Amministrative

"Da soli non si vince". Schlein rispolvera il "campo largo" per ammortizzare la sconfitta

Gianluca De Rosa

Più che una segretaria, una segreteria telefonica. Tutti la cercano, ma lei non risponde a nessuno. Dopo la batosta ai ballottaggi però la segretaria parla fuori dal Nazareno

 “E’ una sconfitta netta, da soli non si vince, bisogna ricostruire un campo alternativo alla destra”. Per commentare la batosta elettorale alle amministrative, Elly Schlein rispolvera un argomento che, almeno per qualche settimana, era uscito dall’agenda del Pd: il campo largo. Che sia un’intenzione reale, una proposta vera a M5s e Terzo polo, o semplice tattica per ammortizzare la sconfitta, la notizia è il ritorno dell’ossessione che fu di Nicola Zingaretti prima e di Enrico Letta poi. C’è un’altra certezza. In una tornata elettorale stravinta dalle destre, l’unico a sinistra a conquistare il ballottaggio è Giacomo Possamai. A Schlein aveva fatto una semplice richiesta: “Elly, per favore, per la campagna elettorale non venire”.  Pochi simboli di partito e una campagna elettorale strada per strada. Lo stesso modello, seguito lo scorso anno, da un altro candidato vincente del centrosinistra, l’ex calciatore della Roma e oggi sindaco di Verona Damiano Tommasi. Normale dunque che dal centrodestra – che strappa per la prima volta anche Ancona, oltre a vincere a Siena, Massa, Pisa e Brindisi – arrivi lo sfottò tanto banale, quanto ficcante. Ci pensa Matteo Salvini: “Beh, direi ottimo l’effetto Schlein”.


Il neosindaco di Vicenza Possamai è  una rarissima (e vincente) eccezione anche per un’altra ragione. Nel Pd, a differenza sua, Schlein la cercano tutti. Invano. Anche ieri, dopo la sconfitta. La chiamano, le scrivono, ma, niente, lei non risponde. Qualche parlamentare ha cominciato a scherzarci su: “Ma non è che mi ha dato il numero sbagliato?”.  Mentre i più arrabbiati sono netti: “Semplicemente non c’è, è un’ologramma, il partito è affidato a Boccia, che infatti passa il 30 per cento del suo tempo al Nazareno e il restante ai gruppi”. Per tanti suoi compagni di partito, insomma, più che a una segretaria Elly Schlein somiglia a una snervante segreteria telefonica: “Lasciate il messaggio dopo il segnale acustico….bipppp”. Sulla chat WhatsApp della segreteria, come ha raccontato da queste colonne Simone Canettieri, si limita a rispondere con la reazione del pollicione, un sintetico modo per dire: “Messaggio ricevuto”. E per le comunicazioni attende le riunioni di rito. Come accadrà oggi a Bruxelles dove la segretaria incontrerà la delegazione dem al parlamento europeo. Occasioni formali e assembleari per fare i punto, senza offrire a nessuno canali privilegiati di comunicazione. 


La sincopata, studiatissima e snervante (per i cronisti) comunicazione esterna di Schlein ha, in pratica, un parallelo perfetto nella comunicazione interna al partito. Ad eccezione dei fedelissimi Igor Taruffi (capo organizzazione del Pd schleiniano) e Marta Bonafoni (coordinatrice della segreteria), che hanno l’onore di sentirla quasi quotidianamente, per gli altri, in assenza di risposte, è necessario passare per i due filtri umani che schermano Schlein dal mondo: il portavoce Flavio Alivernini e il capo segreteria Gaspare Righi. Sempre un’arrabiattissimo parlamentare dem spiega: “Lo schema prevede lei nelle piazze a raccogliere consensi e Francesco (Boccia ndr) a gestire il partito, la verità è che la domanda che prima o poi dovremmo farci è: Elly vuole riportare il Pd alla vittora o vuole usarlo come un autobus per fare un’altra cosa?”. In attesa di una risposta, per adesso è  tornata l’idea del campo largo.
D’altronde in tanti ieri hanno cominciato a farsi sentire. Dal senatore toscano Dario Parrini:”Il dato dei ballottaggi è pesantissimo, la dirigenza deve preparare un cambio di marcia”, all’ex ministro, e tra i principali sponsor di Schlein al congresso, Andrea Orlando: “A livello locale ci sono problemi, auspico che il gruppo dirigente nazionale li affronti rapidamente”, fino all’ex capogruppo al Senato Simona Malpezzi:”E’ urgente fare una riflessione nelle sedi opportune”. Dichiarazioni ed evidenza lapalissiana della sconfitta che hanno costretto la segretaria che, dicono sempre alcune malelingue, “pure sulla linea e la comunicazione tarda sempre a intervenire”, a fare dichiarazioni in orario tg davanti alla sede del partito. 

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