla ricostruzione. Il presidente dell’Emilia-Romagna? “Abbiamo prodotto un documento, praticamente insieme a tutti i sindaci delle nostre province, che abbiamo dato anche al governo. Chiediamo che il commissario debba essere un profilo istituzionale della Regione. Poi come Pd, riteniamo debba essere Stefano Bonaccini, perché ha grande conoscenza della nostra realtà e l’esperienza del terremoto alle spalle”, risponde il primo cittadino di Bologna, mostrando in ogni caso il profilo pragmatico. “Dopodiché abbiamo anche detto che, in ogni caso, rispetteremo la decisione del governo e collaboreremo al massimo”.

Resta tuttavia il dubbio che nel Pd non tutti si stiano spendendo fino in fondo per la nomina. Anche la stessa segretaria Elly Schlein non ha fatto chiaramente il nome di Bonaccini. E’ una sensazione sbagliata? “Sì, lo è. Perché c’è un rapporto molto stretto in questa fase tra il presidente del partito e la segretaria, anche nella gestione dell’alluvione. Non vedo problemi da questo punto, anzi credo che il Partito democratico a livello nazionale sia molto impegnato sul tema fondi”. Ci spieghi meglio. “Stiamo cercando di capire se il primo decreto ha una reale copertura, sui temi concreti”.

 

Parla dei primi due miliardi annunciati da Meloni qualche settimana fa, che non sarebbero proprio due, ma circa 500 milioni in meno? “Sì, ci sono dei dubbi su questo aspetto. Ma non solo. Le perplessità sono soprattutto relative al fatto che questo primo stanziamento non riguarda la ricostruzione. Sono certamente risorse importanti per la cassa integrazione, per le imprese e per la protezione civile”. Ma si tratta, è il ragionamento del sindaco dem di una risposta ancora parziale. Cos’altro serve? “Per esempio abbiamo chiesto risposte certe sulla ricostruzione delle strade, comunali e provinciali, perché abbiamo miliardi di euro di danni. I comuni hanno già avviato cantieri spendendo risorse che non hanno. E non sappiamo se da Roma queste coperture arriveranno”.

Il tavolo permanente di Palazzo Chigi, tuttavia, se non proprio una risposta rappresenta comunque un primo passo per andare incontro alle vostre richieste? “Ieri siamo stati rassicurati dal punto di vista politico, ma ora manca una norma. E finché questa norma non verrà fatta, ci sono bilanci che rischiano di saltare”, è la grande preoccupazione che arriva dai territori, di cui Lepore si fa portatore, prima di concludere con un’esortazione: “C’è un dialogo positivo con il governo, ma i tempi fanno la differenza. Ripeto, bisogna fare presto”.

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