Il caso

Meloni scopre l'emergenza. E sembra Conte ai tempi del Covid. Scontro con Salvini

Simone Canettieri

Per l'alluvione in Emilia Romagna la premier stanzia due miliardi di euro. Abbraccio con Bonaccini nel segno dell'unità nazionale, ma la Lega non vuole il governatore come commissario: ipotesi Galeazzo Bignami

Stanzia due miliardi di euro. Ripete tante volte la parola “emergenza”. Promette cassa integrazione in deroga e stop ai mutui, ma prospetta anche la didattica a distanza. Cerca l’unità nazionale, con al fianco il governatore del Pd dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che la ringrazia per “la celerità”. Nel dubbio niente domande della stampa, meglio una diretta su TeleGiorgia, cioè sui canali di Palazzo Chigi. La premier Meloni si trova davanti all’alluvione: è la sua prima e vera emergenza da quando è a capo del governo. E per certi versi, seppur i due fenomeni non siano equiparabili, sembra Giuseppe Conte ai tempi della pandemia. Ecco perché la vicenda del commissario per la ricostruzione rimane sullo sfondo dopo lo stop della Lega di Matteo Salvini. 


Sicché il Consiglio dei ministri convocato in fretta e furia, con amministratori locali e forze economiche e sociali dei territori colpiti dal maltempo,  è una lunga teoria di interventi per le zone colpite dall’alluvione nei giorni scorsi. I fatti. Il dl Maltempo prevede la “sospensione dei termini relativi agli adempimenti tributari e contributivi fino al 31 agosto”, spiega la presidente del Consiglio. Per i mutui fa fede protocollo d’intesa tra governo e Abi per la sospensione in caso di eventi calamitosi. E’ stata deliberata la sospensione del pagamento delle utenze da parte di Arera. Ci sarà anche un fondo da 20 milioni  di euro per la continuità didattica “e abbiamo dato al ministro la possibilità di operare con flessibilità per gli esami di maturità”.  Anche per l’università viene prevista la possibilità di didattica ed esami a distanza, con uno stanziamento di 3,5 milioni per il ripristino delle strutture.  Il governo rifinanzierà il Fondo emergenze nazionali con 200 milioni di euro. Ci sono alcune proposte che sono state formulate dal ministero dell’Economia come la vendita dei mezzi confiscati dall’Agenzia delle dogane con i proventi destinati a questo fine “e abbiamo anche autorizzato estrazioni straordinarie di Lotto e Super Enalotto anche qui interamente dedicate all’emergenza”. Il dl Maltempo prevede la cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori dipendenti, con una misura coperta fino a 580 milioni di euro, e un’una tantum fino a 3 mila euro per gli autonomi, fino a 300 milioni di euro. Saranno sospesi, inoltre, anche i processi penali e civili fino al 31 agosto. Il ministero degli Esteri ha previsto contributi a fondo perduto per le imprese esportatrici danneggiate dall’alluvione a valere sul fondo Simest con una copertura di ulteriori 300 milioni di euro. Altra iniziativa della Farnesina è la creazione di una quota riservata di 400 milioni sul fondo dedicato all’erogazione di finanziamenti a tassi agevolati con quote a fondo perduto del 10 per cento. Lo stato d’emergenza sarà esteso anche alle Marche e alla Toscana. Ci saranno anche dieci milioni per il turismo e cinque per lo sport.

In questo clima di armonia e unità nazionale la Lega insiste sulla vicenda del commissario per la ricostruzione Matteo Salvini non vuole che questo compito vada a Bonaccini, in quanto esponente del Pd. E qui si consuma lo scontro sotterraneo nella maggioranza. Alla fine per non rovinare questo momento di idillio, ben lontana dalle domande che le danno noia,  la premier decide di non decidere. “Bisogna capire quanto sia vasto il cratere e poi, una volta fatta la conta precisa dei danni, muoversi di conseguenza”, è la linea di Palazzo Chigi. Sul tema, nei giorni scorsi, era stato freddo il capo della Lega  Salvini. “Non voglio fare torto a nessuno dicendo mi piacerebbe Tizio o Caio”, aveva risposto il capo leghista. Anche se Luca Zaia dal Veneto trova normale la prassi pro collega del Pd. La vicenda è un po’ intricata e va spiegata.  Bonaccini è commissario  per l’emergenza in Emilia-Romagna, nominato con ordinanza della Protezione civile (poi confermata dal Cdm) a inizio maggio, in seguito alla prima ondata di maltempo. Dopo l’estensione dello stato di emergenza alle zone colpite nelle Marche, che dovrebbe arrivare presto, probabilmente sarà nominato commissario anche il presidente di quella Regione, Francesco Acquaroli (FdI). Dopodiché, superata l'emergenza, si ragionerà e procederà ai provvedimenti relativi alla ricostruzione. E, quindi, alla nomina di un commissario ad hoc (gira il nome di Galeazzo Bignami, fedelissimo meloniano e viceministro). Ieri sera Giuseppe Conte gongolava: “Giorgia sembrava me ai tempi del Covid”. E subito dal M5s c’è chi rilanciava: “Ora bonus 110 per cento”.     

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.