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Brindisi torna a destra: vince Marchionna, ko l'asse giallo-rosso di Emiliano e Conte

Gabriele De Campis

Al centrodestra circa il 54 per cento dei voti. Vincitori della partita, insieme al neo sindaco Marchionna, sono Mauro D’Attis, coordinatore di FI in Puglia e neo vicepresidente della Commissione antimafia, e Marcello Gemmato, sottosegretario e leader dei meloniani della regione. A sinistra ha pesato il profilo anti-industrialista del candidato grillino

Il centrodestra conquista un altro capoluogo di provincia nell'emirato emilianista: Brindisi torna ai conservatori grazie alla vittoria nel ballottaggio di Pino Marchionna (con circa il 54 per cento dei voti), già primo cittadino negli anni novanta, di estrazione socialista. Il ballottaggio sancisce la pesante sconfitta dell’asse giallo-rosso benedetto nella città salentina dall’accordo tra Michele Emiliano e Giuseppe Conte: i dem hanno lasciato campo libero al candidato sindaco espressione dei grillini Roberto Fusco, avvocato attivo nelle campagne contro il rigassificatore di British gas.

Il suo profilo critico verso l’industrialismo ha pesato nel computo finale, insieme al mancato accordo con la lista del sindaco uscente, Riccardo Rossi, espressione della sinistra radicale, appoggiato al primo turno da vendoliani e Verdi (l’intesa è saltata per il diniego di dem e 5S davanti alla proposta di un apparentamento alla luce del sole). Marchionna è stato fortemente sostenuto in questa campagna elettorale da Forza Italia, che ha portato in città i ministri Zangrillo, Pichetto Fratin e Tajani, e soprattutto da Fratelli d’Italia, che con la regia del sottosegretario Marcello Gemmato (meloniano doc) ha promosso incontri con esponenti di peso del governo come Sangiuliano, Crosetto e Lollobrigida. Si è visto in città solo nell’ultimo giorno utile di campagna elettorale il ministro Raffaele Fitto, che - in fase di trattativa all’interno della coalizione - avrebbe preferito la candidatura a sindaco del giovane moderato Pietro Guadalupi.

Il nuovo sindaco della coalizione di destra, come ha raccontato Mauro D’Attis, è riconosciuto come il primo cittadino che il 7 marzo 1991 accolse quasi trentamila profughi albanesi. La sinistra ha ricamato su questa propensione solidale di Marchionna, dimenticando che chi sbarcava in Puglia lo faceva per fuggire da una delle peggiori declinazioni del comunismo nei Balcani. La coalizione di centrodestra qui ha potuto contare anche sull’apporto dei moderati del Partito repubblicano e di Azione.

Nell’altro confronto di rilievo in Puglia, a Bisceglie, dove si confrontavano coalizioni con candidati dai profili civici e insieme camaleontici, ha vinto il sindaco uscente Angelantonio Angarano, supportato sia da Forza Italia che dal candidato sindaco del Pd, battuto al primo turno, Vittorio Fata (grazie ad un patto suggellato alla presenza dell’emiro Emiliano).

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